Fountain di Duchamp: come l’arte ha rivoluzionato l’arte

Al centro della città svizzera di Zurigo si erge un vero pilastro dell’arte contemporanea, il Cabaret Voltaire. In questo locale si è sviluppato il movimento Dada che con una delle sue maggiori opere, Fontana, di Duchamp, e non solo, ha originato gran parte dell’arte di oggi.

L’inizio di Duchamp nel movimento Dada

Il Dada nasce, nel 1916, dal fantastico ingegno anti-bellico di Tristan Tzara, non a caso nato nella Svizzera neutrale.

Le linee direttive di questo movimento sono molto originali per l’epoca. Il Dadaismo propone una tendenza anti-arte per disprezzare la società pro-bellica in cui si trovavano. Questo dà spazio agli artisti di muoversi in qualunque campo dalla letteratura alle arti visive, passando per il teatro.

Una delle grandi innovazioni portate dal Dada sono dovute a uno dei suoi più grandi artisti, Marcel Duchamp.

Marcel Duchamp dà origine, nel 1913, ben prima della fondazione del movimento svizzero, al ready-made, con la sua prima opera “Ruota di bicicletta”. Duchamp fa passi da gigante con questo nuovo modo di fare opere d’arte proprio sotto l’influenza del Dadaismo.

Il ready-made è un baluardo dell’arte concettuale contemporanea perché permette di far nascere, sia nell’artista sia nel fruitore, un nuovo concetto e un nuovo punto di vista riguardo a un oggetto di uso comune.

Fountain: la sua creazione e diffusione

Il capolavoro dell’artista francese con questa nuova tecnica è del 1917: “Fountain”.

“Fountain” consiste, materialmente, in un orinatoio, ma viene considerata da buona parte della critica come una delle maggiori opere del ventesimo secolo. Al momento esistono sedici repliche che si trovano in tutto il mondo.Fountain

Ci sono varie ipotesi sull’esecuzione di quest’opera: alcuni critici sostengono che “Fountain” sia frutto di un lampo di genio dell’artista che, trovandosi a New York, comprò un comune orinatoio e arrivato nel suo studio abbia apposto la sua firma. Altri sostengono che sia frutto di una collaborazione, infatti Duchamp in una lettera del 1917 alla sorella Suzanne confessa di aver creato il ready-made grazie all’aiuto prezioso di un’amica, la quale gli inviò l’orinatoio già firmato, non si è mai saputo chi fosse questa collaboratrice molti dicono Louise Norton, la quale poi scrisse un articolo sull’opera nella sua rivista dedicata al mondo Dada “The Blind Man”.

A me piace pensare che questa sua collaboratrice misteriosa sia solo la geniale creatività dell’artista.

L’opera, sebbene una delle più influenti , non fu mai esposta in pubblico perché non ne veniva apprezzata a pieno la sua valenza artistica.

Apparì in pubblico solo grazie all’articolo sopra citato di Louise Norton la quale difendeva la ragione artistica dell’opera focalizzando l’importanza sulla scelta di quest’oggetto comune da parte dell’artista e sull’assegnazione di un nuovo uso e significato da parte dello stesso. Successivamente venne smarrito ma, sotto l’autorizzazione dello stesso Duchamp, vennero commissionate altre sedici repliche fatte in momenti diversi e distribuite in musei di tutto il mondo, come al Museum of Modern Art (New York), Tate Modern (Londra) e Centre Pompidou (Parigi).Duchamp, Fountain

Il prezzo più alto raggiunto ad un’asta è di 1,7 milioni di dollari, acquistata tramite Sotheby’s nel 1999.

Interpretazione dell’opera

L’opera è un pilastro dell’arte concettuale, in particolare questa dissacra il valore dell’arte, Tomkins dichiarò che non è molto faticoso riconoscere nelle forme fluide una madonna rinascimentale o un Buddha seduto.

Nel 2008 “The Indipendent” dichiarò che Duchamp, con “Fountain”, inventò l’arte concettuale. Egli declassa la figura dell’artista e ci porta al contatto con un nuovo tipo di opera, il ready-made, che è sì un originale ma prodotto anche in serie, un’opera d’arte che trascende dalla forma e si basa sull’idea e concetto espresso dall’artista.

Un vero punto di partenza di una rivoluzione, in chiave concettuale, dell’arte.

Ciro Gifuni

 

Fonti:

http://www.tate.org.uk/art/artists/marcel-duchamp-1036