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La storia del Presepe di Fontanarosa e il Natale rubato

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La storia del Presepe di Fontanarosa e del Natale rubato. Tra arte e tradizione che si rinnova ogni anno nel piccolo centro irpino.

Presepe o presepio deriva dal latino presepium, “prae” (davanti), e “saepire” (chiudere con una siepe). Rappresenta il simbolo per eccellenza del Natale, divenuto nel tempo vera e propria arte, capolavoro di maestria, in cui, ogni anno, si rinnova la Natività.

La storia del presepe napoletano

Presepe del 1700- Fontanarosa (Av)

Com’ è noto a tutti, l’inizio della tradizione presepiale risale al 1220, quando S. Francesco d’Assisi dispose la prima mangiatoia con bue ed asinello. I primi documenti a far menzione di “figurarum sculptores” sono del XV-XVI secolo; bisognerà arrivare al XVI-XVII secolo per parlare di “presepe” in senso puramente artistico. Nel XVIII secolo, il presepe devozionale-liturgico verrà sostituito da quello più sfarzoso e ricercato sia per immagini che per scene ed architetture.

Con Carlo III, diventa real-popolare e tutto comincia ad essere impreziosito e curato nei minimi dettagli: dai vestiti di alta sartoria per i personaggi ai pastori finemente lavorati dell’ ‘800 Borbonico. Diviene forma d’arte e cultura, emblema di storia popolare oltre che metafora del Natale.

Presepe di Fontanarosa: dalle origini ad oggi

Nel piccolo paese di Fontanarosa (Av), alla magica tradizione del presepe avvolta in un’atmosfera di suggestiva sacralità, si lega inevitabilmente il triste ricordo di un “Natale rubato” quando, durante gli anni ’80, fu trafugato uno dei presepi più importanti e maestosi dell’ Irpinia: il presepe napoletano del 1700.

In parte recuperato nel corso degli anni e in parte integrato con nuovi pastori, è attualmente in mostra presso il Santuario di Maria SS. della Misericordia, in onore del Natale 2016 e inaugurato lo scorso 7 dicembre. Per i Fontanarosani non è soltanto una rappresentazione della fede cristiana, bensì sintesi di valori ben radicati nella storia, nella memoria e nella cultura del borgo avellinese.

Il presepe di Fontanarosa ben si colloca nella tradizione del cosiddetto “presepe del popolo” che ospita la scena della Natività in una grotta anzicchè  in un tempio greco-romano. Quello  donato dalla famiglia Penta, arricchito con altri pastori acquistati da Don Davide D’Italia  fu esposto a Roma, in occasione del Giubileo del 1950. Le scene riproducevano momenti di vita quotidiana fontanarosana d’inizio secolo (armenti, fontana, pastori) e la schiera di angeli si apriva sul cielo dipinto da uno scenografo del San Carlo che campeggiava sullo sfondo.

La tecnica di allestimento utilizzata oggi è la stessa di allora e prevede come basamento una struttura lignea, sulla quale vengono incastrati ceppi di olmo secolare e radici di ulivo, per poi assemblare il tutto con carta straccia e colla di farina. Segue, inoltre, la fase dell’incartamento con sfumature di colore in terra d’ombra per creare un effetto realistico e, infine, mani sapienti collocano i pastori sulla scena studiata nel dettaglio.

La disposizione del presepe all’interno della chiesa può variare negli anni ma, solitamente questo viene montato lungo una delle navate laterali del Santuario. Successivamente all’esposizione a Roma, il presepe di Fontanarosa fu custodito nei forzieri della chiesa di Maria SS. Della Misericordia fino al 1982, anno in cui, in seguito al terremoto del 1980, un gruppo di giovani entusiasti, dopo 30 anni, organizzò un ennesimo allestimento che attirò molti visitatori ma, nella notte tra il 13-14 dicembre il presepe fu preda dei ladri.

Di esso rimasero solo case vuote; circa 200 pastori andarono persi. Da allora, la comunità fontanarosana mantiene vivo il ricordo di quell’ evento infelice che ha ispirato il film “Il Natale rubato”.

Il presepe che oggi possiamo ammirare è solo una parte di quello donato dalla famiglia Penta al Museo Irpino, con l’aggiunta dei pastori che il vecchio parroco, Don Giulio Ruggiero, si prodigò di raccogliere con l’aiuto delle offerte dei fedeli.

Lodevole è l’impegno dei volontari che, sin dall’ inizio di ottobre, s’industriano e partecipano attivamente al montaggio a cui, se un tempo ai bambini non era concesso avvicinarsi mentre i “masti” si adoperavano, oggi i ragazzini possono accedervi ed essere coinvolti al fine di tramandare le tecniche, oltre alla passione e alla tradizione.

Presepe di Fontanarosa: “Il Natale rubato”

Nel 2003, fu realizzato il su citato film Il Natale rubato, girato a Fontanarosa dal regista Pino Tordiglione, che riscosse molto successo, soprattutto in America.

Ispirato al drammatico fatto di cronaca, vede la partecipazione dell’attore napoletano Patrizio Rispo, di Giuseppe Ferrigno e abitanti del borgo. Un lungometraggio impostato come racconto fantastico per l’infanzia e dedicato alla memoria degli adulti.

La trama ha come protagonista Fortunato, un povero bracciante agricolo che è l’artefice del misfatto, spinto a rubare per pagare le costose cure mediche della figlia Filomena gravemente ammalata. La vicenda si conclude non una lieta risoluzione che mette in risalto la solidarietà di una comunità di gente semplice ed il trionfo del messaggio di Pace ed Amore che il Presepe e la Natività vogliono trasmettere.

Grotta della Natività, Presepe 2016-Fontanarosa (Av)

Pasqualina Giusto

Bibliografia:

Il Presepe torna a Fontanarosa, Sellino e Barra Editori

Fonti multimediali:

Fotografia a cura di Francesco Zollo

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Pasqualina Giusto

Nata il 12 Settembre 1985. Vive in Irpinia, terra a cui sono ispirati molti dei suoi articoli. Ha frequentato la Facoltà di Scienze Giuridiche presso" Università degli Studi del Sannio" e la Facoltà di Lettere Moderne presso la "Federico II". Appassionata di tradizioni e cultura popolare, ha all'attivo un'esperienza come redattrice per la testata online "La Cooltura" nella sezione "Folklore".

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