Letteratura femminista inglese: la storia dal XIX secolo ad oggi

Vi siete mai chiesti come le donne, nel corso degli anni, siano riuscite a superare le disuguaglianze di genere ed eccellere nella scrittura? Qui affronteremo lo sviluppo della letteratura femminista inglese dal XIX secolo fino ai tempi nostri. Vedremo come le lotte delle donne per i propri diritti siano significativi in quest’arco di tempo.

La letteratura femminista inglese ha radici profonde, che affondano nelle lotte sociali, politiche e culturali delle donne. Si sviluppa in parallelo con il movimento femminista. Il contesto storico che ne ha permesso la nascita è strettamente legato alle condizioni delle donna in Inghilterra.

Queste erano state escluse, per secoli, da molte opportunità, tra cui l’educazione, il voto e la partecipazione attiva alla vita politica e culturale.

Contesto Storico della Letteratura Femminista Inglese nel XIX secolo

Nel XIX secolo, il contesto storico che ha visto emergere la letteratura femminista inglese è stato caratterizzato da significativi cambiamenti sociali, economici e politici. Questo periodo fu segnato dalla Rivoluzione Industriale, dalle guerre napoleoniche, dal movimento per l’abolizione della schiavitù e da un crescente attivismo per i diritti delle donne.

La letteratura femminista inglese, infatti, si sviluppò come una risposta alle disuguaglianze di genere, alle limitazioni sociali e legali imposte alle donne, e alle nuove opportunità di espressione culturale e sociale. Nel corso del XIX secolo, le donne vivevano in una società fortemente patriarcale, con poche opportunità di educazione e di partecipazione politica.

La maggior parte delle leggi e delle strutture sociali limitava le donne a ruoli domestici e subordinate agli uomini, sia nelle famiglie che nella sfera pubblica.Tuttavia, il secolo fu anche un periodo di forti tensioni politiche e sociali che portarono a cambiamenti rilevanti.

Tra questi abbiamo: la Rivoluzione francese (1789), i movimenti di riforma sociale, le lotte per l’abolizione della schiavitù e la nascita di nuovi modelli di cittadinanza. Questi movimenti stimolarono anche un crescente dibattito sui diritti delle donne, che iniziò a trovare espressione anche in ambito letterario.

Il Movimento per i Diritti delle Donne

Iniziò a emergere un movimento organizzato per i diritti delle donne, che si concretizzò in richieste per il suffragio femminile, l’accesso all’educazione e la parità legale. Uno dei primi documenti fondamentali fu la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina di Olympe de Gouges (1791), un testo che anticipò le battaglie femministe future.

Tuttavia, fu nel corso del XIX secolo che la lotta per i diritti delle donne si sviluppò in modo sistematico, con figure come Mary Wollstonecraft, autrice di A Vindication of the Rights of Woman (1792), che pose le basi teoriche del femminismo moderno.

In quest’opera, Wollstonecraft sosteneva che le donne non solo non fossero inferiori agli uomini, ma che fossero state educato in modo tale da non sviluppare il loro pieno potenziale. Argomentava contro l’idea che le donne fossero destinate solo alla maternità e alla cura della casa.

Proponenva, invece, un’educazione che le preparasse a ruoli più ampi e significativi nella società. Sebbene Wollstonecraft visse nel XVIII secolo, le sue idee influenzarono profondamente il movimento femminista del XIX secolo.

Le Suffragette e la Lotta per il Diritto di Voto nel XIX secolo

Nel tardo XIX secolo, il movimento più visibile per i diritti delle donne fu la lotta per il suffragio universale. Nacquero organizzazioni come la National Union of Women’s Suffrage Societies (NUWSS), fondata nel 1897 da Millicent Fawcett. Queste si concentrarono sulla lotta pacifica per ottenere il diritto di voto per le donne.

Tuttavia, molte donne, tra cui Emmeline Pankhurst e le sue figlie Christabel e Sylvia, formarono anche il Women’s Social and Political Union (WSPU) nel 1903, un’organizzazione più radicale che adottò tecniche di protesta più violente, come manifestazioni, scioperi della fame e atti di vandalismo, per attirare l’attenzione sulla causa.

Iniziarono a perseguitare ed impringionare le suffragette. La loro determinazione, però, portò infine all’approvazione della Representation of the People Act nel 1918, che concesse il voto alle donne sopra i 30 anni (e successivamente, nel 1928, anche alle donne sopra i 21 anni).

