Indipendence day, analisi del film di Roland Emmerich

Il tema di altre forme di vita esistenti nell’universo affascina da sempre l’umanità. La letteratura ed il cinema trattano con frequenza storie che vedono protagoniste civiltà evolute provenienti dal altri mondi. Indipendence day, incentrato su un ipotetico conflitto armato contro una di esse, esordisce nelle sale statunitensi il 2 luglio 1996, in piena coincidenza col giorno dell’indipendenza americana, centrale negli eventi del film. La pellicola sbanca i botteghini nazionali e d’oltreoceano raggiungendo il primato annuale di incassi. Ottiene anche due nomination agli oscar del 1997, aggiudicandosi la statuetta per i migliori effetti speciali. La critica non accoglie in maniera favorevole il film, ritenendolo eccessivamente legato a vecchi stereotipi patriottico-americani, nonché poco credibile nel suo esito finale.

Il regista tedesco Roland Emmerich si consacra maestro assoluto degli effetti speciali. La coppia “bellica” formata da Will Smith e Jeff Goldblum mostra un ottimo affiatamento. Bill Pullman si destreggia abilmente negli insoliti panni del presidente-pilota. La sceneggiatura è scritta a quattro mani dallo stesso Emmerich e Dean Devlin. Il sonoro è curato da David Arnold, già autore di varie musiche per la saga James Bond agente 007. A venti anni di distanza dalla prima opera, il 24 giugno 2016, compare poi nelle sale il sequel Indipendence day – Rigenerazione.

La trama di Indipendence day

Indipendence day

Will Smith e Jeff Goldblum

Indipendence day è ambientato nel suo stesso anno di produzione, il 1996, ed inizia con la NASA avvista una serie di oggetti volanti non identificati che si riveleranno di origine aliena. Tali navicelle iniziano a posizionarsi sopra i luoghi più importanti della Terra ignorando qualsiasi tentativo di contatto da parte degli umani. Essi però riveleranno ben presto le proprie intenzioni iniziando un attacco su scala globale contro il genere umano. La tecnologia aliena si dimostra estremamente più avanzata di quella terrestre e intere città vengono rase facilmente al suolo mentre qualsiasi tentativo di contrattacco da parte degli umani viene frustrato da giganteschi campi di forza posti a difesa delle astronavi.

Per colmare il gap, gli Stati Uniti sfruttano le proprie conoscenze sugli alieni custodite nell’Area 51. Dopo aver localizzato la fonte d’energia degli scudi all’interno dell’astronave madre nemica, orbitante intorno all’atmosfera terrestre, lo scienziato David Levinson e il capitano-pilota Steven Hiller partono assieme all’interno di una navicella aliena per installare un virus informatico nella base nemica. Il tentativo ha successo e il virus disabilita gli scudi di tutte le astronavi aliene consentendo agli eserciti terrestri di abbattere i nemici. Tra i piloti che affrontano la minaccia spicca il presidente degli Stati Uniti, Thomas J. Whitemore, che torna a pilotare un caccia dopo anni di inattività per guidare i suoi concittadini al contrattacco. La vittoria finale coincide con il 4 luglio, giorno dell’indipendenza americana, che assurge a celebrazione mondiale del valore della

Le doti nascoste dell’umanità

Indipendence day
Un’astronave aliena pochi secondi prima dell’attacco globale

Ad Hollywood il termine alieno finisce spesso con l’assumere significato di disgrazia imminente; sono moltissime infatti le pellicole in cui l’arrivo di una nuova razza sulla terra coincide con la possibile estinzione di quella umana.

Indipendence day possiede tutti gli elementi del tipico film apocalittico. E, trattandosi di una produzione a stelle e strisce, salvare il mondo dalla minaccia giunta dallo spazio spetta di diritto all’esercito americano. I protagonisti principali sono soldati o ex militari coinvolti in molteplici vicende destinate poi a intrecciarsi tra loro nel corso dello sviluppo narrativo. Spettacolari scene di guerra e distruzione di massa si accavallano in un crescendo di musiche, emozioni e colpi di scena.

Al di là di alieni e militari però, l’opera di Emmerich vuole raccontare la capacità del genere umano di fare fronte comune dinanzi ad un ostacolo apparentemente insormontabile. La minaccia aliena consente, infatti, all’uomo di riscoprire un perduto senso di appartenenza accantonando diversità superficiali in nome di somiglianze troppo spesso ignorate. Ogni essere umano scopre di non essere solo e di poter fare affidamento sui propri simili e che solo con la loro collaborazione potrà salvarsi dall’estinzione.

Davide Gallo