Il vitreo scolpire di Robert Micklesen

Il vetro è un materiale molto fragile, freddo e difficile da lavorare ma  Robert Micklesen non la pensa affatto così. I maestri artigiani di Murano certamente avrebbero tanto da insegnare e far conoscere ai meno esperti ed ai più curiosi riguardo quelle che sono le tecniche di lavorazione del vetro. Robert Micklesen invece si dimostra già all’altezza dei padri della tradizione vetraia della Laguna.

Se si vuole refrigerare una bevanda, un succo, in particolar modo durante un periodo di calura così asfissiante come quello di questi giorni, lo si inserisce in bottiglie di vetro essendo queste ottime conduttrici di freddo e questo è il paradosso perchè le sculture di Robert Micklesen non sono per niente fredde da un punto di vista emozionale.

Robert Micklesen
Robert Micklesen

I soggetti rappresentati sono i più vari: da figure umane, donne e uomini, ad oggetti di uso comune che, in materiale vitreo, assumono delle caratteristiche delle quali non si riesce ad avere conoscenza guardandole sommariamente tutti i giorni tra le nostre mani. Il richiamo agli artigiani di Murano già annunciato precedentemente è necessario, infatti quella utilizzata da Robert Micklesen è proprio la tecnica della lavorazione a lume, tecnica vista molte volte nei tradizionali documentari televisivi, ma non così semplice come può apparire.

Si utilizza un’asta di vetro discretamente lunga e preriscaldata ad alta temperatura, il calore rende di conseguenza il vetro estremamente morbido tanto da poter essere lavorato in maniera molto semplice ma in tempi altrettanto brevi essendo effimero l’effetto che si può trarre se non si interviene in contemporanea al surriscaldamento.

Robert Micklesen
Robert Micklesen

La domanda da porsi è perché Robert Micklesen abbia scelto proprio questo materiale, la risposta è intrinseca in esso: trasparenza, purezza, fascino e allo stesso tempo toccante fragilità. Sentimenti e caratteristiche che spesso si cercano nelle persone che ci circondano o che in parte ritroviamo anche in noi stessi, sentimenti che generano quel rapporto, quel legame empatico con le sculture tanto da considerarle delle trasposizioni soggettive dell’osservatore che se le trova dinanzi.

La ricerca del dettaglio, il personalismo e la cura dei particolari sono alla base di queste sculture, niente viene lasciato al caso e ogni opera sembra suggerire all’osservatore di poter essere utilizzata, errore che potrebbe generare forse il declino di quetse prodigiose creazioni. La disposizione delle sculture spesso è legata ad importanti giochi di luce, vengono esposti in stanze monocromatiche, subiscono la forza di fasci luminosi che le attraversano e sottolineano una delle caratteristiche prime del vetro, la rifrazione.

Da qualsiasi angolazione giunga l’illuminazione, nella maggior parte dei casi le sculture tendono ad essere pienamente parte della sala in cui sono riposte. Le tematiche che Robert Micklesen cerca di affrontare con quest’arte sono enigmatiche: troviamo busti di donne, ma anche armi da guerra che possono rimandare alla rigidità e alla freddezza che un evento bellico può generare nell’animo umano, o importanti richiami alla storia con figure tipiche della scultura passata.

Oggi si pensa all’americano Robert Micklesen, dati alla mano, come uno degli artisti di questo settore, la scultura in vetro, tra i più richiesti e quotati.

Vincenzo Morrone

Fonti: weedist.com, mickelsenstudios.com, glancinfo.org