Anassagora: la filosofia presocratica tra antropologia e neuroscienze

Con Anassagora di Clazòmene (500-428 ca) la filosofia greca giunge ad Atene. Nel V secolo la città vive un periodo di grande splendore politico, economico e culturale, grazie alla presenza di Pericle, capace di coagulare attorno a sé le intelligenze più vive della Grecia.

Anasssagora: dal mythos al logos

L’ingresso di Anassagora nel circolo di Pericle risale al 462 a.C.. L’impostazione razionalistica della sua filosofia segna il passaggio dal mythos al logos: al modello conoscitivo ispirato alla sapienza di poeti ed indovini, Anassagora oppone un metodo di ricerca basato sulla spiegazione razionale dei fenomeni e sul rifiuto del miracoloso. Per questo motivo, accusato di empietà dopo aver negato la divinità dei corpi celesti, è condannato a morte e messo in fuga a Lampasco con l’aiuto dello stesso Pericle.

Anassagora e l’ipotesi dei semi

I rapporti di Anassagora con il pensiero scientifico dei filosofi ionici sono evidenti. In particolare, è a Democrito che Anassagora si ispira per elaborare un modello di spiegazione razionale della realtà basato sull’ipotesi degli spèrmata. Questi semi (chiamati omeomerie da Aristotele) sono, secondo il filosofo, gli elementi costitutivi di tutte le cose. Infiniti, ingenerati, imperituri, ognuno di essi ha una propria caratterizzazione qualitativa. La materia è formata da queste particelle piccolissime che si ritrovano mescolate in proporzioni diverse in ogni realtà esistente. Per cui, i semi di tutte le specie si trovano in tutte le cose ed ogni cosa presenta le caratteristiche della specie che in essa prevale.

Stando queste cose così, bisogna supporre che in tutti gli aggregati ci siano molte cose e di ogni genere e semi di tutte le cose aventi forme d’ogni sorta e colori e sapori. […] Stando questo così, bisogna supporre che nel tutto ci siano tutte le cose. (DK59B4)

Filosofia presocratica e scienza moderna

La nascita e la morte, l’apparire e lo sparire dei fenomeni non sono altro, per Anassagora, che processi di composizione e separazione dei semi che costituiscono la realtà. In accordo con le teorie dei filosofi pluralisti, tra cui Empedocle, Anassagora sostiene che nessun elemento possa essere creato o distrutto, ma soltanto trasformato. Nel XVIII il chimico francese Antoine Lavoisier riprenderà proprio questo antico concetto filosofico per enunciare il principio di conservazione della massa nei processi chimico-fisici.

La teoria delle sensazioni: Eschilo ed Anassagora

La valorizzazione della conoscenza razionale induce Anassagora ad elaborare modelli di spiegazione dei fenomeni accolti dalla scienza contemporanea. Ne è un esempio la teoria delle sensazioni. Il filosofo ritiene che le sensazioni si producano sempre per contrasto. È l’incontro col dissimile, ossia tra semi di specie diversa, che genera sofferenza e conoscenza. L’idea che il dolore sia fonte di apprendimento è uno dei cardini della tradizione greca a partire dalla sentenza di Eschilo ‘’to mathei pathos’’ (“apprendere attraverso la sofferenza”)Proprio con Eschilo, infatti, Anassagora aveva collaborato in occasione della rappresentazione di numerose tragedie.

Secondo la dottrina anassagorea, perché una sensazione si produca è necessario che l’essere vivente patisca un’alterazione. Il vedere e il sentire, ad esempio, sono alterazioni che l’uomo non percepisce più come dolorose perché ad esse è abituato fin dalla nascita. Anassagora, infatti, indica dei valori-soglia oltre o al di sotto dei quali la sensazione non si produce o è percepita in modo doloroso. La neurobiologia ha confermato l’esistenza di tali valori di soglia liminale. Essi indicano il livello minimo che uno stimolo deve raggiungere affinché il segnale sia recepito dai neuroni sensoriali.

