Pol Pot e la Cambogia: regime khmer e genocidio

Pol Pot, il cui vero nome era Saloth Sar, è stato uno dei dittatori più sanguinari che la storia recente ricordi, autore di crimini atroci contro l’umanità. Un’umanità che si identifica con la stessa popolazione del suo Paese, la Cambogia. Parlandone possiamo quasi certamente utilizzare il termine genocidio. Si tratta di ciò che hanno attuato i governi che, nella storia, si sono scagliati contro minoranze, più o meno grandi, nei vari Stati del mondo, dai nazisti ai sovietici, dai maoisti ai rwandesi.

Chi era Pol Pot?

Saloth Sar nacque a Prek Sbauv il 19 maggio 1925 da una famiglia di origini contadine, ma molto ricca e vicina agli ambienti di palazzo della monarchia cambogiana. Infatti Saloth Sar trascorse parte della sua giovinezza a corte, entrando quindi subito a contatto, seppur relativamente, con le sfere del potere.

POL POT
Ritratto fotografico di Pol Pot

Il futuro capo delle milizie comuniste cambogiane si formò poi a Parigi, come elettrotecnico, per poi aderire al Partito comunista francese. All’apice della rivoluzione, ossia nel 1975, formò il primo governo rosso del suo Paese, la Cambogia, che sarebbe stato conosciuto come Kampuchea Democratica.

L’incontro con Khieu Samphan

A Parigi conobbe il connazionale Khieu Samphan, con cui strinse amicizia. Questi era ritornato in patria negli anni ’60 e si era politicamente impegnato, anche durante il periodo di insegnamento accademico, a contrastare l’influenza occidentale sulle economie del sud-est asiatico.

Dopo la guerra indocinese, Saloth Sar ritornò in Cambogia per attuare una forte politica antifrancese attraverso il Partito comunista di Kampuchea (CPK), che avrebbe avuto un ruolo decisivo già 5 anni prima della rivoluzione, durante il golpe che rovesciò il sistema monarchico vigente. Ma vediamo cosa accadde.

Come ottenne il potere Pol Pot?

Appoggio del Vietnam

A partire dagli anni ‘60 le forze comuniste della Cambogia cercarono anche l’appoggio del Vietnam del Nord di Ho Chi Minh.

Questi fu fondatore del partito comunista (1930) e quindi del Viet-minh (Lega per l’indipendenza del Vietnam, 1941), nel 1945 proclamò l’indipendenza del Vietnam e guidò la guerra contro i francesi, la cosiddetta Guerra d’Indocina, che portò all’indipendenza anche del Laos.

Presidente del Vietnam del Nord fino alla morte, avvenuta nel 1969, sostenne l’azione dei Viet-cong, le forze comuniste del Vietnam del Sud, contro il governo del presidente Saigon appoggiato dagli USA.

Sostegno della Cina

Inoltre fu forte il sostegno politico ed economico della Cina di Mao-Tse Tung. Questi aveva, negli anni ’30, portato il Partito Comunista Cinese ad una dura lotta contro la fazione nazionalista di Chiang Kai-shek, il Kuomintang.

Mao guidò il partito in una strategia che saldava insieme la lotta antimperialista e la lotta antifeudale applicando la riforma agraria nelle zone liberate e riuscì a proclamare la nascita della Repubblica Popolare Cinese, con capitale Pechino, nel 1949. In particolare la Cina offriva ingenti aiuti economici alla Cambogia, ma al contempo sfruttava pesantemente le risorse agricole nazionali.

Nel 1968 Saloth Sar fondò la milizia comunista dei khmer rossi, con Ieng Sary, anch’egli di formazione francese e poi, ritornato in patria, membro del CPK. Questa milizia aveva il compito di supportare, potremmo dire squadristicamente, l’avanzata al potere del partito.

A maggior ragione, con la nascita della Kampuchea Democratica (il governo comunista di Pol Pot durato 4 anni, dal 1975 al 1979), i khmer rossi furono il braccio armato che permise di mantenere in piedi il governo attraverso una repressione sociale estrema.

Repubblica Khmer

La svolta avvenne il 17 marzo 1970, quando, con l’appoggio statunitense, il primo ministro Lon Nol effettuò un colpo di Stato con cui si sostituì a Norodom Sihanouk, con lo scopo di garantire sicurezza al fronte sud-occidentale del Vietnam.

Sihanouk era stato re della Cambogia dal 1941 al 1955 e poi successivamente primo ministro ad intermittenza nel corso degli anni ’60. Sarebbe poi ritornato sul trono nel 1993 e fino al 2004, per poi morire nel 2012 a 90 anni. Lon Nol aveva già rivestito incarichi importanti con la dominazione francese, prima dell’indipendenza raggiunta dal suo Paese nel 1954.

Nonostante egli, in passato, avesse contribuito a perseguitare le forze comuniste, il nuovo governo, che introduceva l’istituzione repubblicana (Repubblica Khmer). Esso comprendeva, però, anche una forte componente rossa e ad esso infatti prese parte anche Khieu Samphan in qualità di ministro della difesa, vice-premier e capo delle forze armate.

Ma le tensioni sociali in Cambogia crebbero e con esse la forza dei khmer rossi. Il CPK prese il potere con la conquista, da parte delle milizie di Saloth Sar, della capitale Phnom Penh il 17 aprile del 1975, instaurando un governo con poteri assoluti e distruttivi.

Il nuovo governo, però, cercò e trovò l’appoggio dell’ex sovrano Norodom Sihanouk, rifugiatosi nel territorio dell’alleato cinese. In questo contesto nacque quello che potremmo definire il mito di Pol Pot.

