Dragon Ball Super: Broly, la recensione

Dragon Ball Super: Broly, diretto da Tatsuya Nagamine, è il primo lungometraggio basato sull’anime di Dragon Ball Super e successivo alla sua conclusione. Come La battaglia degli dei e La resurrezione di ‘F’ il nuovo film è da considerarsi parte integrante della serie.

La pellicola è stata prodotta dalla Toei Animation e distribuita dalla 20th Century Fox. Della sceneggiatura si è occupato Akira Toriyama, padre del’intero franchise, che ha inoltre collaborato anche al character design dei nuovi personaggi.

Dragon Ball Super: Broly è stato il film di Dragon Ball ad aver incassato di più, sbancando il botteghino fin da subito anche in Italia. Tale risultato deriva dal gran numero di fan e dalla curiosità destata dal reboot di un personaggio come Broly, ma anche dalla qualità della pellicola.

N.B. nel proseguimento dell’articolo ci saranno anticipazioni sui contenuti del film.

Il passato dei saiyan

Dragon Ball Super: Broly si sviluppa lungo due assi temporali, risultando quasi come l’unione di due diversi film. Essa racconta, infatti, sia avvenimenti che precedono di decenni l’inizio di Dragon Ball Super che eventi successivi al Torneo del Potere.

Il film si apre con una sequenza collocata 41 anni prima della serie, nella quale Re Cold cede le redini del suo impero al figlio Freezer presentandolo ai guerrieri saiyan. Fin da subito Freezer dimostra il proprio potere e un certo astio verso i saiyan, silenziosamente ricambiato dal loro sovrano, Re Vegeta.

Pochi giorni dopo il re è turbato dalla nascita di Broly, figlio di un saiyan di rango inferiore, ma con un potenziale superiore a quello del suo adorato erede. Non sopportando l’idea che qualcuno possa minacciare l’ascesa del figlio, Re Vegeta esilia Broly su Vampa, un mondo desolato abitato da creature mostruose. La scusa ufficiale è di affidargliene la conquista in virtù delle sue capacità. Il colonnello Paragas, padre di Broly, intuisce però la verità, ruba dunque un’astronave e parte alla ricerca del figlio, deciso a salvargli la vita. Una volta giunto su Vampa ritroverà il bambino, ma i due resteranno bloccati sul pianeta a causa degli ingenti danni riportati dall’astronave durante l’atterraggio.

5 anni dopo Freezer, indispettito dalle leggende circa l’esistenza di un pericoloso super saiyan, decide di procedere alla distruzione del loro mondo. Prima di farlo vi raduna però tutti i saiyan con il pretesto di un’importante comunicazione. Uno di loro, Bardack, s’insospettisce e, con la tacita complicità della sua compagna, Gine, spedisce il suo secondogenito Kakaroth sulla periferica Terra, deciso a metterlo al sicuro. Sia lui che Gine non sopravviveranno alla distruzione del pianeta, ma Kakaroth crescerà sano e forte assumendo poi il nome di Son Goku.

Goku e Vegeta contro Broly

Poco tempo dopo la conclusione del Torneo del Potere, Freezer invia sulla Terra alcuni soldati per raccogliere le sfere del drago desiderando diventare più alto. Sebbene, inizialmente, non sia intenzionato a scontrarsi con Goku e Vegeta quando alcuni suoi sottoposti, l’anziano Lemo e la giovane Cheelai, trovano Paragas e Broly, le cose cambiano.

Il potenziale di quest’ultimo, infatti, incuriosisce Freezer che decide di scatenarlo contro i suoi storici nemici. Paragas, consumato dall’odio verso il defunto Re Vegeta, è entusiasta all’idea di potersi vendicare sul suo adorato erede. Broly, invece, pare molto più interessato a conoscere il mondo esterno, per lui nuovo e misterioso.

Nel corso della sua esplorazione dell’astronave di Freezer egli stringerà dunque amicizia con Lemo e Cheelai, mostrando però una scarsa capacità di controllarsi. Incline agli scatti d’ira, Broly, quando si arrabbia, diviene ingestibile, circostanza che obbliga il padre a riportarlo in sé sottoponendolo a forti elettroshock.

Broly sorprenderà fin da subito Goku e Vegeta, dimostrando un’innata predisposizione ad imparare dai propri avversari migliorando costantemente. Divenuto più forte dopo aver raggiunto per la prima volta la trasformazione in super saiyan a causa della morte del padre (appositamente ucciso da Freezer per farlo infuriare, facendo poi ricadere la colpa sui saiyan), Broly, ormai privo di ogni raziocinio, sconfiggerà facilmente i suoi avversari che saranno costretti a fondersi in Gogeta per fermarlo. Grazie all’intervento di Lemo e Cheelai, che useranno le sfere del drago per riportare Broly su Vampa, il guerriero sopravviverà alla propria disfatta.

Dragon Ball Super: Broly
Broly fuori controllo

Nel finale Freezer tornerà alle proprie conquiste, soddisfatto dall’aver dato vita a un nuovo rivale da cui poter imparare per migliorarsi. Lemo e Cheelai invece raggiungeranno Broly ricevendo poi la visita di Goku che proporrà a quest’ultimo di allenarsi insieme.

L’importanza dei rapporti umani

Ciò che, in primis, rende Dragon Ball Super: Broly estremamente più complesso di qualsiasi altra espressione cinematografica del franchise è l’importanza in esso accordata all’elemento umano. I personaggi, comparse comprese, non si limitano, infatti, ad affrontarsi nei consueti scontri adrenalinici, ma sono legati da rapporti complessi e sfaccettati.