Le Riforme Sociali e Lavorative in Inghilterra nel XIX secolo

Le donne anche lottarono per ottenere migliori condizioni di lavoro e di vita. Nel XIX secolo, la maggior parte delle donne lavorava in condizioni difficili, specialmente nelle fabbriche e nei settori industriali.

Movimenti come il Women’s Trade Union League si impegnarono per ottenere salari più equi e migliori condizioni lavorative. Inoltre, ci fu un crescente interesse per le riforme sociali che riguardavano la povertà, la salute e l’educazione. Le donne, spesso, furono in prima linea nel promuovere cambiamenti sociali.

Caratteristiche della Letteratura Femminista Inglese

La letteratura femminista inglese si caratterizzò per una serie di caratteristiche che riflettevano le sfide sociali, culturali ed economiche affrontate dalle donne del periodo. Ecco alcune caratteristiche di questo genere letterario:

  • Critica alla subordinazione femminile: Le autrici femministe affrontarono la condizione di subalternità delle donne. Spesso relegavano il matrimonio e la maternità come “destini” obbligati e negando alle donne la possibilità di autodeterminarsi. Ciò si rifletteva anche nelle leggi e nelle convenzioni sociali che limitavano l’accesso delle donne a diritti fondamentali come la proprietà, l’educazione e il voto.
  • Riscoperta dell’identità femminile: Le scrittrici femministe riflettevano sull’importanza di una maggiore consapevolezza della propria identità e autonomia. La letteratura divenne uno spazio in cui le donne potevano esplorare e riaffermare il loro diritto di essere soggetti liberi.
  • Emancipazione attraverso l’educazione e la cultura: Una delle principali richieste delle scrittrici femministe fu l’accesso all’istruzione, considerato un passo fondamentale per l’emancipazione delle donne. Molte autrici come Mary Wollstonecraft e Christine de Pizan anticipano l’idea che l’educazione sia uno strumento per combattere l’ignoranza e i pregiudizi di genere.
  • Uso del romanzo come strumento di denuncia sociale: Molte scrittrici femministe adottarono il romanzo, un genere popolare e accessibile, per trattare temi legati all’oppressione femminile. Le autrici utilizzavano le storie e i personaggi per sfidare le convenzioni sociali, mostrando le difficoltà vissute dalle donne e proponendo alternative ai ruoli tradizionali.
  • Espressione della sofferenza e resistenza femminile: La letteratura femminista spesso mette in luce la sofferenza e l’isolamento delle donne. Ma non solo, parlano anche della loro capacità di resistenza. In molte opere, le protagoniste affrontano e superano enormi difficoltà, trovando la propria voce e agendo contro le ingiustizie.

Tematiche Principali della Letteratura Femminista Inglese

  • Il matrimonio come istituzione oppressiva:Il matrimonio era visto come un’istituzione che riduceva le donne a semplici “mogli” e “madri”, negando loro un’identità propria. Molte scrittrici hanno esplorato le dinamiche oppressive del matrimonio, criticando l’idea che una donna fosse destinata a subordinarsi al marito.
  • La maternità come ruolo imposto: Molte scrittrici femministe riflettevano sulla maternità non solo come un’esperienza di gioia e realizzazione, ma anche come una costrizione sociale che limitava le opportunità delle donne.
  • Educazione ed emancipazione: La letteratura femminista si concentrò spesso sull’importanza dell’educazione per le donne, considerata una chiave per l’emancipazione e per l’uguaglianza di genere. Molte scrittici sostenevano che l’ignoranza e la mancanza di opportunità educative fossero alla base della subalternità femminile.
  • Il diritto al lavoro e all’indipendenza economica: L’indipendenza economica era vista come un passo fondamentale per la liberazione delle donne. Le scrittrici femministe rivendicavano il diritto delle donne di lavorare, guadagnare denaro e contribuire alla società al di fuori della sfera domestica.
  • Rifiuto della femminilità tradizionale: Le scrittrici femministe del XIX secolo spesso rifiutavano l’idea di una “femminilità” passiva e accondiscendente, opponendosi all’immagine della donna come angelo del focolare.
  • La sessualità femminile e la libertà individuale: La sessualità delle donne era un tema tabù nel XIX secolo, ma molte scrittrici femministe affrontarono il desiderio di autodeterminazione sessuale e affettiva.

