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La Criptozoologia è la branca della zoologia che si occupa di catalogare i criptidi, ossia le specie o le sottospecie che non sono ancora state riconosciute dalla comunità scientifica. Essa si differenzia pertanto dalla famigerata “caccia ai mostri” (si ricordino le vicende del Chupacabra in America Latina o dello Yeti sulle vette dell’Asia) per concentrarsi su quelle specie di cui si conosce, seppur in parte, l’esistenza. Nonostante tale premessa, la criptozoologia è comunque strettamente legata all’ambito leggendario e mitologico, perché spesso tali specie sono avvolte da un alone di mistero che i criptozoologi devono appunto abbattere per poterle effettivamente riconoscere.
La criptozoologia comunque non si occupa solo della scoperta di nuove specie ma anche di approfondimenti su alcune specie già note e sulle loro abitudini. Ecco difatti che una ricerca condotta su alcuni uccelli pelagici, gli uccelli della tempesta (Hydrobates pelagicus), ha dimostrato che tali uccelli non più visti nidificare nelle zone consuete, hanno scelto altre zone di nidificazione, in particolar modo le isole della Nuova Zelanda.
Uno dei principali ostacoli che la criptozoologia, per non dire la scienza in generale, incontra sul proprio cammino, è l’azione dei media, quali televisioni e giornali, che tendono a enfatizzare e “mitizzare” alcuni avvenimenti o realtà spiegabili dalla scienza.
Esaminiamo alcuni casi:
Qualche anno fa comparve la notizia di un famigerato “mostro” che aveva scelto come sua dimora il lago di Garda. Ovviamente i giornali e le televisioni locali hanno gridato al mostro senza avere effettivi dati scintifici fra le mani. Difatti, tramite eco-scandagli e apparecchiature sonar si è dimostrato che il lago era privo di forme di vita monstruose e che il famigerato mostro non poteva che essere un grosso pesce siluro (Silurus glanis). Tale pesce difatti, introdotto nei fiumi e laghi dall’Europa per la pesca sportiva, può raggiungere dimensioni enormi (per un peso massimo, in Italia, di 110 kg) ed essere a tutti gli effetti un mostro ecologico, vincendo la lotta per la sopravvivenza contro le specie nostrane.
Nel 2012 alcune testate giornalistiche hanno riportato la cattura video di un esemplare di Mammut che attraversa un fiume in Siberia. La notizia ha colpito molto le masse che hanno amplificato la notizia, mentre la criptozoologia non ha impiegato molto a sfatare il mito. Difatti nel video, che appare tra l’altro sfocato, si nota come quella figura abbia una “proboscide” corta e priva di pelo, ed inoltre non presenti zanne, tratto invece distintivo dei mammut i cui esemplari sia maschi che femmine avevano zanne di grosse dimensioni. Pertanto il caso fu subito schedato dalla criptozoologia come bufala e soltanto in seguito fu riconosciuto che il famigerato pachiderma estinto, riportato alla vita dal magico potere della suggestione, non era altro che un semplice orso che trasportava un pesce in bocca.
Alla luce di tutto ciò, la Criptozoologia è più di una semplice svelatrice di miti, è una vera scienza che sfrutta il conclamato metodo scientifico per studiare e approfondire le forme di vita di cui non siamo ancora a conoscenza.
Stefano Capodanno
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