Il cosiddetto Cimitero degli Inglesi, situato nei pressi del Borgo di Sant’Antonio Abate a Napoli e, più precisamente, nel giardino della Chiesa di Santa Maria della Fede, verte in uno stato di degrado e abbandono. Nonostante abbia subito alcuni ampliamenti, a causa del suo stato è quasi sconosciuto agli abitanti della IV municipalità. Noi de La Cooltura abbiamo intervistato Gisberto Rondinella, vicepresidente dell’associazione Vol.un.t.a.s, in merito alla questione.
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Parliamo di uno dei cimiteri monumentali di Napoli, realizzato nel 1826 su impulso della comunità britannica napoletana. Chiuso circa 70 anni dopo quando, con lo sviluppo urbanistico del Risanamento, è stato sostituito dal cimitero inglese presente alla Doganella. Dagli anni ’80 l’area è di competenza comunale, adattata a giardino pubblico.
Come spesso accade in questa città, i propositi sono buoni, gli esiti no. Con il grande progetto di Risanamento, e la relativa società, l’idea era quella di sostituire edifici e strade preesistenti con nuovi agglomerati urbani, nuove piazze. Si pensi, ad esempio, a p.za Nicola Amore e allo stesso corso Umberto. La verità però è che questi interventi non hanno risolto del tutto il degrado di quei quartieri, bensì l’hanno “nascosto”. Addirittura nel quartiere Vicaria quasi tutti gli immobili sono stati riscattati dagli inquilini, ma dopo anni ancora non si è concluso l’ammodernamento delle facciate dei palazzi.
È da tempo che, considerato lo stato di abbandono e disuso in cui versa, rivendichiamo per quello spazio una maggiore cura da parte del Comune. Ma non solo. Consideriamo infatti strategica per il quartiere la sua posizione e abbiamo presentato agli Enti competenti un progetto di riqualificazione che prevede la ristrutturazione delle mura, il recupero delle aree verdi, la valorizzazione degli elementi artistici ancora presenti (penso all’obelisco, alle cappelle rimaste), e l’introduzione di panchine, tavole e di un campetto da calcio e da basket. Si immagini i bambini che oggi giocano in piazza Poderico, correndo a raccogliere la palla per strada, quanto ne sarebbero felici.
È impossibile negare la mancanza di spazi verdi e luoghi di aggregazione per giovani e non nella IV municipalità. Cosa si potrebbe fare?
La IV municipalità è ricca di piazze e di spazi aperti. Mi riferisco, per citarne solo alcune, a piazza Nazionale, a p.za Carlo III, a p.za Leone, ma anche a p.za Poderico e alla stessa p.za Garibaldi. Si tratta di spazi centralissimi, ampi, per buona parte inutilizzati e morti. Ecco cosa si può fare: farli rivivere. I mercati, le fiere, gli eventi, ma anche giardini curati, fontane e giochi per bambini. Da piazze vuote a piazze vive, questo è un programma vero. E per i più giovani è arrivato il momento di connettersi con le grandi città d’Europa: dotiamo le piazze di wi-fi libero, accessibile, veloce, gratuito. Abbiamo contatti con alcune realtà aziendali che hanno già realizzato progetti in altre città e sono disponibili ad investire a Napoli.
A breve vi saranno le elezioni. Lei come ha intenzione di comportarsi in merito? Vuole candidarsi?
Non mi piacciono le autocandidature e non soffro di “candidite”. Faccio parte di un gruppo politico e di un’associazione. Se amici e riferimenti lo riterranno opportuno, parteciperemo alla battaglia elettorale, altrimenti continueremo ad impegnarci per i nostri quartieri anche fuori dalle istituzioni.
Luigi Santoro
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