John Poppleton e lo spettacolo dei Bodyscapes

L’arte di John Poppleton necessità di tre elementi: luce, paesaggi naturali ed una sinuosa figura femminile. Lo splendore di una donna accostato allo spettacolo dei paesaggi naturali è un connubio perfetto da elaborare e far diventare capolavoro. John Poppleton mai avrebbe immaginato di raggiungere livelli di fama e stupore tali: sta di fatto che oggi le sue opere hanno scolpito molte persone, esperti ma anche semplici osservatori.

John Poppleton
John Poppleton

Fotografo e ritrattista l’artista californiano è considerato un protagonista della scena contemporanea, ma anche un rappresentante attuale della Body Art. Il percorso formativo di John Poppleton potrebbe definirsi fortunato e allo stesso tempo accidentale.

Dopo i classici studi presso scuole d’arte intraprende la carriera di fotografo di matrimoni, ottenendo anche prestigiose commissioni.

Nel 2003, in contemporanea con l’uscita de “Il signore degli anelli“, e grazie anche a delle sperimentazioni con il programma Photoshop, comincia ad ottenere i primi risultati stravaganti.

Il passaggio dalla tecnica amatoriale a quella sperimentale ed effettiva è molto breve. Gli inaspettati quanto spettacolari dipinti su pelle umana sono l’apice del suo processo di studi e sperimentazioni.

Il corpo delle modelle diventa la sua tela, la schiena lo sfondo ideale sul quale ritrarre suggestive ambientazioni, dal crepuscolo della savana africana alle mille colorazioni delle acque tropicali passando per le fluorescenti aurore artiche.

Il percorso creativo che si cela dietro ogni opera è graduale ma necessario. La schiena della modella viene cosparsa di tinte dalle colorazioni fluorescenti che si combinano tra di esse inizialmente. Il secondo passaggio prevede l’aggiunta di particolari paesaggistici che concedono un ulteriore spessore tecnico all’opera.

Il concetto di luce è un altro elemento fondamentale alla base della creatività di John Poppleton, una “luce non luce” dato che le sue foto vengono scattate al buio o sotto raggi fluorescenti che rendono più semplice il contrasto coloristico sui corpi.

John Poppleton
John Poppleton

Grazie a questo artista la figura femminile, la donna, anche se sporadicamente si vede in volto, ottiene un riconoscimento paritario tanto da determinarne la qualificazione di opera d’arte.

La fisicità delle modelle non viene mai messa in discussione, anzi, la sinuosità delle curve o delle lunghe chiome di capelli sono dei valori aggiunti alle opere di John Poppleton. Tutti questi capolavori sono riuniti in un’unica raccolta dal titolo BODYSCAPES.

L’intento dell’artista è differenziarsi dalle opere comuni, dal banale e quotidiano. La potenza del creato divino è ciò che John Poppleton più ammira, lo fa in maniera affascinata ma allo stesso tempo timorosa ed incredula.

Oggi molteplici sono i riconoscimenti nei confronti di questo artista, per la maggior parte derivano dal mondo della fotografia e dell’editoria. Bill Hurter, autore di libri come “The Best of Wedding Photography – Terza Edizione ” e molti altri ancora, ha espresso pareri molto favorevoli nei suoi confronti.

Che cosa è la Body Art?

Fare Body Art significa sfruttare il proprio o altrui corpo per fare arte. Il termine Body Art qualifica anche esempi di arte come il tatuaggio ad esempio, i piercing artistici o le modifiche corporali mediante l’utilizzo di impianti cutanei.

Il termine Body Art invece, dal punto di vista artistico, identifica una corrente nata tra l’America e L’Europa verso la fine deglia anni’ 50. La forma più tipica di Body Art prevede l’utilizzo del corpo come tela sulla quale ritrarre soggetti e scene varie.

Marina Abramovic
Marina Abramovic

Esistono però forme molto più estreme di Body Art che costringono il corpo a delle sofferenze fisiche fortissime. Marina Abramovic analizza questo aspetto della Body Art collegando sofferenza fisica e preparazione mentale che aiuti a gestire il dolore. L’irriverenza e la denuncia sono concetti basilari di un performer della Body Art, alcuni nomi emblematici oltre ai già citati sono: Gina Pane, Piero Manzoni, Herman Nitsch, Vito Acconci.

Piero Manzoni firmava i corpi dei suoi soggetti, statuari ma viventi. Gina Pane si autoinfliggeva tagli su tutto il corpo martoriando la sua pelle e la sua soglia del dolore.

Dal punto di vista antropologico si considerano Body Art anche le tecniche decorative del corpo utilizzate in molte tribù indigene del mondo, un esempio su tutti i tratti tipici della tradizione Maori.

Vincenzo Morrone

fonti. La Repubblica, http://www.poppletonportraits.com/bodyscapes.html