Lo Schiaccianoci di E.T.A. Hoffmann

La favola dello Schiaccianoci, del malefico re dei topi e della coraggiosa Clara ci ha accompagnato durante l’infanzia in tante versioni diverse, dal balletto (musicato da Tchaikovsky) alle varie trasposizioni cinematografiche (basti pensare al recente “Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni” della Disney). Non tutti però sanno che fu il tedesco E.T.A. Hoffmann l’autore di questo racconto, pubblicato nel 1816 e molto diverso dalle varianti che conosciamo oggi.

E.T.A. Hoffmann e il successo nel Novecento

E.T.A. Hoffmann è uno degli autori del “secondo romanticismo” (o Spätromantik) più conosciuti e recepiti oltre i confini tedeschi. Le sue opere (soprattutto novelle) hanno influenzato non solo la letteratura del Novecento, ma anche alcuni testi di Freud.

Le immagini da brivido di cui Hoffmann si servì per rappresentare il contrasto tra realtà e fantasia sono tanto potenti da convincere Freud a citarle come esempi per le sue riflessioni psicoanalitiche. È a partire da un racconto di Hoffmann, L’uomo della sabbia (1816), inserito nella raccolta Racconti notturni, che Freud sviluppò le sue teorie sull’origine dei disturbi nevrotici e delle ossessioni autodistruttive, esposte nel saggio Il perturbante (1919).

La vita di un autore diviso tra dovere e piacere

Hoffmann nasce a Königsberg nel 1766. Anche se destinato dalla famiglia materna agli studi di giurisprudenza, molto presto comincia a studiare musica e pittura. Dopo aver concluso gli studi, si trasferisce come funzionario giudiziario a Posen; qui inizia a irritare le autorità locali con le sue satire e le sue caricature. Nel 1804 si trasferisce a Varsavia, dedicandosi soprattutto all’attività di compositore. Sempre con l’incarico di direttore d’orchestra, poi di critico teatrale e musicista soggiorna anche a Bamberga e a Dresda, dove un po’ alla volta si avvicina alla letteratura.

Solo nel 1814 è riassunto al servizio dello stato prussiano a Berlino. Costretto a guadagnarsi la vita in una professione che non amava, divideva il suo tempo libero tra gli interessi musicali e letterari, e si vendicava degli ottusi disegnando straordinarie caricature.

Lo Schiaccianoci di Hoffmann

Schiaccianoci
La protagonista Marie durante la prima battaglia fra Schiaccianoci e il re dei topi

Cosa c’è di diverso ne Lo Schiaccianoci di Hoffmann? In primo luogo, la protagonista non è l’adolescente Clara; bensì Marie, una bimba di sette anni, che la Vigilia di Natale solo per caso, dopo aver ammirato a lungo i numerosi doni ricevuti, trova sotto l’albero lo Schiaccianoci.

Perché Hoffmann ha scelto una bambina come protagonista del suo racconto? Per diverse ragioni: la storia era destinata ad un pubblico di bambini (a cui Hoffmann si rivolge più volte durante la narrazione). Inoltre, nella giovane Marie non è ancora avvenuta quella separazione tra realtà e mondo fantastico, due dimensioni che coincidono in Hoffmann e sono il leit motiv di tanti altri suoi testi.

Un altro personaggio fondamentale è il padrino e orologiaio Drosselmeier; una figura magica e ambigua che, dopo la battaglia contro il re dei topi e il ferimento di Marie, racconterà alla piccina una storia molto importante.

Il viaggio nei regni fantastici

Le varie rivisitazioni cinematografiche e letterarie della favola di Hoffmann hanno sempre proposto il viaggio della protagonista in regni fantastici. In realtà, nella versione originale, il viaggio c’è ma compare solo alla fine, dopo l’ultima battaglia contro il re dei topi.

L’assenza del viaggio iniziale è colmata dal racconto che spiega l’origine di Schiaccianoci e che occupa gran parte dei capitoli della novella: la storia della principessa Pirlipat.

La storia della principessa Pirlipat e l’origine di Schiaccianoci

Un tempo lontano, la piccola principessa Pirlipat, ammirata da tutti per la sua unica bellezza, veniva controllata a vista da soldati e damigelle (munite di gatti) perché sua madre temeva la vendetta della regina dei topi, Mauserinks.

Prima della nascita di Pirlipat, infatti, la regina, mentre preparava personalmente le salsicce e il lardo per una cena con suo marito e altri dignitari di corte, era stata visitata dalla regina dei topi; insieme ai figli e ai parenti, le aveva mangiato quasi tutto il lardo previsto per le salsicce. Ciò aveva fatto infuriare il re che, con l’aiuto dell’orologiaio (anche lui “casualmente” Drosselmeier) e con delle trappole, aveva ucciso molti dei topi. Allora Mauserinks aveva giurato vendetta e promesso di uccidere a morsi la principessa Pirlipat. Una notte, la regina dei topi raggiunse la culla di Pirlipat, trasformando la bambina in un mostriciattolo dalla testa grossa e dal corpo sproporzionato.

Il re ordina a Drosselmeier, pena la morte, di trovare un rimedio per far tornare la bambina al suo splendore. Drosselmeier si rivolge all’astronomo di corte, che, dopo aver consultato molti libri, trova la cura per Pirlipat nel gheriglio della noce Krakatuk. Drosselmeier deve quindi andare in cerca di questa noce durissima e di un giovanotto sbarbato che dovrà fare sette passi all’indietro senza inciampare, rompere la noce e passarne il gheriglio alla principessa. Dopo quindici anni di ricerche, Drosselmeier torna alla natale Norimberga, dove trova non solo la noce Krakatuk presso un cugino, ma anche il giovinetto, ossia suo nipote.

Il giovane riesce a schiacciare la noce e a rendere di nuovo bellissima la principessa, ma quando retrocede, al settimo passo inciampa nella regina dei topi. Calpestandola, la uccide, ma subito si trasforma in un mostro (che ricorda nella forma uno schiaccianoci) e Pirlipat lo rifiuta come marito. Morendo, la regina dei topi gli giura vendetta: dovrà vedersela con il suo ultimo figlio, il re dei topi dalle sette teste.

Un racconto gotico e storico

La novella di Hoffmann mantiene alcune caratteristiche proprie della sua narrativa, a partire dal re dei topi dalle sette teste, elemento piuttosto gotico e che non ricorrerà più nelle versioni successive.

Inoltre, non mancano riferimenti storici: dopo la battaglia finale e la morte dell’antagonista, nel regno delle bambole visitato da Marie ci sono Armeni, Greci e Tirolesi, tutti popoli che avevano combattuto o stavano combattendo per l’indipendenza. Nel racconto di Hoffmann, questi vivono sì pacificamente e liberi, ma in un mondo fantastico e inesistente.

Pia C. Lombardi

Bibliografia

E.T.A. Hoffmann, Lo Schiaccianoci, BUR 2018.