L’amore ai tempi della sociobiologia (introduzione)

La sociobiologia è una disciplina che si occupa di studiare i caratteri sociali sulla base della biologia: il comportamento, secondo i sociobiologi, è una caratteristica che si è evoluta nel corso della storia naturale delle specie, così come si sono evoluti gli adattamenti morfologici, e come questi, è stato ed è soggetto a selezione naturale.
La nota teoria scientifica, figlia delle concezioni del naturalista britannico Charles Darwin, era tuttavia un modello volto a spiegare gli adattamenti di forma e di funzione apportati dalle mutazioni che compaiono negli individui durante il loro percorso evolutivo. Questi cambiamenti possono risultare vantaggiosi, e allora si diffondono all’interno della specie, determinandone la direzione del percorso mutazionistico, oppure possono rivelarsi controproducenti, e scomparire assieme all’individuo in cui si manifestano.

Charles Darwin
Charles Darwin

Portrait of a young Charles Darwin

Il profitto offerto da una mutazione è calcolato in termini di fitness, ovvero il successo riproduttivo di un organismo, quantificato attraverso l’abbondanza della prole che riesce a sua volta a riprodursi. La fitness è una misura comparativa che mette a confronto i costi con i benefici. Gli individui con una maggiore fitness sono quelli col grado di adattamento più alto rispetto all’ambiente in cui vivono.
La sociobiologia ha esteso il concetto di selezione naturale, e quindi di fitness, alla socialità: anche determinati comportamenti possono risultare vantaggiosi (o viceversa, svantaggiosi) per un animale, e quindi avere un effetto diretto sulla sua fitness. La selezione naturale agisce quindi anche sulla sfera etologica, determinando la diffusione di costumi sociali all’interno delle popolazioni.

Il termine che chiarisce subito l’argomento in questione fu introdotto nel 1975 da Wilson nel suo “Sociobiologia: la nuova sintesi”, definendo l’applicazione dei concetti darwniani legati all’evoluzionismo e di quelli mendeliani riguardanti la genetica ai comportamenti sociali, rappresentando il punto d’incontro tra le scienze sociali e quelle naturali. Sulla base di ciò è possibile dotare il comportamento animale di una connotazione di derivazione genetica.

E. O. Wilson
E. O. Wilson

Il lavoro dei sociobiologi consiste nell’elaborare modelli probabilistici, sulla base dei quali è possibile dedurre ed estrapolare previsioni generali circa determinati fenomeni biologici e comportamentali. La sociobiologia è quindi appartenente al gruppo delle cosiddette Soft Sciences, le “scienze molli”, basate su asserzioni non assolutistiche e matematiche, e eche si contrappongono alle Hard Sciences, le scienze dure, che si occupano di dimostrare empiricamente le loro ipotesi, in modo che esse risultino sempre esatte in ogni caso.

Questa disciplina ha fatto luce su diversi argomenti che hanno sempre acceso e scatenato la curiosità dell’uomo, rappresentando un nuovo modo di affrontare determinate tematiche, con un atteggiamento differente: il sociobiologo cerca di risalire alle cause prime di ogni comportamento. Solo in questa maniera riesce a comprenderne ogni aspetto. Se si riesce a capire perché un certo costume è comparso e quale profitto ha permesso di raggiungere in termini di successo riproduttivo, si potrà comprendere il motivo della sua stessa evoluzione, e tracciare una linea del suo progresso.

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Uno degli argomenti che maggiormente ha interessato i sociobiologi è senza alcun dubbio il sesso. Al di là dell’indubbio fascino della possibile discussione, esso rappresenta il perno attraverso cui ruota il concetto stesso di fitness, nonché il mezzo stesso attraverso cui si attua e si consegue il successo riproduttivo.
La sessualità è una sfera fortemente legata all’impulso istintivo. I comportamenti legati ad essa sono generalmente considerati naturali e spontanei, cosicché si ritiene di conoscerne la maggior parte degli aspetti e che tutti i suoi misteri siano stati svelati. Il sesso è senza dubbio uno degli argomenti che da sempre ha maggiormente interessato l’uomo, che ha desiderio di conoscerne ogni sua sfumatura quasi quanto ha desiderio di praticarlo.

Il sesso è di solito associato alla natura, e molti ritengono, generalizzando, che il comportamento umano in quest’ambito sia quasi speculare a quello degli animali da cui si è evoluto. In realtà la sessualità umana ha ben poco in comune con quella della maggior parte degli animali. Se già viene messa a confronto con quella dei primati filogeneticamente a noi più vicini, essa appare quantomeno bizzarra. I comportamenti legati al sesso sono legati con l’evoluzione del nostro ciclo vitale, che l’uomo considera come norma, ma che di fatti si discosta sostanzialmente da quello tipico di altri animali.

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L’approccio sociobiologico consiste nello spiegare il comportamento sessuale animale ed umano attraverso il concetto di fitness, partendo dalla premessa che se un determinato carattere è comparso e si è evoluto in una certa maniera, diventando parte del ciclo biologico dell’animale in maniera così naturale, tanto che un profano lo darebbe addirittura per scontato, vuol dire che esso ha portato ad un aumento del successo riproduttivo dell’individuo che l’ha “ricevuto in dotazione”, e si è poi diffuso nella popolazione.

Lorenzo Di Meglio

Bibliografia

Jared Diamond – Il terzo Scimpanzè ascesa e caduta del primate Homo sapiens – Bollati Beringhieri

Stephen Jay Gould – Bravo Brontosauro – Feltrinelli

Paul B. Weisz – Zoologia – Zanichelli

Sitografia

http://plato.stanford.edu/entries/sociobiology/