Anassagora e il Nous ordinatore

Anassagora ipotizza un processo cosmico che a partire da un primitivo miscuglio ha condotto alla formazione  dei mondi. Dal miscuglio originario tutte le cose sono nate secondo processi di separazione e composizione dei semi. La legge che regola il processo del divenire è definita dal filosofo Nous o Intelletto:

E le cose che si mescolano insieme e si separano e si dividono, tutte l’intelletto ha conosciuto. E qualunque cosa doveva essere e qualunque cosa fu che ora non è, e quante adesso sono e qualunque altra sarà, tutte l’intelletto ha ordinato […].

Anassagora definisce l’Intelletto ‘’puro’’ e ‘’separato’’ dal miscuglio al quale esso imprime il movimento di rotazione. Tale movimennto coincide con l’inizio del tempo e la formazione dei mondi. Tuttavia il Nous non è considerato dal filosofo una divinità. Per Anassagora non c’è dio che regoli la vita degli uomini. L’Intelletto non è che l’ordine razionalmente comprensibile insito nelle cose, la legge eterna del divenire.

Anassagora e l’evoluzione dell’uomo

Il filosofo greco indica nella capacità di ap-prendere lo scopo dell’esistenza umana. L’uomo si distingue da tutti gli altri esseri viventi per conoscenza e sapere. Ma l’apprendimento è possibile grazie all’interazione di fare e pensare, di mente e mano. Nella misura in cui l’uomo agisce sulla realtà manipolandola, la comprende. Scrive, infatti, Anassagora:

L’uomo è il più sapiente dei viventi perché ha le mani. (DK59A16)

Quest’idea della finalizzazione tecnica del sapere avvicina il filosofo alle più moderne teorie evoluzionistiche. Anassagora, infatti, considera l’operosità manuale fondamentale per lo sviluppo mentale dell’uomo.

Anassagora
P. Gauguin, Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? 1897-98.
Le figure rappresentate in questo quadro costituiscono un’allegoria dell’umanità nelle diverse età della vita. In particolare, l’idolo posto al centro della scena simboleggia l’età matura dell’uomo. L’allusione è ad Adamo che afferra la mela, il frutto della conoscenza. Si mette così in evidenza come l’apprendimento o sapere-del-mondo proceda dal maneggiamento- delle-cose, ovvero da una stretta correlazione tra attività manuale e attività mentale.

Da Anassagora ad Alsberg: lineamenti di antropologia

Nel 1922 l’antropologo Paul Alsberg pone i fondamenti di una teoria dell’evoluzione umana in sintonia con le dottrine anassagoree. Nel libro L’enigma dell’umano Alsberg indica nella ‘’liberazione dai limiti corporei’’ il meccanismo chiave dell’antropogenesi. La storia dell’uomo ha inizio quando il preominide prende le cose con la propria mano. L’impiego di una pietra, ad esempio, corrisponde all’attivazione della mano in vista di un’azione.

L’attivazione della mano e il padroneggiamento delle cose liberano l’uomo dal contatto corporeo con l’ambiente esterno. La pietra diventa così uno strumento impiegato per agire sull’ambiente, cioè per produrre lavoro. Comprendere che la modificazione dell’ambiente è l’effetto della propria azione genera conoscenza. Alsberg individua una stretta correlazione fra l’attività manuale (azione) e l’attività intellettiva (concettualizzazione). Il lancio riuscito di una pietra è la prima sintesi di soggetto (uomo), copula (azione) e oggetto (effetto). Anche la frase, affermativa o negativa, non è che una mimesi del lancio e dei suoi effetti. L’attivazione della mano è dunque connessa allo sviluppo del linguaggio così come interrelate sono le aree cerebrali deputate al controllo delle due attività.

Anassagora
A. Carracci, Uomo con scimmia, 1790.

Martina Dell’Annunziata

Bibliografia

H. Diels – W. Kranz, I Presocratici, a cura di G. Reale, Bompiani, Milano 2006.

G. Casertano, I Presocratici, Carocci, Roma 2009.