Giovani: le nuove dipendenze del XXI secolo

Addiction dalla droga… alle nuove dipendenze tra i giovani

Questo è stato il tema del dibattito svolto durante il workshop ospitato dal liceo Torricelli e dal dirigente scolastico Giovanni Russo. Studenti e docenti hanno dialogato con le curatrici del progetto Michela Piccolo, Raffaella Alaia, Rosaria Anna Autiello e l’interessamento del presidente dell’Ordine degli psicologi della CampaniaAntonella Bozzaotra.

L’età dell’adolescenza si sa, è la fase più delicata della vita di un individuo. Coesistono in maniera contraddittoria il bambino e l’adulto, la voglia e il brio di esperienze inedite, la paura del cambiamento e l’incertezza del futuro.

A volte basta un brutto voto a scuola, un litigio con un amico o una situazione familiare difficile per provocare uno stato d’ansia e frustrazione. Ecco che lo smarthpone, Instagram, Facebook una partita a Fortnite o una birra con gli amici sembrano l’unico modo per alleviare lo stress.

I primi stadi della dipendenza

Quando l’unico modo per superare le difficoltà e spegnere la mente è la continua ricerca di un diversivo. Nell’alcol, in uno spinello o perennemente interconnessi, non fa di differenza. È in questo momento che senza saperlo, l’adolescente si trova già nella cosiddetta fase di “assuefazione”. Secondo gli psicologi, spinge a ricercare un’emozione ancora più forte per sovrastare quella precedente.

L’adolescente come un equilibrista perennemente in bilico tra devianza e razionalità, onnipotenza e frustrazione, può facilmente essere vittima di svariate forme di dipendenza.

dipendenze

Come si sviluppano le dipendenze?

Inizialmente l’attività svolta allontana dalle preoccupazione-hanno affermato durante il workshop le curatrici del progetto– crea emozioni, induce a uno stato apparente di benessere. Dopo un po’, senza ciò l’individuo inizia a stare male. Per ricrearlo occorrono “dosi” sempre maggiori dell’attività svolta. Si ha quindi il bisogno di svolgerla sempre più a lungo.

Da addiction alla droga alle nuove dipendenze

Attualmente, oltre alla vecchie forme di dipendenza come l’alcol e la droga, si manifestano in maniera precoce forme di dipendenze dall’uso dei dispositivi di comunicazione. Internet e videogame creano nella mente dei giovani un Internet gaming disorder

Un disturbo che, secondo gli studi condotti dalla University of Utah School of Medicine (Usa) e della Chung-Ang University (Corea del Sud), porta il videogamer cronico a non avere alcun interesse per la realtà.

Qual è la differenza tra vecchie e nuove dipendenze?

Attraverso studi recenti si è potuto stabilire che le nuove dipendenze sono causate dallo stesso meccanismo cerebrale di quelle “vecchie”. Il soggetto diventa dipendente e il cervello è continuamente sottoposto a stimoli positivi. Essi provocano il rilascio di maggiori quantità di dopamina nella parte anteriore del cervello legato alla sensazione di piacere.

Cosa si nasconde dietro una dipendenza?

La dipendenza è l’ espressione di un disagio psichico profondo e di un malessere culturale vasto e pervasivo. Seppur ogni forma sembra caratterizzarsi per gli aspetti fisici, nel loro insieme manifestano un desiderio di fuga.

L’incapacità a tollerare il dolore mentale che porta, a volte quasi consapevolmente, porta alla rinuncia dell’ uso del pensiero e della riflessività. Si tende a una scarica emozionale iterativa messa in atto con modalità progressivamente compulsive.

Come può l’uomo evitare di essere travolto dalle dipendenze? E quale può essere il contributo della psicologia in tal senso?

La funzione che noi psicologici possiamo svolgere– ha affermato Antonella Bozzaotra, presidente dell’ordine degli psicologi della Campaniaintervenendo intorno a questo fenomeno, riguarda vari aspetti che spaziano dalla cura alla promozione di stili di vita volti al riconoscimento di modalità compatibili e relazionali che impediscono lo sviluppo di relazioni e individui.

Le nuove dipendenze quindi, non creano uno stato di dipendenza fisica bensì una dipendenza psicologica riducendo l’adolescente più vulnerabile ad uno stato di vera e propria schiavitù, che porta ad un uso smodato e compulsivo della tecnologia.

Interessante a tal proposito è la riflessione apparsa di recente su Repubblica di Michele Serra. Asserisce si tratti di una vera è propria schiavitù della società post-capitalistica, che sostituisce lo sfruttamento degli operai delle fabbriche con l’induzione alla dipendenza dei “ludopatici”, da parte della grandi aziende informatiche.

Giovani e dipendenze nella società 4.0

“Nella discussione in atto a proposito di videogame violenti come Fortnite, o Apex Legends, di tutto si parla, di etica, di salute, di pedagogia, di neurologia, perfino di diritto di famiglia per via dei divorzi motivati dalla ludopatia. Resta sotteso, come fosse un’ovvietà, l’elemento economico, pure così vistoso, che vede ristrette élite tecnologiche arricchirsi tosando uno sterminato gregge di consumatori compulsivi.

Rubando il loro tempo quanto la fabbrica lo rubava ai proletari dell’evo industriale. I nerd miliardari che indirizzano i gusti (magari anche politici) delle masse, non sono forse l’evidente opposto del sogno orizzontale dei pionieri del web, che volevano tutto a disposizione di tutti? Di fronte ai loro pazzeschi fatturati, quando è che torna in auge il concetto, così chiaro, di sfruttamento dell’uomo sull’uomo? (Michele Serra, Repubblica)”

La soluzione non è certo demonizzare i nuovi strumenti tecnologici, ma renderli validi alleati per la formazione dell’individuo attraverso un uso consapevole e il confronto intergenerazionale.

Rosa Auriemma