Thor: le differenze tra fumetti Marvel e MCU

Nel 2011 uscì il film Thor, diretto da Kenneth Branagh, basato sul personaggio di casa Marvel Thor, a sua volta ispirato al dio del tuono della mitologia norrena.

Per molti appassionati di fumetti il film si è rivelato una delusione; grossi errori di trama, scarsa caratterizzazione del protagonista e, in generale, un ritmo poco serrato che l’ha reso noioso. Ciononostante il film ha avuto un seguito (Thor: the Dark World) e, nel 2017,  ne avrà un altro (Thor: Ragnarok) ed il personaggio di Thor ha affiancato gli altri Avengers nel Marvel Cinematic Universe.

In questo secondo numero della rubrica “Inside Cinecomics” verrà dunque analizzato il personaggio di Thor evidenziando in particolare le principali differenze esistenti tra la sua versione fumettistica e quella cinematografica.

Le origini di Thor

Nel mondo Marvel Thor è il figlio di Odino e dio del tuono. Il suo carattere, nelle prime apparizioni, è quello di un qualsiasi adolescente ben più umano di lui: spaccone, gradasso, arrogante e vanitoso.

Proprio la sua arroganza lo porta ad attaccare i Giganti di Ghiaccio, abitanti di uno dei Nove Mondi (intesi come Universi), all’epoca in pace con Asgard, il Mondo degli dei norreni.

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Il medico Donald Blake, battendo il bastone a terra, diviene il potente Thor.

Dopo tale episodio Odino lo esilia su Midgard (la Terra) trasformandolo nel medico zoppo Donald Blake e privandolo dei suoi ricordi in attesa che impari l’umiltà e si dimostri degno di essere il principe che è.

E fino a questo punto si può dire che i film siano stati abbastanza fedeli: c’è l’arroganza e ci sono i Giganti di Ghiaccio, c’è l’esilio e c’è Donald Blake. Le uniche cose che mancano sono l’amnesia e la doppia identità: tutto sommato accettabile.

Chi è Thor?

Se le sue origini sono state trasposte abbastanza bene, per altre cose non è stato così. Nei fumetti gli Asgardiani sono veri e propri dei anche se vi è chi nutre dubbi al riguardo, tra cui i primissimi (pre) Vendicatori, in particolare Iron Man. Egli infatti si chiede se Thor sia un dio, come lui stesso afferma, o semplicemente un uomo con superpoteri.

Nei film, invece, la divinità vien negata agli dei norreni niente meno che da… Odino! Infatti, in “The Dark World”, egli urla “Noi non siamo dei!” al figliastro Loki, durante un diverbio. Nella continuity cinematografica gli Asgardiani sono visti come semplici alieni, la cui tecnologia è talmente avanzata da apparire come una magia.

L’errore, per un appassionato, quindi è piuttosto grave: nell’universo cartaceo Marvel gli dei sono reali, la magia non è semplice scienza avanzata. Ridurre a ciò Asgard, e tutto ciò che ne segue, vuol dire banalizzare e stravolgere non poco decenni di storie e caratterizzazione dei personaggi.

Altri tempi, altre parole

Thor non è un uomo del ventesimo secolo, la sua vita ha avuto inizio molto tempo prima. Oltre ai vantaggi in combattimento che derivano da secoli di esperienza, la sua lunga età gli ha “donato” una caratteristica che, fortunatamente, non è stata persa nella trasposizione dei film: un linguaggio aulico e colto.

In lingua originale Thor è solito esprimersi con thou invece del più moderno you. Un esempio è nella sua frase tipica “Dicoti no!”: esclamazione, tra l’altro, per cui viene preso in giro dal criminale Hood, che si chiede perché parli in questa maniera.

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Uno scontro tra Thor e l’entità conosciuta come lo Straniero.

Nei vari film il linguaggio è rimasto ad un certo livello, come è giusto che sia, in maniera che anche il solo sentirlo parlare dia l’impressione della maestosità del dio che è.

L’onore di Thor

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Il martello incantato di Thor, Mjöllnir, che può essere alzato solo da chi è degno.

Come detto all’inizio Thor ha avuto una sua maturazione psicologica tanto nei fumetti quanto nei film. Tale aspetto, che sembrava stesse per essere approfondito alla fine di The Dark World, quando rinuncia al trono di Asgard per poter difendere i più deboli, sembra però essere svanito negli altri film.

In Age of Ultron Thor appare infatti regredito ad un carattere più “adolescenziale”: distrugge lo sciame di robot inviati da Ultron perché è giusto farlo, ma ad uno spettatore che si trova li per caso non sembra niente di più che violenza gratuita contro dei robot. Il classico buono che picchia il cattivo,  nulla di più. Cap. America, al contrario, sembra essere stato caratterizzato bene sotto questo aspetto, quindi ci si chiede: perché limitarsi a lui? Il senso dell’onore e del dovere di Thor sono alla pari, se non superiori, a quelli del super-soldato, eppure non vengono minimamente presi in considerazione.

Una trasposizione imperfetta

In conclusione la trasposizione cinematografica del personaggio di Thor non è del tutto negativa, ma i punti a suo sfavore non mancano: si è cercato di trasmettere sul grande schermo le caratteristiche principali dell’Asgardiano, ma vuoi per motivi di spazio, vuoi per altro, nulla è stato approfondito come merita.
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C’è però da dire che le “tre fasi” della Marvel Studios non sono ancora concluse, quindi si potrà ancora assistere a qualche approfondimento ulteriore: i fan del Tonante possono quindi continuare a sperare.

Marco Giusto