La parola dell’anno? L’emoji che piange di gioia

Nel 2011 fu squeezed middle, il termine di Ed Miliband per indicare quelli che devono sopportare il peso delle pressioni fiscali del governo pur avendo il minimo con cui compensarlo. Nel 2012 fu omnishables, coniato dalla trasmissione satirica The Thick Of It per indicare una situazione ampiamente mal gestita, caratterizzata da una serie di errori grossolani e di calcolo. Nel 2013 fu invece selfie, entrata poi di prepotenza anche nel vocabolario italiano. Nel 2014: vape, l’inalare ed esalare il vapore prodotto dalla sigaretta elettronica, qui da noi italianizzato in un discutibile svapare. Adesso, però, secondo l’Oxford Dictionary, la parola dell’anno è l’emoji che piange di gioia.

Non una parola, ma un pittogramma che tra l’altro conosciamo tutti molto bene: 😂. Una decisione sorprendente e curiosa, ma non casuale o poco saggia. L’emoji è stata scelta perché è quella che più riflette gli umori, i sistemi comunicativi e gli ethos del 2015. 

Scorrendo l’articolo in cui l’Oxford Dictionary annuncia questa decisione, si legge che 😂 è stata l’emoji più usata nel mondo durante il 2015. 😂 rappresenta oltre il 20% di tutte le emoji usate nel Regno Unito nell’ultimo anno, e oltre il 17% di quelle usate negli States, con un incremento incredibile poiché partivano, rispettivamente, dal 4 e 9 percento dell’anno scorso. L’utilizzo della stessa parola emoji, soltanto durante l’ultimo anno, è più che triplicato nel parlato comune. Questo perché rappresenta una forma di espressione che supera tutte le barriere del linguaggio, e in una società sempre più globalizzata questa può diventare una comoda necessità.

Nel vincere il titolo di parola dell’anno, 😂 si è imposta su alcuni avversari. Con un’immagine, l’Oxford presenta gli altri neologismi candidati alla vittoria.

Le candidate a parola dell'anno 2015 per l'Oxford Dictionary
Le candidate a parola dell’anno 2015 per l’Oxford Dictionary

Le altre candidate a parola dell’anno

Sharing economy, un sistema economico dove i servizi sono condivisi da e fra i singoli cittadini, gratuitamente o in cambio di piccole cifre. Loro, usato per riferirsi a persone di sesso non specificato. On fleek, estremamente bello, attraente, stilosoAd blocker, un software che impedisce che compaiano pubblicità nelle pagine web. Refugee, rifugiato, una persona costretta a lasciare il proprio paese per fuggire da guerre, persecuzioni e disastri naturali. Brexit, crasi di british exit, un termine per la potenziale o ipotetica uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Dark oppure deep web, la parte buia e nascosta del WWW accessibile solo tramite procedure specifiche che permettono agli utenti e agli operatori di rimanere anonimi. Lumbersexual, un giovane che modella il proprio aspetto e il proprio modo di vestire su uno stile di vita aspro e all’aria aperta.

Nel suo articolo per il Corriere della Sera, il linguista Giuseppe Antonelli rievoca le parole di un profetico Giacomo Leopardi, nel 1821: «Torna alla moda la scrittura geroglifica e i sentimenti e le idee non si vogliono più scrivere ma rappresentare, e non sapendo significare le cose colle parole, le vorremo dipingere e significare con segni». Ah, caro Giacomo, quanto hanno bistrattato il tuo sguardo assai più acuto del nostro! Chi l’avrebbe mai detto che, qualche millennio dopo l’epoca dei faraoni e delle piramidi, un disegnino sarebbe tornato a significare quanto una ricercata parola, con la sua etimologia e la sua storia da raccontareDalle parole alle immagini, dal logos al logo, scrive ancora Antonelli. In un bel gioco di parole, adesso, c’è una nuova verità.

Davide Pascarella