Sul finire degli ’70, il fenomeno hard rock era oramai ben consolidato da un pezzo mentre il più estremo heavy metal aveva già preso, pressappoco, la sua forma definitiva. Per avvicinare il grande pubblico a questi generi, si formò con la musica rock e quella pop un ibrido di successo, il glam rock. Molte band come i Kiss, i Queen, i T. Rex seguirono questo corso stilistico che non solo era definito sotto il profilo musicale, ma anche in quello relativo all’abbigliamento. Eppure ce ne fu una che si tirò fuori da questo filone, proponendo sonorità rock più limpide e avendo un look più sobrio: i Dire Straits.
Un inizio difficile
Purtroppo, tra ristrettezze economiche e riscontri del pubblico molto scarsi, non ebbe una partenza facile ed è per questo che adottarono il nome “Dire Straits” che significa “tremende avversità”. Anche dopo avere pubblicato il primo album in studio e avere ricevuto critiche molto positive la situazione non migliorò significativamente in patria. L’intuizione del produttore, però, fu proprio in ciò che tanto veniva snobbato in Gran Bretagna e, cioè, gli arrangiamenti essenziali e le doti sia chitarristiche che liriche di Mark Knopfler. Questo portò alla produzione del secondo album, Communiqué, dove si ripropone, in chiave più matura, il repertorio dell’omonimo album d’esordio. I tipici fraseggi e assoli, come quelli di Sultans of Swing, furono incrementati e le melodie ancor più raffinate. Come risultato, l’album fu il primo della storia a debuttare nelle prime posizioni delle classifiche in Germania e brani come Lady Writer e Once Upon a Time in The West scalarono facilmente le hit parade anche in altri paesi. Come conseguenza del successo, i Dire Straits intrapresero una tournée mondiale dove registrarono il “tutto esaurito”.
Un’evoluzione costante
Il terzo album dei Dire Straits, Making Movies, fu caratterizzato da un’evoluzione
Nel successivo Love Over the Gold, la personalità eliocentrica di Mark divenne ancor più marcata dirigendo in maniera esclusiva lo sviluppo artistico di questo insolito album fortemente sperimentale con brani che arrivano alla bellezza di 14 minuti di durata. Come il precedente, anche questo album segna la dipartita di un altro componente della band, il batterista Withers.
L’apice e la fine del successo
L’ultimo album di inediti dei Dire Straits prima dello scioglimento è On Every Street che presenta suoni leggermente più distorti e dall’influenza marcata del rock-country americano. Pur non eguagliando il successo di Brothers in Arms, questo album è riuscito a vendere oltre 10 milioni di copie, a mo’ di ultimo canto del cigno della band, o meglio, del duo Knopfler e Illsley.
Dire Straits: una sfrontata timidezza
Se ripensiamo al fatto che Mark Knopfler fosse restio a suonare i testi che aveva composto, ci potrebbe sembrare buffo che poi sia divenuto l’unico autore di quasi tutti i brani della band. La forte carica evocativa dei testi raccontavano delle vicende personali, mettendo in particolare risalto le emozioni dei protagonisti senza però sfociare nel sentimentalismo e con una fine poetica. Anche i brani di carattere politico-sociale dei Dire Straits presentano queste caratteristiche, senza però mai presentare giudizi espliciti, un po’ come le opere di William Shakespeare. Non a caso, una delle sue canzoni più famose porta il titolo di un’opera del bardo elisabettiano, come una reinterpretazione della tragedia shakespeariana.
L’apprezzamento per lo stile di Mark, inoltre, non venne soltanto del pubblico e della critica, ma anche da artisti di fama internazionale. Sono numerose le collaborazioni di Mark Knopfler con Sting, Eric Clapton, Tina Turner, Ben E. King. Firmò anche la colonna sonora di svariati film, tra cui La storia fantastica, che gli valse una nomination ai Grammy Award del 1988. La sua ricerca di un’eterocromia musicale e all’eccellenza strumentale, lo portò a cambiare spesso la formazione dei Dire Straits o a importarne altri che facessero da supporto. A uno di essi, Phil Palmer, si deve uno degli assoli di chitarra più belli della musica italiana, quello di Con il nastro rosa di Lucio Battisti.
Pur se non degna di nota, rispetto a quella con i Dire Straits, la carriera solista di Mark ha prodotto ben 8 album in studio mentre fuori dalla sfera musicale ha ricevuto ben tre dottorati honoris causa assieme al titolo di Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico.
Un insegnamento dal passato
L’avventura dei Dire Straits, in conclusione, può insegnarci quanto ne valga la pena non omologarsi e di non piegarsi ai diktat della moda, seguendo il proprio percorso verso la maturità e riconoscendo nel passato un prezioso maestro e, talvolta, una fonte d’ispirazione.
Antonio Cusano