Le ali della libertà: volare via dalle ingiustizie della vita

Il 23 settembre 1994 quando nei cinema statunitensi arriva Le ali della libertà (The Shawshank Redemption). Il film, diretto da Frank Darabont, vede protagonista Tim Robbins affiancato dall’attore afro-americano Morgan Freeman. L’opera è la trasposizione cinematografica di un noto racconto di Stephen King. Genere drammatico con durata vicina alle due ore e trenta minuti, Le ali della libertà incassa oltre ventotto milioni di dollari nel solo mercato statunitense. La pellicola ottiene un grande successo anche all’estero divenendo in breve tempo il film più popolare dell’anno assieme a Pulp Fiction di Quentin Tarantino. Alcune tra le principali riviste statunitensi lo collocano tra i migliori dieci film nella storia del cinema.

Andy Dufresne, la dura vita carceraria come riscatto sociale

Le ali della libertàLa storia è ambientata nel periodo dell’immediato dopoguerra, prevalentemente tra le mura del penitenziario di Shawshank presso Portland. È il 1947 e un vice-direttore bancario, che risponde al nome Andy Dufresne, viene condannato a scontare due ergastoli. Motivo della sentenza il cruento omicidio ai danni della moglie e del suo amante, un famoso golfista. A nulla valgono le continue dichiarazioni processuali di innocenza professate dal condannato. Il taciturno Andy (Tim Robbins) viene subito costretto a subire le angherie di alcuni pericolosi detenuti. A peggiorare la situazione si aggiunge lo stato iniziale di solitudine e spaesamento vissuto dal protagonista. Inoltre il direttore Norton si mostra incline alla corruzione, accrescendo la violenza dispensata all’interno delle mura carcerarie.

In seguito Andy prende confidenza con l’ambiente arrivando a stringere un forte legame di amicizia col detenuto Ellis Boyd Redding (Morgan Freeman), per tutti semplicemente Red. Quest’ultimo è un abile contrabbandiere che si vanta di riuscire a far importare dall’esterno qualsiasi oggetto venga richiesto dai prigionieri. Il protagonista, grazie alle sue azioni in favore dell’intera comunità carceraria e al generoso aiuto offerto dall’amico Red, riuscirà poi a guadagnarsi la considerazione del resto dei detenuti.

Le ali della libertà in un tunnel verso il Messico

Le ali della libertà

Andy coltiva una curiosa quanto singolare passione per il collezionismo di minerali, sottoponendo a Red alcune stravaganti richieste. La meno particolare consiste in un poster ritraente l’attrice americana Rita Haywort, che Red puntualmente gli procura. Grazie alle notevoli competenze mostrate in ambito finanziario Andy conquista la fiducia del tirannico capo delle guardie, Byron Hadley, nonché del direttore Norton. Nonostante la confidenza e la popolarità raggiunta con detenuti e guardie, Andy continua a professarsi innocente. Egli si adegua sempre più alla routine del regime penitenziario, non abbandonando mai il sogno di tornare a vivere da uomo libero.

Col tempo il protagonista deve anche rassegnarsi a vedere morire attorno a sé diversi amici a causa degli ordini criminali impartiti dal direttore Norton. Un giorno all’apparenza come tanti, dopo vent’anni di prigionia, per la prima volta, Andy Dufresne non risponde all’appello del mattino. Si viene a scoprire che dietro il poster della Haywort ha scavato un profondissimo tunnel. Andy è quindi riuscito ad evadere da Shawshank. All’evasione seguono l’arresto di Norton e il suicidio del capo guardiano Hadley. Il film giunge a degno finale con Andy e Red che tornano a riabbracciarsi presso una sperduta costa nel Messico.

Le ali della libertà e l’eterno senso di libertà racchiuso nell’essere

Le ali della libertà

«Andy Dufresne, che ha attraversò un fiume di merda uscendone pulito e profumato».

Tale frase, pronunciata con enfasi da Red, condensa al meglio il messaggio che il regista intende offrire allo spettatore. Pur trovandosi fisicamente circondato dalle spesse mura di un carcere dimenticato da Dio, l’uomo non abbandona mai l’innato desiderio di sentirsi libero. Contrabbandieri, rapinatori, assassini e criminali vari; tutti sono alla disperata ricerca di ritagliarsi un vitale spazio di “innocente libertà”. Vittime e carnefici collaborano per tentare di sfuggire alla condanna rappresentata dalle fredde catene. Il corpo deve sottostare all’inevitabile reclusione, non la mente che può vagare libera oltrepassando i confini materiali. Ecco spiegato perché Le ali della libertà racchiude in sé un profondo messaggio filosofico-esistenziale. Sbarre e camice di forza non potranno mai rendere prigioniero colui che vive in pace con sé stesso. La libertà, quale umana condizione oppure utopia, non conosce catene.

 

Davide Gallo