Duca Bianco, Ziggy Stardust … è difficile riassumere e definire la poliedricità della musica e della personalità di David Bowie, che per questa sua tendenza ad assumere personalità fittizie e all’eclettismo musicale e artistico è stato soprannominato Il Camaleonte. Perfino il nome David Bowie è uno pseudonimo: l’artista britannico si chiama David Robert Jones e cambia il proprio nome per differenziarsi da Davy Jones, membro dei Monkees.

David Bowie fotografato da Masayoshi Sukita nel 1973

Dall’iniziale mod, al simil glam rock degli ultimi anni ’60 e primi anni ‘70, all’elettronica del periodo berlinese, alla dance degli anni ’80, David Bowie ha sempre mantenuto un’alta qualità in qualunque genere egli si sia cimentato, facendo parlare di sé anche per la sua controversa personalità e per la voluta ambiguità in fatto di orientamenti sessuali.

Numerose le collaborazioni: tra le più famose il brano Under Pressure scritto con i Queen, il duetto con Mick Jagger che porta alla realizzazione del brano Dancing in the Street e Fame, scritta con John Lennon. Inoltre, egli compare in vari film, tra cui The man who fell to Earth, Labyrinth e Zoolander.

I primi passi nella scena musicale

L’avventura musicale di Bowie comincia esattamente sessantanove anni fa, quando, proprio il 1° Aprile del 1966, viene pubblicato il suo primo singolo Do anything you say, estratto dal primo album, David Bowie. Questa prima fase è tipicamente mod e brit-pop e le canzoni di questo periodo saranno quelle che l’artista in seguito rimaneggerà più volte.

Fotografia di Masayoshi Sukita, 1973

L’album successivo è Space Oddity, dall’omonimo singolo, una delle canzoni più belle scritte da Bowie, il cui titolo è ispirato al film A space Odissey e che con le sue atmosfere sognanti e spaziali ci racconta la storia del mitico Major Tom e contemporaneamente della solitudine e dell’alienazione del cantante. Bowie ne realizzerà anche una versione con il testo in italiano, scritto da Mogol, sotto il titolo di Ragazzo solo, ragazza sola. Altre canzoni dell’album sono Cygnet committee e Janine, che anticipa lo stile futuro della musica bowieana.

Lo spazio sembra essere una grande fonte di interesse ed ispirazione per il cantante, come si evince anche dal brano Life on Mars? (estratto dall’album Hunky Dory con l’altro singolo Changes) e dall’album The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, probabilmente il picco più alto della musica dell’artista inglese. Si tratta infatti dell’album nel suo complesso più completo e bello di David Bowie.

David Bowie: la leggenda

Foto di Masayoshi Sukita, 1972

È con quest’album che il personaggio di Bowie come musicista acquisisce quella particolarità di stile e di sound per cui ancora oggi è ricordato; Ziggy Stardust è un uomo venuto dallo spazio (Starman), androgino e bisessuale (Lady Stardust) alter ego di Bowie e gli Spiders from Mars sarebbero la band di accompagnamento dello stesso musicista.

Abbiamo così brani come Ziggy Stardust e l’emozionante e struggente Rock ‘n roll suicide, ma anche canzoni divertenti come Suffragette City, con il ritmo martellante del pianoforte e Moonage Daydream con il suo testo allucinato. In generale, Ziggy Stardust è un album dal suono complesso, che ci catapulta nel pieno dell’età d’oro di David Bowie e consacra la sua fantasiosità che contraddistingue la sua musica oltre che il suo personaggio.

Con il trasferimento a Berlino a metà degli anni ‘70 inizia la collaborazione con Brian Eno, da cui nascerà nel 1977 Low, album dal forte carattere elettronico e pop di avanguardia, con numerosi brani strumentali. Così è, per esempio, A new carreer in a new town, che inizia con un suono minimal e continua con un’armonica, o Weeping Wall. Abbiamo poi Be my wife e Sound and vision, in cui la voce di Bowie sembra farsi più bassa e avvolgente.

La musica del cantante si evolve ulteriormente negli anni ’80, soprattutto con l’album Let’s Dance, che mischia sonorità puramente dance a quelle soul e new wave e da cui nascono l’omonima Let’s Dance, China Girl e Modern Love. I successivi album recano al cantante un successo altalenante, come il fiasco di Tin Machine, che cerca di accodarsi al suono anni ’90 di band come Pixies e Sonic Youth, e Black Tie White Noise, accolto positivamente.

Bowie in una fotografia di Helmut Newton del 1983

Dai primi anni del 2000, David Bowie si è mantenuto fuori dalla scena, per ritornare a sorpresa nel 2013 con l’album The next day, album che non fa assolutamente pesare gli anni di carriera di Bowie, né la sua età. È un disco tradizionale, senza la sperimentazione e originalità che ha distinto l’opera del cantante, ma la sua atmosfera spesso nostalgica (Where are we now) e a volte scura (Heat), non manca di una cupa energia in How does the grass grow e The stars (Are out tonight) non ci fa di certo rimpiangere l’ascolto.

 Gaia Giaccone

Fonti fotografie:

http://www.internazionale.it/foto/2015/03/05/foto-david-bowie-masayoshi-sukita

http://www.internazionale.it/foto/2014/12/03/lo-stile-di-helmut-newton

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Gaia Giaccone

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