Cinema horror

5 film maledetti, dal Cavaliere Oscuro a L’Esorcista

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Ci sono registi che aprono scorci su materia ignota e oscura: i film ne hanno il potere. Parlarne è esplorare percorsi inaccessibili alla luce del giorno. Quando poi il set è funestato da incidenti e sfortunate circostanze, quell’umana paura dell’occulto lavora… E ci si chiede: esistono film maledetti?

5. Il Cavaliere Oscuro (Christopher Nolan, 2008)

Oltre all’arresto di Christian Bale e all’incidente stradale in cui rimase vittima Morgan Freeman, “Il Cavaliere Oscuro” rimarrà nella storia per essere stato l’ultimo film che Heath Ledger ha fatto in tempo a girare per intero. L’attore venne ritrovato senza vita il 22 gennaio 2008. Il suo decesso, con ogni probabilità dovuto ad un’overdose di sonniferi, fu per il cinema, che già lo accoglieva come l’attore più promettente della sua generazione, un colpo durissimo.

Ipotesi ed evidenti sciocchezze vennero inventate e diffuse, associando la morte di Ledger alla natura anarchica e crudele dell’ultimo personaggio interpretato. Ma si tenga presente, sempre, che ogni morte ha un lato “privato” molto più profondo e vasto di quello “pubblico”, lasciato in pasto ai giornalisti (in fretta e furia lanciatisi a scrivere di un attore sinistramente impazzito nell’impersonare Joker) e ai fan (i quali, pur in buona fede, corrono sempre il rischio di invadere la sfera privata).

4. Poltergeist (Tobe Hooper, 1982)

Si sa, non bisogna mai mettere piede in edifici costruiti su cimiteri indiani: è una delle regole auree che i film horror aiutano a inchiodare nella memoria, insieme a quella di non andare da soli in fondo al corridoio buio e a un altro paio. Si dice però che Tobe Hooper non abbia seguito il consiglio che la sua stessa pellicola caldamente dispensa, e abbia girato i tre episodi della trilogia proprio in una casa eretta sulle ceneri di un’antica tribù… Per di più, Steven Spielberg, a quanto pare, nel suo ruolo di produttore, scelse di usare scheletri veri perché più economici.

Fatto sta che due delle attrici più giovani morirono subito dopo la fine delle riprese. La minore, Heather O’Rourke, a 12 anni, per un’occlusione intestinale; Dominique Dunne, invece, venne strangolata dall’ex-fidanzato durante un litigio. Altri due attori, Julian Beck e Will Sampsons scomparvero rispettivamente tre e cinque anni più tardi, per malattie da tempo diagnosticate.

3. L’esorcista (William Friedkin, 1973)

“L’esorcista” porta con sé una serie di aneddoti oscuri che, veri o falsi, ingigantiscono l’aura malefica attorno alla pellicola. Le voci che da sempre sono girate sul conto del regista e sulle condizioni in cui venne girato il film sono molte e spesso dalle fonti incerte.

Di dominio pubblico è il fatto che il set prese fuoco, provocando un ritardo di sei settimane; che due attrici, Ellen Burstyn e Linda Blair, rimasero ferite, la prima in modo permanente; che Jack MacGowran morì poco prima dell’uscita; che ci furono incidenti talmente numerosi da convincere Friedkin a far benedire il set da un prete più di una volta. Infine – e questo dovrebbe far riflettere sull’enorme potere (e responsabilità?) del cinema – anche tra il pubblico ci furono non poche conseguenze negative, da molti attacchi di cuore ad alcuni apparenti ricoveri psichiatrici, causati dalla visione del film.

2. The Omen – il Presagio (Richard Donner, 1976)

Si dice che una certa inquietudine avesse cominciato a farsi strada dopo che alcuni incidenti cominciarono a verificarsi durante le riprese, e che tuttavia si proseguì fino alla fine per potersi mettere alle spalle il film. Quello che colpisce sono le coincidenze: venne noleggiato un aereo ma non fu mai utilizzato, perché, al suo collaudo, la prima traiettoria presa fu quella dello schianto al suolo, provocando la morte di chi era dentro e di chi era fuori dal velivolo. Gregory Peck viaggiava su un aeroplano per l’Inghilterra quando questo venne colpito da un fulmine… E lo stesso accadde al produttore Harvey Bernhard.

Un ristorante in cui si stava dirigendo Peck venne bombardato dall’IRA; un leone aggredì sul set il suo stesso domatore; Richardson, agli effetti speciali, assistette alla morte della fidanzata in un incidente in cui lei venne decapitata; pare che uno stuntman fu spinto giù da un edificio al momento sbagliato e rischiò la morte…

1. Rosemary’s baby – Nastro rosso a New York (Roman Polanski, 1968)

Erano anni disordinati e caotici quelli in cui uscì “Rosemary’s Baby”, anni che sembrava dovessero cambiare il mondo. Polanski rispose con un film che proponeva la seconda svolta più importante della storia della civiltà occidentale: la nascita dell’Anticristo.

Ancora si danno versioni differenti a proposito del movente, ma quel che è certo è che la replica che Polanski a sua volta ricevette venne da Charles Manson, un anno più tardi. Questi ordì l’omicidio della moglie del regista, Sharon Tate, all’epoca incinta. La donna venne uccisa in assenza del marito, nella sua casa di Cielo Drive, insieme ad alcuni amici che erano con lei, in modo barbaro.

Nel 1970 Manson e la sua “Family” vennero arrestati e condannati.

Film maledetti: una conclusione

Ricordiamoci di questo: che parliamo di disgrazie atroci legate a film maledetti, la cui gravità è fatto concreto e degno di rispetto, al di là di un articolo o della speculazione su potenze superiori che muovono i fili di un tragico evento.

Chiara Orefice

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Chiara Orefice

Classe '92, Chiara Orefice si è laureata in Linguistica a Roma. Ha un bizzarro rapporto con la lingua italiana, l'università e gli intrecci inverosimili, ma il tempo in qualche modo lo impiega.

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