Autrici Più Importanti della Letteratura Femminista Inglese del XIX secolo

Tra le autrici più significative della letteratura femminista inglese del XIX secolo abbiamo:

Mary Wollstonecraft (1759-1797)

Sebbene Mary Wollstonecraft appartenga alla fine del XVIII secolo, la sua opera influenzò profondamente la letteratura femminista inglese del XIX secolo. Il suo saggio A Vindication of the Rights of Woman (1792) è uno dei testi fondamentali del femminismo.
Wollstonecraft contesta l’idea che le donne siano per natura inferiori agli uomini e promuove il diritto delle donne all’educazione. Sostiene che la mancanza di opportunità educative limitava gravemente il potenziale femminile.

Jane Austen (1775-1817)

Jane Austen è una delle autrici più importanti del XIX secolo, anche se non si identificava esplicitamente come femminista. Tuttavia, le sue opere pongono domande rilevanti sulla posizione delle donne nella società.
In libri come Pride and Prejudice (1813), Sense and Sensibility (1811) e Emma (1815), Austen esplora i vincoli sociali e familiari che limitano la libertà delle donne, in particolare il matrimonio come unica via per ottenere stabilità economica e status sociale.
Le sue protagoniste, come Elizabeth Bennet e Elinor Dashwood, sono donne intelligenti e forti che sfidano le convenzioni del loro tempo, seppur in modi complessi e sottili.

Charlotte Brontë (1816-1855)

Charlotte Brontë è una delle figure più emblematiche della letteratura vittoriana e una delle prime a dare voce a un femminismo che rifletteva le contraddizioni della società del XIX secolo. La sua opera più celebre, Jane Eyre (1847).
Qui racconta la storia di una giovane orfana che lotta per la sua indipendenza e il suo diritto a scegliere il proprio destino, in particolare nella relazione con il signor Rochester. Jane Eyre è una delle prime opere in cui una protagonista femminile rifiuta il matrimonio come unica via di realizzazione.
La protagonista sceglie, invece, l’autosufficienza e l’autodeterminazione. La sua lotta contro le ingiustizie sociali e di genere, in particolare nel contesto del matrimonio e della famiglia, è una forma di resistenza all’ordine patriarcale.

Emily Brontë (1818-1848)

Emily Brontë, sorella di Charlotte, è celebre per il suo romanzo Wuthering Heights (1847), un’opera che esplora temi di passione, vendetta e conflitto sociale. Sebbene non si tratti di un’opera femminista nel senso tradizionale, la protagonista Catherine Earnshaw sfida molte convenzioni della sua epoca.
In particolare, lotta contro le strutture sociali che limitano le donne. L’opera mette in discussione la rigidità dei ruoli di genere e la subordinazione delle donne al potere maschile.

Elizabeth Barrett Browning (1806-1861)

Elizabeth Barrett Browning è una delle poetesse più importanti del XIX secolo e un esempio di come la poesia possa veicolare tematiche femministe. La sua raccolta Sonnets from the Portuguese (1850) esplora l’amore e l’emancipazione personale in modo profondo e complesso.
E’ in Aurora Leigh, però, che Browning esprime in modo esplicito le sue convinzioni femministe. In Aurora Leigh, la protagonista è una poetessa che combatte contro la marginalizzazione delle donne nell’arte e nella società, cercando di costruire una carriera letteraria in un mondo che tende a escludere le donne.
L’opera è un manifesto delle difficoltà e delle aspirazioni delle donne artiste, ma anche un’opera che sottolinea l’importanza dell’indipendenza e dell’autosufficienza femminile.

George Eliot (1819-1880)

George Eliot, pseudonimo di Mary Ann Evans, è una delle scrittrici più importanti del XIX secolo. Le sue opere esplorano temi come il matrimonio, la religione e la lotta per la realizzazione individuale. Spesso mette in luce la condizione delle donne e la loro lotta per ottenere autodeterminazione.
Middlemarch (1871-1872) è il suo romanzo più noto e affronta la questione della libertà femminile. Si concentra sul personaggio di Dorothea Brooke, una giovane donna intellettualmente brillante che cerca di trovare il proprio posto in una società che la limita a causa del suo sesso.

Charlotte Perkins Gilman (1860-1935)

Anche se non inglese (è americana), Charlotte Perkins Gilman ha avuto una grande influenza sulla letteratura femminista inglese e non solo. Il suo racconto più famoso, The Yellow Wallpaper (1892), è una critica esplicita alla reclusione delle donne nelle case e alla mancanza di autonomia intellettuale e fisica, che riflette il trattamento delle donne malate durante l’epoca vittoriana.
La protagonista, confinata in una stanza per curare la sua depressione post-partum, sviluppa una follia che la porta a identificarsi con il pattern di una carta da parati gialla. L’opera è una denuncia delle pratiche mediche e sociali che limitavano la libertà e la salute mentale delle donne.

