Bastardi senza gloria: un’ucronia targata Quentin Tarantino

Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds) è un film scritto e diretto da Quentin Tarantino. La pellicola, dalla durata due ore e mezza, esordisce al Festival di Cannes nel maggio 2009. Il cast vanta nomi illustri, tra i quali Brad Pitt, Michael Fassbender e Mèlanie Laurent. L’attore austro-tedesco Christoph Waltz si aggiudicherà un golden globe e un premio oscar grazie alla magnetica performance nei panni del colonnello Hans Landa.

Bastardi senza gloria è ambientato nel passato, fatto insolito per un’opera tarantiniana. Le vicende si svolgono durante la seconda guerra mondiale e ruotano attorno alla figura del tenente americano Aldo Raine (Brad Pitt). Egli è a capo di un plotone speciale di americani di origine ebraica incaricato di ed estorcere ai soldati nazisti informazioni rilevanti prima di ucciderli. Il tenente ama collezionare scalpi dei suoi nemici e si diverte a incidere con un coltello la loro fronte , spesso disegnandovi svastiche. Raine pretende che coloro sotto il suo comando facciano altrettanto, rendendo rapidamente la sua unità l’incubo di ogni nazista.

L’inversione di ruoli tra ebrei e nazisti in Bastardi senza gloria

La pellicola racchiude tutte le peculiarità delle opere firmate Tarantino: violenza condotta all’estremo, dialoghi accattivanti, interminabili monologhi, colpi di scena atti a scioccare lo spettatore e approfondita caratterizzazione dei personaggi. Il film, pur facendo parte del cinema di guerra, si discosta dai vari Schindler’s list e Salvate il soldato Ryan: le vicende narrate, infatti, non ambiscono a sensibilizzare il pubblico sulle atrocità compiute durante il secondo conflitto mondiale.

Ad animare i protagonisti è un profondo desiderio di vendetta. Il frequente ricorso a torture ed altri metodi brutali li rende poi molto simili ai loro nemici. Non più assimilati ai ratti, come nella propaganda nazista, ma agli orsi, gli ebrei diventano personaggi pulp con tutte  le consequenziali sfaccettature: temerari, sboccati, ironici, sanguigni, vendicativi. Vittime e carnefici divengono parte di un medesimo turbinio di violenza, talvolta fine a sé stessa, il che ha sollevato non poche critiche.

Bastardi senza gloria

Bastardi senza gloria ha inizio con immagini rigorosamente in bianco e nero, che danno l’impressione di trovarsi di fronte ad una vecchia pellicola girata nel dopoguerra. L’intento è condurre lo spettatore in un determinato contesto situazionale, lasciarlo immedesimare in poveri uomini, donne e bambini ebrei nascosti sotto il traballante pavimento legnoso di una umile abitazione tra le montagne francesi. Si ha la claustrofobica sensazione di ritrovarsi rannicchiati dentro un nascondiglio senza vie di scampo con le mani congiunte e il respiro trattenuto.

Quentin Tarantino non ama però essere scontato e l’andamento degli eventi si discosta ben presto da ogni riferimento alla storia reale. Gli ebrei di Raine, infatti, ribaltano ben presto i rapporti di forza vigenti dando vita ad una vendetta sanguinaria, la cui conclusione sfocia nell’ucronia.

In Bastardi senza gloria il regista abbandona ogni freno inibitorio, mosso dall’obiettivo di sorprendere lo spettatore con una radicale inversione storico-cinematografica.

Davide Gallo