Ebola: vaccino prossimo alla sperimentazione finale

La rincorsa ad un vaccino che possa fornire una risorsa fondamentale per contrastare la minaccia rappresentata dal virus Ebola pare si stia avvicinando ad una nuova, definitiva fase: quella dei test che ne dimostrino l’efficacia. In una conferenza tenutasi il 9 gennaio 2015 in Svizzera, a Ginevra, la dott.ssa Marie-Paulie Kieny, assistente del direttore generale presso l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha infatti dichiarato che in appena quattro settimane i test potrebbero cominciare nell’Africa Occidentale tra le popolazioni a rischio contagio.

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Marie-Paulie Kieny

Tuttavia, quella che è una notizia estremamente positiva, ovvero il calo inaspettatamente rapido di nuovi casi della malattia, sta in realtà complicando gli studi che dovrebbero portare alla fine dello sviluppo di un vaccino che prevenga l’insorgere del virus. Infatti gli studi hanno bisogno di nuovi fenomeni infettivi per dimostrare la loro effettiva utilità e la protezione offerta dai prodotti sviluppati.

I test che sono stati condotti su volontari in salute e non a rischio di contrarre l’infezione hanno ottenuto risposte positive circa la sicurezza del farmaco e la risposta immunitaria fornita dai soggetti sotto controllo. L’OMS ha poi deciso di accelerare il collaudo, fondendo le fase sperimentale che prevede la valutazione dell’affidabilità e l’assenza di rischi e complicazioni su più persone (fase II) con quella che verifica l’efficacia del vaccino (fase III).

Nella conferenza succitata un gruppo di esperti internazionali ha discusso e poi illustrato i recenti sviluppi, delineando la situazione in cui sono, ad ora, i farmaci in questione:

  • Un vaccino prodotto dalla GlaxoSmithKline (GSK) che contiene l’adenovirus di uno scimpanzè connesso con un gene che codifica per la proteina superficiale di Ebola ha mostrato esiti positivi durante la prima fase sperimentale del test. Adesso la compagnia sta lavorando per procedere con ulteriori verifiche, e qualche milione di dosi dovrebbe essere prodotto per metà 2015.
  • Un vaccino inizialmente prodotto dalla NewLink Genetics ma ora portato avanti dalla Merck ha ancora bisogno di prove su un maggior numero di volontari in fase I. Il farmaco utilizza un virus di bestiame, il VSV, come vettore per portare il gene di Ebola. Alcuni dei volontari hanno mostrato degli effetti collaterali, ma questi sono poi scomparsi spontaneamente. La compagnia ha in progetto di produrre dieci milioni di dosi.

(Arquivo) Logotipo da OMS

I medici hanno poi dettato le linee generali circa come dovrà essere condotta la sperimentazione nei tre paesi maggiormente interessate dal fenomeno, cercando un compromesso tra etica ed efficacia del test, che dovrà valutare gli effetti del farmaco su aree quanto più estese è possibile, quanto più rapidamente è possibile.

In Liberia verrà effettuato un collaudo randomizzato, in cui i soggetti vengono selezionati in maniere casuale, attraverso vari metodi, che possono prevedere l’uso del computer, oppure di tavole, o ancora di buste chiuse. Il trial verrà somministrato a novemila persone, divise in tre gruppi, uno che testerà il vaccino della GSK, uno proverà l’efficacia del farmaco della NewLink Genetics, mentre un gruppo sarà semplicemente di controllo.

In Sierra Leone invece, di due gruppi, uno riceverà il vaccino prima dell’altro, e l’efficacia verrà dimostrata se sul primo si riscontreranno meno infezioni rispetto al secondo. I partecipanti saranno 6000. Infine in Guinea verrà effettuata la vaccinazione ad anello: il farmaco verrà somministrato a soggetti che sono stati vicino ad un paziente che ha già contagiato l’Ebola. In questo caso avremo novanta gruppi di cinquanta persone ognuno.

Un’altra compagnia, la Johnson & Johnson, ha poi annunciato lo sviluppo di un ulteriore vaccino, che è attualmente alla “fase 1” della sperimentazione, condotta dall’Università di Oxford. I test stanno verificando due diversi tipi di vettori, un adenovirus umano ed un altro vaccino, quello contro il Vaiolo. Questo vaccino da una parte pare garantisca un’immunità più duratura, ma dall’altra invece richiederebbe più tempo per manifestare i suoi effetti.

La strada intrapresa per debellare l’Ebola, uno dei virus più pericolosi al mondo, sembra sia quella giusta.

Lorenzo Di Meglio