The Cape: la morale nel mondo del fumetto

The Cape: se avessi un potere, qualsiasi potere, quale vorresti?

Eric è un bambino normale, vive in una famiglia normale con problemi normali. Eric gioca in cortile con il fratello sotto l’occhio vigile della madre, in veranda sventola la bandiera del prigioniero di guerra, il padre è partito per il Vietnam, una storia fin troppo comunque per quei tempi. Si gioca ai supereroi, c’è un buono, un cattivo, maschere, mantelli e nomignoli stupidi; corrono, saltano, combattano, si tirano insulti sagaci finché uno dei due non decide di esagerare.

The Cape
Eric “il Fulmine Rosso”, nomigliolo che il protagonista utilizzava da bambino durante i suoi giochi

Eric cade dall’albero su cui è salito per dimostrare quanto “Fulmine Rosso” sia il più figo di tutti i tempi. Trauma cerebrale, frattura del cranio, polmone perforato; solo la corsa in ospedale riesce a salvarlo. In seguito la madre, infuriata e frustrata dalle sciocchezze e dalle fantasie del bambino che l’hanno portato a farsi del male, compie un gesto che tutte le madri avrebbero fatto: butta via il mantello, appunto, The Cape.

Da una storia di Joe Hill (Figlio di Stephen King), testi di Jason Ciaramella e disegnato da Zach Howard, The Cape, edito in Italia da Panini Comics, racconta la storia di un ragazzo comune. Dopo la caduta Eric vive una vita normale; una ragazza, una famiglia che lo ama, problemi a scuola e difficoltà nel trovare un lavoro a causa dei suoi frequenti mal di testa lancinanti, souvenir della caduta dall’albero.

The Cape
Eric, protagonista di The Cape

Cosa faresti se avessi un potere?

È proprio su questa domanda che The cape fonda le sue basi. Domanda che ci è stata posta almeno una volta e alla quale sono sicuro che molti di noi direbbero la stessa cosa:  “Lo userei per il bene, aiuterei le persone, diventerei un supereroe”. Ma è davvero questo che fareste? Se la vostra vita fosse un casino, se vi sentiste arrabbiati con il mondo e presi in giro da tutti, com’è che agireste?

Ed è proprio nel suo momento di massima frustrazione che Eric ci dà la sua personale risposta. Il ragazzo trova la sua fonte di potere in cantina, la sua vecchia mantella, il mantello di Fulmine Rosso, quello che sarebbe dovuto sparire dopo la sua caduta dall’albero, quello con cui giocava da piccolo con il fratellino ai supereroi, un panno sporco e consunto che gli dona il più semplice e desiderato dei poteri, la capacità di volare. Simbolo di leggerezza, spensieratezza ed assoluta libertà, il volo è il superpotere per eccellenza, quello che tutti abbiamo sognato possedere almeno per un momento nella nostra vita.

The Cape
Il Fulmine Rosso in azione

Una capacità di cui Eric, un ragazzo come noi in un mondo come il nostro, ha piena consapevolezza e purtroppo sa perfettamente come usare. Vedrà nel suo nuovo potere il simbolo della sua rivalsa, della sua vendetta verso chiunque gli abbia fatto del male, e della sua superiorità nei confronti di chiunque poggi i piedi per terra. Volare in un mondo dove nessun altro può ci rende angeli, esseri sovrannaturali, divinità venerate, riverite o odiate  da chi osserva dal basso.

Le azioni che compie Eric sono dettate da un complesso di inferiorità che va pian piano a trasformarsi in quello di Dio proprio a causa di ciò che ha acquisito, come se essere superiori gli desse il diritto di poter compiere tutto quello che desidera, “volando” oltre le leggi della normale morale. Il “Fulmine Rosso” si reputa al di sopra di tutto  permettendosi di compiere gesti immorali che vanno dall’omicidio ad atti di puro terrorismo, tortura fisica e mentale di uomini e donne che un tempo ha amato e non con la sola ed unica scusante di, ora che può volare, poterselo permettere. The Cape risulta essere una rappresentazione della corruzione umana, di come l’uomo con un minimo di potere, reale come il denaro o la politica, o immaginario come il volare o qualsiasi altro superpotere, possa avvelenarsi la mente se non lo utilizza con maturità e saggezza portando al disastro.

The Cape è una storia cruda, reale, quasi nociva e shockante per chi è abituato al supereroe canonico, in grado di farci riflettere su noi stessi e sul ruolo che abbiamo nelle nostre vite. Eric non è un semplice antieroe, Eric è un uomo che, entrato in contatto con qualcosa più grande di lui, si lascia trascinare dagli eventi per compiere ciò che più reputa giusto per la propria soddisfazione personale, in grado di farci riflettere su noi stessi e sul ruolo che abbiamo nelle nostre vite, nel modo più diretto possibile. Forse leggerlo non vi cambierà la vita, ma di sicuro vi farà riflettere un secondo in più quando vi chiederanno: “se avessi un potere, qualsiasi potere, cosa faresti?”

Alessandro M. Chiappetta