“La marchesa di O…” di Henrich von Kleist: l’analisi

La marchesa di O… è una novella di Heinrich von Kleist, uno dei pochi autori tedeschi che con grande abilità e capacità è stato in grado di scandagliare nei minimi particolari un sentimento tanto potente e misterioso come l’amore. La forza, l’enigma e la duplicità racchiusi in ciò che in tedesco ha il nome di “Liebe” sono i grandi protagonisti sia delle tragedie che delle opere in prosa di Kleist. Per l’autore è difficile avvicinarsi (e arrendersi) al genere novellistico, una sorta di umiliazione. A convincerlo sono i fallimenti e le critiche continue alle sue opere letterarie e teatrali e le gravi condizioni economiche in cui versa. Egli, dunque, è costretto ad abbandonare quei personaggi mitici a lui tanto cari e a focalizzare il suo sguardo (e il suo talento) sulla borghesia e la piccola nobiltà, cercando di capirne le condizioni di vita e, soprattutto, i segreti.

La fama delle novelle di Kleist

Nei suoi racconti, Kleist adopera sempre uno stile di scrittura molto veloce e immediato, quasi come se si trattasse di una cronaca: si deve arrivare il più velocemente possibile al termine della novella, per poterne svelare il finale sorprendente. Questo è certamente il caso di uno dei suoi racconti più celebri e conosciuti, ossia La marchesa di O… (“Die Marquise von O…”). Per quanto possa sorprendere, nell’epoca in cui visse lo scrittore tedesco ebbero molto più successo le sue novelle, la maggior parte pubblicate su Phöbus, una rivista letteraria fondata insieme ad Adam Heinrich Müller nel 1808 e che ebbe vita brevissima, che i suoi testi teatrali e i suoi romanzi. Nonostante tale fama, però, La marchesa di O… sconvolse la società tedesca, non ancora pronta ad una novella dove il tema centrale fosse l’abuso sessuale.

La marchesa di O…

La marchesa di O...
La locandina del film tratto dalla novella di Kleist.

Concepita a Königsberg tra il 1805 e il 1806 e composta infine nel 1808, La marchesa di O… si rifà per la tematica degli abusi sessuali nel sonno e del difficile rapporto fra l’eroina e il padre severo a numerosi modelli europei, da Montaigne a Cervantes e Rousseau. L’apertura del racconto è celebre: infatti, tutto inizia con un annuncio della marchesa di O…, disposta a sposare chi ha abusato di lei, mettendola incinta. Questa notizia è il pretesto per poter raccontare tutta la storia. La marchesa di O…, vedova da pochi anni, durante l’invasione russa della Svizzera, sta per essere violentata da alcuni soldati. È salvata da un ufficiale russo, «un angelo dal cielo» che

offrì il braccio alla signora, rivolgendole amabili parole in francese, e la condusse ammutolita per tutte quelle scene, nell’altra ala del palazzo, non ancora lambita dalle fiamme, dove lei cadde a terra totalmente priva di sensi. Qui – diede disposizioni, quando poco dopo apparvero le donne spaventate, perché fosse chiamato un medico, assicurò, rimettendosi il cappello, che si sarebbe presto ripresa e tornò nella battaglia.

Il segreto del trattino

È in quel trattino, in quel segno di punteggiatura che sembra comparire quasi dal nulla, che si nasconde l’abuso dell’ufficiale. La marchesa di O… (il cui nome è Giulietta) dopo poco tempo comincia a presentare i primi sintomi della gravidanza, condizione successivamente confermata sia dal medico che dalla levatrice. È da questo momento che ha inizio la tragedia della marchesa: il padre la caccia di casa e la famiglia la rifiuta perché, con la sua gravidanza, rappresenta un scandalo per il suo nome.

La marchesa di O… e la rivendicazione dell’autonomia

Il racconto potrebbe concludersi con la triste fine della protagonista, ma Kleist procede con la sua narrazione e insiste su quella che potremmo definire “presa di coscienza” e piena autonomia di Giulietta. Quest’ultima, infatti, decide, con l’annuncio visto all’inizio della novella, di cercare, perdonare e sposare l’uomo che ha abusato di lei e futuro padre di suo figlio, pur sapendo, nel profondo del suo cuore, e al contempo temendo che il suo “angelo”, ossia l’ufficiale russo che, inoltre, ha acquistato un castello vicino la dimora della famiglia della marchesa, possa essere in realtà un “demonio” e il colpevole.

La fragilità dell’uomo

Rassicurati dell’innocenza e della buona fede della figlia, i marchesi di O… decidono di accoglierla in casa ed aspettare assieme che si presenti colui che ha commesso il misfatto. A giungere è proprio l’ufficiale russo: la marchesa subisce un tremendo crollo morale, poiché chi l’ha salvata è in realtà un mostro infernale. Giulietta si trasforma in Pentesilea e attacca l’ufficiale selvaggiamente:

La marchesa lanciava occhiate feroci, selvagge, ora al conte, ora alla madre, il petto ansante, il volto in fiamme: non è più terribile lo sguardo di una furia.

Nonostante la delusione, la marchesa decide di mantenere la parola data nell’annuncio e sposa l’ufficiale, il conte F… Questo matrimonio non si svolge semplicemente per regolarizzare la posizione del nascituro. Giulietta, scrutando nel suo profondo, ha compreso ciò che Kleist definisce il «fragile assetto del mondo». Nel conte F…, suo marito, la marchesa ha infatti riconosciuto la fragilità del cuore umano, che può trasformare in un attimo un angelo in un demonio.

Pia C. Lombardi

Bibliografia

H. von Kleist, La marchesa di O…, Marsilio, Padova 2002.