Pettorali: la panca piana è l’esercizio migliore?

La panca piana è forse il più famoso e praticato esercizio con i pesi in ogni palestra del mondo, tanto che quasi sempre la prima domanda che si fanno i praticanti è “quanto fai di panca?” ed è spesso collegata direttamente all’allenamento dei pettorali.

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Analisi delle differenze strutturali

Erroneamaente a quanto si crede la panca piana per il soggeto medio NON è tra gli esercizi che meglio stimolano i pettorali. L’efficacia di questo esercizio per lo sviluppo di questo gruppo muscolare è strettamente correlato alla conformazione strutturale soggettiva, ed in particolare all’ampiezza e profondità della gabbia toracica, all’ampiezza delle clavicola ed alla posizione delle spalle.

Soggetti con un torace ampio, spalle perfettamente addotte e clavicole corte riusciranno ad allungare ottimamente i pettorali quando il bilanciere è al petto e ad attivarli in modo ottimale in fase di spinta, relegando deltoidi e tricipiti al marginale ruolo di sinergici.

Vice versa soggetti con un torace piatto, clavicole molto larghe e spalle anteposte, con il bilanciere al petto avranno un grosso allungamento i fasci anteriori dei deltoidi, mentre il petto non sarà allungato e quindi reclutato in modo ottimale. In questo contesto i deltoidi, insieme ai tricipiti, prenderanno un ruolo molto più importante come motori del movimento venendo stimolati ed esauriti molto di più rispetto ai pettorali. Probabillmente con l’allenamento questi soggetti riusciranno anche a sviluppare un buona forza nell’esercizio e un conseguente sviluppo di deltoidi e tricipiti ma il petto rimarrà un punto debole.

 

Soluzioni Alternative per stimolare i pettorali

Se ci si allena a scopo puramente estetico e non si riescono ad ottenere risultati con le distensioni su panca piana con bilanciere, un’alternativa vincente è quella di concentrarsi su altri esercizi più adatti alla propria conformazione strutturale.

Le distensioni, nei vari angoli possibili (panca declinata, inclinata, piana)con manubri sono un ‘ottima scelta a patto di prendere delle accortenze tecniche :

  • Le scapole vanno sempre tenute addotte e depresse per tutta la durata dell’esercizio.
  • L’angolo tra il braccio e l’avambraccio non deve mai essere inferiore ai 90° in modo da non coinvolgere eccessivamente i tricipiti
  • In fase eccentrica, dobbiamo assicurarci di allungare per bene il più possibile i pettorali mandando i gomiti più in basso rispetto al torace.
  • Ci si deve concentrare ad avvicinare gli omeri (e non le mani) il più possibile durante la fase concentrica dell’esercizio (sempre mantendo un angolo non minore di 90° tra braccio ed avambraccio) per enfatizzare l’adduzione sul piano trasverso a carico dei pettorali.

L’esercizio può essere eseguito anche ai cavi, che hanno una linea di resistenza trasversale (verso l’esterno) e non solo verticale (verso il basso) come invece hanno i manubri, questo aumenta ulteriormente l’attivazione del pettorale e permette una tensione continua e di picco in massimo accorciamento quando le braccia sono completamente distese, a differenza dei manubri che a braccia distese offrono il minor grado di tensione sul petto.

Lo stesso principio si applica ai piegamenti (push up)agli anelli.

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Le indicazioni per l’esecuzioni sono le stesse di quelle esposte per le distensioni ai manubri\cavi, con la differenza che modificando la distanza fra gli anelli è possibile aumetare o diminuire il livello della resistenza trasversale e di conseguenza la difficoltà e lo stress sui pettorali. Come per tutti gli esercizi a corpo libero il proprio peso corporeo rappresenta la difficoltà di ingresso dell’esercizio. Nel caso dei piegamenti in caso di persone con poca forza è possibile eseguirle sulle ginocchia invece che sulle punte dei piedi per rendere l’esercizio molto più facile.

Un altro esercizio che stimola molto bene i pettorali sono le parallele (dips) alle sbarre a V con presa larga (in modo di enfatizzare il lavoro di adduzione dell’omero a carico del petto, e relegare i tricipiti al ruolo di sinergisti, mentre con una presa stretta avviene l’esatto opposto.)

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Questo esercizio per chi ha problemi di spalle o determinate conformazioni dell’articolazione gleno-omerale può essere proibitivo e causa di fastidi ed infiammazioni. Per chi invece lo può eseguire tranquillamente senza fastidi, è un ottimo esercizio multiarticolare su cui è possibile caricare degli ottimi pesi  e programmare serie di progressioni.

Questo esercizio, in modo analogo ai piegamenti, si può eseguire anche agli anelli larghi sfruttando una resistenza trasversale e non verticale ed una maggiore libertà di movimento, cose che possono migliorare ancora di più attivazione e stimolo dei muscoli pettorali.

 

Video delle esecuzioni

 

Push Up agli anelli larghi: 

Qui eseguendo l’esercizio a piedi rialzati, vengono conivolti  i deltoidi ed i fasci alti del petto, mentre con i piedi a terra sono più conivolti i fasci sternali ed addominali dei pettorali, portando le mani a toccarsi si ottiene anche una contrazione di picco dei pettorali.

Dips larghe sulle sbarra a V (Gironda Dips)

 

Qui invece un video di Ben Pakulski sull’esecuzione delle spinte con manubri su panca :

E qui il tutorial sull’esecuzione  della panca piana del Coach di Powerlifting Ado Gruzza (ricordo che questo tipo di esecuzione è quella che permette di massimizzare il carico esterno sul bilanciere e la sicurezza articolare, ma il carico interno sul pettorale dipende da molti altri fattori come già spiegato) :

 

 

Qui invece potete approfondire le dinamiche biomeccaniche della distensione su panca piana con bilanciere : http://www.resistancetraining.it/spinte-dal-torace/

 

Domenico Aversano

Per ulteriori informazioni potete consultare la pagina Facebook ed il sito di Domenico