Lo Sviluppo della Letteratura Femminista Inglese nel XX secolo

Col il XX secolo e la seconda ondata del femminismo (anni ’60 e ’70), la letteratura femminista inglese prende una forma più definita e radicale. Il movimento per i diritti civili delle donne diventa centrale, e le scrittrici iniziano a mettere in discussione non solo le disuguaglianze sociali, ma anche i ruoli di genere imposti dalla cultura.

Autrici come Virginia Woolf, con il suo celebre saggio A Room of One’s Own (1929), sviluppano la teoria della “stanza tutta per sè“. E’ un concetto simbolico che sottolinea l’importanza dell’indipendenza economica e creativa per le donne, senza la quale non è possibile scrivere liberamente.

Woolf non solo solleva la questione del diritto delle donne di essere scrittrici, ma critica anche il patrarcato, che ha relegato le donne ai margini della storia e della cultura. Altre autrici di questo periodo come Doris Lessing, Angela Carter e Jeanette Winterson esplorano tematiche di identità di genere, sessualità e potere.

Autrici come Germaine Greer, con The Female Eununch (1970), mettono in discussione le convinzioni sociali che relegano le donne a ruoli subordinati. Greer critica il modo in cui la cultura patriarcale opprime le donne, non solo fisicamente ma anche psicologicamente.

Anni ’80 e ’90: la Letteratura Femminista Inglese Post-strutturalista e Postcoloniale

Negli anni ‘80 e ‘90, la letteratura femminista inglese si diversifica ulteriormente, riflettendo il crescente pluralismo delle voci femminili. Il femminismo post-strutturalista ha le sue radici nella teoria letteraria e nella filosofia di pensatori come Michel Foucault e Jacques Derrida.

Questo enfatizza il modo in cui il linguaggio e le narrazioni influenzano la costruzione dell’identità di genere. In questo contesto, autrici come Jeanette Winterson, con Oranges Are Not the Only Fruit (1985), offrono una riflessione sulla sessualità e l’identità lesbica. Affrontano anche il conflitto tra desiderio personale e norme sociali.

Il femminismo postcoloniale diventa sempre più influente. Autrici, come Ben Okri e Zadie Smith, offrono una visione del mondo che interroga il razzismo e il colonialismo. Questi sono aspetti centrali nella comprensione delle esperienze femminili non occidentali.

Le scrittrici afro-americane e afro-britanniche cominciano a emergere, portando alla luce le difficoltà che le donne di colore affrontano sia per il loro genere che per la loro razza.

Letteratura femminista inglese negli Anni 2000: l’Inclusività e la Letteratura Queer

Nel nuovo millennio, la letteratura femminista inglese diventa ancora più inclusiva, con un’attenzione crescente alle identità di genere non binarie e alle esperienze transgender. Autrici come Ali Smith e Sarah Waters trattano temi di fluidità di genere e di sesso in modo innovativo.

Jeanette Winterson continua ad esplorare la complessità dell’identità sessuale in opere come The Gap of Time (2015), ispirata a Il racconto d’inverno di Shakespeare. In questi, la fluidità delle identità e delle relazioni è centrale.
Reni Eddo-Lodge, con il suo saggio Why I’m No Longer Talking to White People About Race (2017), affronta la relazione tra razza e patriarcato. Cerca di superare la visione monolitica della femminilità bianca che ha dominato la tradizione femminista occidentale per decenni.
Nel contesto più recente, le questioni legate alla rappresentazione delle donne nei media e alla loro partecipazione politica sono esplorate da autrici come Chimamanda Ngozi Adichie. In We Should All Be Feminists (2014) e Dear Ijeawele (2017) promuove un femminismo che abbraccia la diversità e l’inclusività.

Conclusione

In conclusione, la letteratura femminista inglese ha percorso un cammino ricco e complesso. Si è evoluta in risposta ai cambiamenti sociali, politici e culturali avvenuti nei secoli XIX e XX, e continua a farlo nel XXI secolo. Le autrici hanno costantemente sfidato le convinzioni e le norme dominanti.

Hanno creato opere che non solo riflettono le esperienze femminili, ma che contribuiscono a ridefinire il ruolo delle donne nella società. Oggi la letteratura femminista inglese è una rete variegata di voci che abbracciano diverse identità di genere, razza e classe. Promuovono un femminismo inclusivo.