Stefano I: fondatore dello stato cristiano d’Ungheria

Stefano I d’Ungheria fu uno dei primi sovrani europei che riuscì a dare una precisa e forte connotazione, sia politica che religiosa, al regno che governava: politica perché è a partire proprio da Stefano I che noi iniziamo a parlare dell’Ungheria intesa come “Stato”; religiosa perché, come vedremo, portò, coadiuvato dalla chiesa, a compimento il processo di cristianizzazione avviato nell’intera regione.

La discendenza ed il battesimo

Discendente dalla famosa dinastia degli Arpadi, una delle sette tribù che conquistarono il bacino dei Carpazi (al centro del quale si trova proprio l’Ungheria), il futuro re ebbe un ruolo fondamentale sin dalla sua giovanissima età. Nato col nome di Vajk, ricevette il battesimo all’età di 10 anni insieme al padre Geza e cambiò nome in Stefano (in onore del protomartire Santo Stefano).

La svolta e la storia dell’incoronazione

Divenne principe d’Ungheria alla morte del padre (997) ed ebbe subito compiti difficili: fondare uno Stato stabile, contrapposto al retaggio nomade della popolazione magiara, facendo ricorso al modello occidentale delle contee e convertire alla fede cristiana, dietro la spinta della Chiesa, i vari clan ungheresi vincendo la resistenza vigorosa dei loro capi. L’unificazione territoriale terminò nel 1006, mentre quella religiosa si concluse sei anni prima con l’incoronazione.

Re Stefano I
La corona di Santo Stefano

La tradizione locale vuole che il 20 agosto 1000 Stefano sia stato incoronato re e che, per l’occasione, papa Silvestro II inviò al nuovo sovrano una fantastica corona d’oro e di pietre preziose, una croce apostolica e una lettera di benedizione. In questo modo Stefano venne riconosciuto dalla chiesa come “re cristiano d’Ungheria” e, come spesso accadeva per i popoli pagani in seguito alla conversione del loro re, di fatto anche i magiari vennero convertiti al Cristianesimo.

L’organizzazione ecclesiastica del nuovo Stato

Da “re apostolico” Stefano I gettò le basi per la strutturazione della Chiesa d’Ungheria: divise il territorio in dieci diocesi e fondò l’importantissima sede metropolitica di Esztergom; diede il via libera alla costruzione di una chiesa comune per ogni dieci villaggi; dispose che venissero edificate abbazie (la più importante fu quella di San Martino di Pannonhalma) secondo la regola cluniacense. Si fece aiutare nell’opera di cristianizzazione della regione da monaci provenienti da Cluny e da tantissimi altri ecclesiastici, tra cui spicca la figura di San Gerardo da Venezia.

Si preoccupò, inoltre, da buon sovrano anche della condizione dei pellegrini che si recavano in Terra Santa rendendo più sicuro il loro lungo cammino per attraversare i Balcani e ordinando la costruzione a Gerusalemme di alloggi per gli ungheresi.

Il santo re morì nel 1038.  

Alcune esperienze precedenti del processo di cristianizzazione in Europa

Prima di Stefano I, la Chiesa, attraverso varie missioni di evangelizzazione, aveva già avviato il processo di cristianizzazione in altre regioni dell’Europa: in Boemia con la conversione del re Venceslao e la riconferma dei suoi successori; in Polonia re Mieszko I accolse il missionario Adalberto di Praga (colui che secondo la leggenda battezzò Stefano); nel principato di Kiev si assistette alla conversione del principe Vladimiro; in Bulgaria il re Boris venne battezzato; in Moravia il cristianesimo arrivò in seguito alle missioni dei due fratelli Cirillo e Metodio.

La strategia della Chiesa era chiara e fu quella di inviare missioni che stringessero subito rapporti con i re del posto per facilitare l’attecchire della fede cristiana. Con Stefano I la cosa funzionò a tal punto che lo stesso re venne poi canonizzato da Gregorio VII nel 1083 come “confessore”, e non come martire, per i meriti religiosi acquisiti durante la sua vita e che lo hanno fatto passare alla storia come “re giusto e santo cristiano”.

L’importanza che riveste oggi Stefano I e il suo culto in Ungheria

Re Stefano I
Reliquia della mano destra conservata nella basilica di Santo Stefano

L’enorme importanza che illumina il Santo sovrano si riverbera attualmente nella passione, a distanza di circa mille anni, con cui gli ungheresi lo celebrano ogni anno durante la “Festa nazionale di Santo Stefano e della fondazione dello Stato” (20 agosto).

Il culto del Santo, inoltre, è forte e molto sentito e ruota attorno alle sue reliquie, alla sua corona (custodita nel parlamento ungherese) e alle tantissime chiese dedicate a lui. La principale reliquia è conservata nella basilica di Santo Stefano a Budapest e si tratta della sua mano destra, “sacra destra” per i fedeli, portata in processione durante la festa nazionale del 20 agosto e a cui si attribuiscono poteri salvifici e guaritrici. Una statua del re, considerato eroe nazionale, è posta nel colonnato di Piazza degli Eroi a Budapest.

Crescenzo Crispino