L’esempio principale è costituito da Broly e Paragas, la cui relazione è, a un tempo stesso, profondamente autentica e estremamente morbosa. Paragas ha sacrificato tutto per salvare il figlio senza però mai riuscire realmente ad accettarlo, scoraggiandone le inclinazioni naturali per trasformarlo nel guerriero definitivo. Broly, nonostante sia consapevole dei limiti del padre, non lo odia e, a dispetto dei ripetuti abusi, lo difende strenuamente da ogni critica. La loro relazione dunque, benché resa malata dalle aspettative dell’uno e dalla volontà di soddisfarle dell’altro, si basa su un sentimento reale e profondo.

Anche il rapporto tra Bardack e Gine è rappresentato magistralmente. Da poche inquadrature e giochi di sguardi è, infatti, possibile percepire chiaramente tutto l’amore che li lega e la profondità della loro reciproca fiducia. Benché in disaccordo con il piano (illegale) di Bardack, Gine non cerca di fermarlo ma collabora con lui per non farlo scoprire. Entrambi, inoltre, si mostrano molto legati ai propri figli, caratteristica che pare divenire quasi un “marchio di fabbrica” dei saiyan.

Anche Re Vegeta, infatti, seppur in modo egoistico e narcisistico, ama il proprio erede, arrivando a calpestare gli interessi del suo popolo per tutelarne l’avvenire. Il suo orgoglio poi, non è, troppo diverso da quello esibito da un compiaciuto Re Cold nel momento della presentazione ufficiale di Freezer.

Dragon Ball Super: Broly
Paragas e Freezer

Caratterizzazione dei personaggi

Ciò che sorprende di più dei personaggi di Dragon Ball Super: Broly è però la loro caratterizzazione, spesso destinata a ribaltare completamente le aspettative dello spettatore. Nessuno avrebbe mai immaginato, ad esempio, Broly come un uomo pacifico ed estremamente puro che considera il proprio dono alla stregua di una maledizione. Un predestinato che si arrende al proprio destino senza però dimenticare di sottolineare quanto la cosa lo ferisca profondamente.

Ciononostante Broly ha un’indole estremamente collerica, che lo porta sovente a reazioni spropositate. Tale “inclinazione” è, però, anche una conseguenza dell’isolamento in cui ha vissuto che lo porta a guardare alle cose con la curiosità e l’interesse tipico dei bambini. Proprio per questo il suo primo incontro con Lemo e Cheelai appare estremamente tenero, caratterizzato com’è da un mix di voglia di conoscere e diffidenza.

Anche i vecchi personaggi si arricchiscono di nuove sfumature. Freezer si mostra più manipolatore e scaltro che in passato, riflettendo in maniera approfondita sulla rivalità che lo lega a Vegeta e Goku mentre quest’ultimo, oltre a mostrare un’inaspettata sagacia, pare iniziare ad accettare la propria eredità saiyan, utilizzando per la prima volta il suo nome di battesimo.

Ambientazione e disegni

L’ambientazione di Dragon Ball Super: Broly è ugualmente curata, favorendo una completa immersione e rivelando molte informazioni inedite. Finalmente la società saiyan viene mostrata da vicino, divenendo una comunità viva e pulsante, con una propria organizzazione non limitata alle spedizioni di conquista planetaria. Passato e presente appaiono in comunicazione costante, con un gioco di rimandi continuo e, a tratti, appena percettibile benché estremamente gradevole.

I disegni, nonostante il cambio di stile rispetto a quelli di Dragon Ball Super, sono di indubbia qualità. Particolarmente spettacolari le sequenze di lotta, arricchite anche dall’inserimento di elementi tridimensionali.

I difetti di Dragon Ball Super: Broly

Nonostante i pregi, Dragon Ball Super: Broly, non è esente da difetti che, sebbene non rovinino la pellicola, contribuiscono comunque a ridimensionarla.

In primis abbondano le incoerenze nei rapporti di forza tra i personaggi. Il fatto che un Broly ormai privo di raziocinio che sta tenendo facilmente testa a Vegeta nella sua forma di super saiyan god non annichilisca Goku nel suo stadio base, ad esempio, non ha alcuna giustificazione se non la volontà di mostrare tutte le forme del protagonista. Allo stesso modo vedere i deboli Lemo e Cheelai riuscire a sottrarre le sfere del drago ai ben più potenti soldati di Freezer per far sì che la storia arrivi al suo epilogo fa abbastanza storcere il naso.

La cosa più inspiegabile (e più grave, data la sua importanza simbolica) resta comunque l‘uso del nome Kakaroth da parte di Goku. Per quanto tale scelta risulti suggestiva e in linea con la volontà di trattare l’eredità dei saiyan, essa appare fragile in quanto priva di un concreto fondamento.

Perché Goku si avvicina improvvisamente alle sue origini? È il confronto con Broly ad aver risvegliato in lui una nuova consapevolezza? Si tratta di un atto volto esclusivamente a guadagnarsi la sua fiducia? Nulla nella pellicola pare spingere verso una risoluzione del problema, rendendo uno spunto estremamente interessante poco più di una battuta ad effetto.

Un risultato positivo

In conclusione è possibile affermare che Dragon Ball Super: Broly rappresenta un ulteriore momento di crescita del franchise. Dragon Ball continua dunque, dopo le buone premesse di Super, nella sua inaspettata (e gradita) maturazione.

Alessandro Ruffo