Il suo nome ha una probabile origine occidentale, dato che Pol è assimilabile al cristiano Paolo. Sulla sua personalità e la sua ideologia hanno indubbiamente avuto una pesante influenza le esperienze politiche francesi ed il confronto con la monarchia, prima, e la repubblica, poi, in Cambogia.

Pol Pot

Quale fu la politica dei khmer rossi?

Molti studiosi, tra cui David Chandler e Ben Kiernan, hanno analizzato la natura e lo sviluppo del potere politico di Pol Pot e del suo esercito rosso. Non vanno poi trascurate le testimonianze dirette, come quelle della scrittrice Loung Ung, la quale ha vissuto sulla propria pelle i danni funesti di una politica spaventosamente crudele che, in appena 4 anni, secondo le stime, ha prodotto un numero di morti che si ritiene possa oscillare tra 1,5-2 milioni di persone.

In particolare Kiernan ritiene che la politica di Pol Pot abbia ereditato molto dal regime cinese maoista, in specie il ritorno ad una economia ed uno stile di vita, uniforme nell’intero Paese, prettamente agricolo.

Ciò comportò, in quel periodo, una gran diffusione di malattie e di una fame che provocò morti su morti. Il progetto era quello di uno Stato agrario su base contadina, la quale però si trovava chiaramente impreparata ad uno sforzo ingente come quello richiesto da Pol Pot.

Comunismo monolitico?

L’errore di studiosi come Chandler è stato quello di definire il comunismo cambogiano come parte di un monolite comprendente sia quello cinese che quello sovietico, agenti su basi molto diverse, sicuramente economicamente più sviluppate. L’appoggio della Cina permise un importante approvvigionamento di riso, ma causò danni ambientali ed economici per lo sfruttamento dell’agricoltura cambogiana.

Inoltre era chiaro che la preminenza del Vietnam negli equilibri geopolitici dell’Indocina spingeva Pol Pot a cercare l’appoggio dei Paesi comunisti vicini e molto più forti, per contrastare efficacemente la pesante offensiva degli USA alleati con il Vietnam del Sud.

Pol Pot: Khmer rossi
Khmer rossi

Pol Pot è stato un assassino di massa?

Pol Pot auspicava, inoltre, di ripulire la società cambogiana dalla presenza di quelle classi borghesi che la sua ideologia politica fortemente avversava. La generalità di questa strategia ebbe effetti devastanti e colpì anche fasce di popolazione con una formazione più alta, la quale improvvisamente divenne una discriminante, prescindendo dal parametro della ricchezza.

Come ricorda la stessa Loung Ung, bastava indossare un paio di occhiali per essere ritenuti non conformi, disubbidienti e uccisi a discrezione del soldato di turno!

Questa irreggimentazione della vita quotidiana chiaramente colpì anche le fasce più povere che perirono a causa della fame, delle scarse misure igieniche e sotto i colpi d’arma da fuoco che giornalmente si sentivano a Phnom Penh e nelle altre città. La stessa urbanizzazione era avversata con un ritorno forzato ad insediamenti abitativi nelle campagne.

L’opera di Kiernan è il resoconto più dettagliato del regime rosso di Pol Pot e degli effetti dei suoi crimini, per cui egli fu già condannato nel 1979, anno in cui il suo regime cadde per l’invasione vietnamita di alcuni territori cambogiani.  Nonostante ciò fu appoggiato persino dai USA in funzione antisovietica, dato che egli non aderì mai in maniera ortodossa alle politiche dell’URSS.

I procedimenti giudiziari

Le vicende giudiziarie successive al ’79 hanno cercato di classificare lo sterminio cambogiano come genocidio, prendendo a modello la Convenzione sul Genocidio del 1948. Ma l’incertezza delle fonti giudiziarie, delle prove, delle testimonianze e la non contemplazione, da parte della convenzione, dei reati contro la cultura nella definizione ufficiale, non hanno permesso la completa condanna del regime di Pol Pot. Questi morì forse per arresto cardiaco, forse suicidandosi, il 15 aprile 1998.

Soltanto negli ultimi anni si è giunti ad un giudizio più conforme ai crimini commessi in quegli anni sanguinari con la definitiva condanna di due importanti gerarchi dei khmer rossi, Khieu Samphan, tuttora in vita, e Nuon Chea, morto nell’agosto del 2019.

Quello kampucheano è stato uno dei regimi più sanguinari della storia e certamente uno dei più controversi, considerata anche la sua brevità. Spesso però, come per altre vicende, se ne parla molto poco.

Giuseppe Barone

BIBLIOGRAFIA

  • Genocide in Cambodia, Documents from the Trial of Pol Pot and Ieng Saryby Howard J. De Nike; John Quigley; Kenneth J. Robinson, University of Pennsylvania Press (May 2, 2000).
  • The Killing Fields Ben Kiernan: The Pol Pot Regime: Race, Power, and Genocide in Cambodia under the Khmer Rouge, 1975–79, Yale Univ Pr; New edition (March 2, 1998)
  • The Pol Pot Regime: Race, Power, and Genocide in Cambodia under the Khmer Rouge, 1975-79, by Ben Kiernan. New Haven, Yale University Press, 1996.
  • Brother Number One: A Political Biography of Pol Pot. By David P. Chandler. Boulder, Colo.: Westview Press, 1992. xvii, 254 pp.
  • First They Killed My Father: A Daughter of Cambodia Remembers (HarperCollins Publishers, Inc., 2000)

SITOGRAFIA:

www.corriere.it