La dimensionalità è una caratteristiche essenziale dei giganti, appunto, di Helga Vockenhuber, si tratta quasi sempre di mezzi busti o volti dalle dimensioni importanti, in grado di generare soggezione principalmente per la grandezza. In realtà il senso della scultura della giovane ungherese è tutt’altro, l’espressività passiva, rilassata, pacata dei suoi soggetti, che hanno tutti gli occhi chiusi e le labbra appena pronunciate, sottolineano un’evasione dalla contemporaneità.
La ricerca della pace interiore, una sorta di astrazione spazio temporale dalla realtà in cui si vive: questo cercano i soggetti delle sculture di Helga Vockenhuber, un annullamento del caos quotidiano alla scoperta di un tranquillo angolo d’inconscio. Sicuramente sarà capitato a tutti di chiudere gli occhi e tentare di annullarsi totalmente, dal punto di vista fisico e mentale, provando ad evadere da una monotonia troppo rigorosa e troppo esigente nei nostri confronti, e bene questo è il sentimento che lega tutti i colossi scultorei che da pochi giorni sono anche in mostra in Italia, in particolar modo in Toscana, tra Firenze, Pienza ed altri piccoli e ridenti borghi.
Le realizzazioni di Helga Vockenhuber diventano spesso roboanti all’interno degli ambienti in cui vengono esposti, pur essendo questi studiati proprio sulla scia di affinità che si cerca di cogliere tra l’opera e la scenografia. Si tratta quasi sempre di importanti architetture che hanno caratterizzato la storia artistica del paese ospitante. Il dettaglio dei volti bronzei della Vockenhuber è l’interrogativo che conduce a creare dentro ciascun osservatore, il quale, riscontrando una inattività facciale, si chiede cosa mai possano pensare quei soggetti nei loro momenti di diradamento fisico dal continuo scorrere che li circonda.
Pur essendo opere staticamente immobili, generano intorno a sé grandi forze motrici di carattere emozionale, conducendo una complessa articolazione di considerazioni verso un limite sconosciuto dell’inconscio umano. Da circa due anni Helga Vockenhuber si è trasferita in Italia, trascorrendo molto tempo nella cittadina di Pietrasanta, dove ha cominciato ad esporre ed a dare vita ad una sorta di viaggio espositivo delle sue opere, portate anche a Palazzo Piccolomini di Pienza, per poi spostarsi in altre città d’Italia fino a raggiungere Vienna.
Vincenzo Morrone
Fonti: http://www.adnkronos.com/cultura/2015/06/06/bronzi-monumentali-helga-vockenhuber-nel-cuore-pienza_MD7Xy7pSXtfZeVukYbkgTJ.html?refresh_ce
http://www.museodeibozzetti.it/it/home/le-attivita-culturali/eventi/mostre/2013/lanima_trovata
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