Infarto miocardico: cos’è e come riconoscerlo

Ci sarà sicuramente capitato negli ultimi tempi, dopo la tragica morte del cantautore Pino Daniele per infarto, di domandarci cos’è questa patologia e come fare per riconoscerne i sintomi.

L’infarto è una necrosi del tessuto muscolare cardiaco, ovvero un’assenza di ossigeno al tessuto miocardico.
Solitamente la mancanza di ossigenazione al cuore è causata da una trombosi, un’occlusione delle pareti di un vaso sanguigno che impedisce dunque l’arrivo di sangue (e dunque ossigeno) al miocardio.

Le cause che portano all’infarto sono di vario tipo, e possono dipendere anche da un’embolia, ovvero dal distacco di un frammento da una placca aterosclerotica, che viene spinto dal flusso sanguigno verso il vaso e lo occlude.
Un’altra causa, molto frequente nei soggetti che fanno uso di cocaina, è la conseguenza dello spasmo di un’arteria coronarica, che porta ad un’interruzione della circolazione ematica ad una parte del cuore.

La pericolosità varia ovviamente da caso a caso e dipende dalla durata dell’occlusione e dal suo grado,  per questo è importante riconoscerne i sintomi e allertare i soccorsi il prima possibile.
I sintomi possono essere di vario tipo e possono precedere immediatamente l’infarto oppure precederlo di alcuni giorni.
Un breve elenco dei possibili sintomi che portano all’infarto miocardico:

  • Vertigini e svenimento
  • nausea e vomito
  • difficoltà nella respirazione e fiato corto
  • agitazione, pallore, ansia
  • sudorazione fredda e cute umida
  • dolore toracico o aumento degli episodi di dolore toracico nei giorni precedenti
  • forte dolore al centro del petto che non accenna a regredire nemmeno con il riposo
  • dolore che in alcuni casi può estendersi a stomaco, parte centrale della schiena,  spalla,  braccio (generalmente sinistro),  collo e mascella o ai denti.

Se ci si trova in una situazione in cui bisogna prestare soccorso ad un soggetto colpito da infarto è importantissimo allertare innanzitutto tempestivamente il 118, farlo sedere immediatamente, non provocargli ansia e non farlo stendere o alzare le gambe, in attesa dell’arrivo dei soccorsi.

Christian Nardelli