Aquila pescatrice di Steller: un peso massimo nel cielo

L’aquila pescatrice  di Steller ( Haliaeetus pelagicus ) è un membro della famiglia degli accipitridi, di cui fanno parte anche l’aquila arpia ( Harpia harpyja ) e l’aquila delle filippine ( Pithecophaga jefferyi ) la quale detiene il primato per le maggiori dimensioni, con cui contende il primato di aquila più pesante attualmente vivente ( dunque non è da considerarsi, nella contesa, l’aquila di Haast, dall’apertura alare di quattro metri ed estintasi nel 1400 ).

aquila di steller con falconiere
Aquila di Steller con falconiere

 

L’aquila pescatrice  di Steller: una vita sotto zero

Le popolazioni di aquila pescatrice di Steller risultano distribuite principalmente nella penisola della Kamchatka, in cui le temperature raramente superano i -8 C°, e comunque non si spingono mai oltre 15 C°, obbligando le aquile a stabilirsi lungo le coste ed i corsi d’acqua, dove il cibo è più abbondante e le temperature sono più miti, per migrare poi verso il Giappone, nell’isola di Hokkaido, dove il nome comune dell’aquila è “ O-washi “, ovvero    “ Grande Aquila “. Benché imparentata con altre aquile pescatrici, con cui condivide alcuni territori di caccia, come l’aquila di mare (Haliaeetus albicilla ) e l’aquila di mare testabianca (Haliaeetus leucocephalus ), si differenzia da esse, oltre che fisicamente, anche caratterialmente, essendo ben più aggressiva nei confronti di con-specifici, con cui spesso intrattiene un comportamento noto come cleptoparassitismo, per cui spesso una o più aquile attendono che un’altra predi un pesce, per poi contendere il bottino. Inoltre, contrariamente a buona parte degli uccelli migratori, tende a presentare un incidenza minore di “ vagabondaggio “, seguendo di fatto con precisione le rotte migratorie normali ( tuttavia è noto di sporadici avvistamenti di aquile pescatrici di Steller in Nord America ed a Taiwan ).

 

A caccia nella neve

Con un peso che varia nei maschi, tra i cinque ed i sette chili, mentre nelle femmine tra i sette ed i nove e mezzo, l’aquila pescatrice di Steller supera in massa una sua lontana parente sud americana, l’aquila arpia, di circa cinquecento grammi, tenendo conto degli esemplari più pesanti trovati in libertà. Come per molti animali la cui dieta è legata a doppio filo alla quantità di pesce disponibile ( ad esempio i grizzly ), le popolazioni di aquila pescatrice di Steller  subiscono variazioni di dimensioni a seconda che si trovino nelle aree costiere ( animali più pesanti e più precoci ) o nell’entroterra, vicino a corsi d’acqua o laghi ( animali più piccoli anche di cinquecento

aquila di steller corvi e gabbiani
Le aquile di Steller condividono il territorio di caccia con corvi e gabbiani.

grammi, più lenti nell’accrescimento ) dove devono adattare la dieta a pesci d’acqua dolce, come il temolo  ( thymallus thymallus ) o lo spinarello ( gasterosteus aculeatus ) , ben  più piccoli e meno ricchi di nutrienti, se paragonati alle prede principali delle popolazioni di aquile di Steller costiere, i salmoni.

Artigli lunghi e forti, dita corte e superficie inferiore delle zampe molto scanalata, quasi porosa, permettono a queste aquile di pescare

Aquila di steller mangia salmone
L’aquila di Steller si nutre principalmente di salmoni, che arrivano a pesare anche quattordici chili.

agevolmente e trattener in volo pesci del peso di dieci chili, non disdegnando tuttavia crostacei, molluschi ed addirittura anellidi ( per lo più del genere nereis, diffusi in mare e sulle coste ) e carogne ( non a caso il becco, più robusto di quello di qualsiasi altra aquila, è molto simile al rostro di un avvoltoio ), nutrendosi prevalentemente di queste ultime durante la permanenza in Giappone ( cervi uccisi dai cacciatori ), o dopo le morie stagionali di salmoni, quando sino a settecento esemplari si riuniscono insieme attratti dalla grande quantità di cibo. La tecnica di pesca consiste principalmente nell’aspettare che la preda si avvicini, nelle acque basse, per poi afferrarla con una stretta più potente del morso di un lupo grigio ( 500 psi circa per l’aquila pescatrice di Steller, contro i 430 psi del lupo grigio ), fondamentale per portarla sino ai nidi, posti solitamente ad un altezza di circa 30 mt, ed ad una distanza tra uno ed un altro di 900 mt, dai piccoli, che devono essere nutriti tre/quattro volte al giorno.

Tal volta sono stati visti esemplari predare altri volatili, principalmente gabbiani e corvi, con cui spesso competono per le carogne, oltre che piccoli mammiferi. Esiste almeno una prova documentata di un aquila pescatrice di Steller che caccia e si nutre di un albatros.

Piccoli sfortunati

L’aquila pescatrice di Steller costruisce un nido di circa due metri e mezzo di diametro per uno e mezzo di altezza, nell’area riproduttiva sita nella Kamchatka. Dopo il corteggiamento, avvenuto tra Febbraio e Marzo, avviene la deposizione di circa tre uova, tra Aprile e Maggio. Benchè il controllo da parte dei genitori sia quasi costante alcuni piccoli predatori, come ermellini e zibellini ( che per altro sono prede degli esemplari di aquila adulti ) riescono a rubare qualche uovo dalla nidiata, che si riduce quindi a soli due pulcini, dei quali solitamente uno soltanto arriverà all’età adulta. Una volta aumentata la stazza, quasi al raggiungimento dell’età del volo, i piccoli aquilotti possono essere ancora oggetto di predazione da parte di aggressori più grandi e temibili, come l’orso bruno e l’orso nero asiatico; una volta diventati adulti, non hanno predatori naturali. Si stima che il 45-65 %  delle uova si schiudano, e che un ulteriore 25% dei pulcini vada incontro alla morte prima del termine dello sviluppo.

 

pulcino di aquila di steller
Un pulcino di Aquila di Steller, che viene nutrito tre volte al giorno, da entrambe i genitori.

 

 

Curiosità

Abituati a nutrirsi di carogne, molti esemplari di aquila pescatrice di Steller hanno mostrato segni di avvelenamento da piombo, da ricollegarsi alle carcasse di cervi uccisi con pallottole a base di piombo, dai cacciatori giapponesi. Per porre fine al declino della popolazione, il governo giapponese ha vietato l’uso di proiettili contenenti piombo nelle armi da caccia nel 2000 e, qualche anno dopo, ne ha vietato l’utilizzo anche in armi non destinate alla caccia.

Aquila di steller mangia carogna
Aquile di Steller che si nutrono di una carogna, mentre corvi e gabbiani attendono il loro turno, rischiando di divenire a loro volta prede.

Qualche anno fa, si riteneva esistessero due sottospecie di aquila di Steller, H. p. pelagicus ed H. p. niger, quest’ultima caratterizzata dalla totale assenza delle caratteristiche penne bianche. Tuttavia nel 2011 un esemplare di niger è nata da una coppia di pelagicus, confermando la teoria secondo cui non si tratta di due sottospecie, ma di una sola specie con due varianti fenotipiche.

Ruggero Amato