Chi è il rinoceronte?
La famiglia dei rinoceronti, che conta al momento due specie africane ( il rinoceronte bianco, Ceratotherium simum,
![Rinoceronte indiano](http://www.lacooltura.com/wp-content/uploads/2016/03/Indian-Rhino-300x200.jpg)
ed il rinoceronte nero, Diceros bicornis ) e tre asiatiche ( il rinoceronte di Giava, Rhinocerus sondaicus, il rinoceronte indiano, Rhinoceros unicornis ed il rinoceronte di Sumatra, Dicerorhinus sumatrensis ) si trova in una situazione di estrema crisi da ormai molti anni. I dati salienti sulla decaduta di tali pachidermi risalgono agli inizi del XX secolo ( la smodata caccia al rinoceronte ha origini ben più lontane, tuttavia le questioni collegate alla salvaguardia delle specie animali in via di estinzione hanno cominciato a richiamare l’attenzione del grande pubblico solo dal ‘900, basti pensare che la fondazione del WWF risale al 1961 ) secondo cui la popolazione mondiale di rinoceronti, tenuto conto delle varie specie, ammontava a circa 500.000 esemplari. Tale numero era drasticamente ridotto già nel 1970 ( 70.000 esemplari ) a causa della folle caccia perpetuata per lo più da bracconieri cinesi, la cui medicina tradizionale sfrutta il corno di rinoceronte come un potente afrodisiaco ( chiaramente non esistono basi scientifiche di cui queste teorie possano avvalersi ).
![Un piccolo di rinoceronte si sofferma nei pressi di ciò che rimane della madre.](http://www.lacooltura.com/wp-content/uploads/2016/03/tumblr_n5z4csAJVI1sgklawo7_1280-300x169.jpg)
Dall’Asia all’Africa una caccia senza sosta
Le prime a pagarne le conseguenze furono le specie asiatiche: Giava, Sumatra e la fascia compresa tra Pakistan-India-Birmania furono private di buona parte dei loro rinoceronti le cui carcasse, private dei corni, unica parte di valore dell’animale, venivano lasciate ad imputridire nei boschi e nelle praterie. Quando l’attenzione delle associazione per la difesa degli animali, nonché i governi stessi di questi paesi tentarono di porre un freno alla strage gli acquirenti cinesi spostarono la propria attenzione sulle popolazioni africane, più numerose e meno protette. Per quanto l’habitat dei rinoceronti africani sia più “ facile “ da tenere sotto controllo ( semplificando molto, i rinoceronti africani sono più comuni nei grandi spazi aperti, mentre quelli asiatici si sono evoluti per vivere nelle foreste ) le continue guerre civili che dilaniavano ed a tutt’oggi affliggono il paese rendono molto pericoloso spostarsi seguendo i rinoceronti. Dal 2008 ad oggi 5900 rinoceronti africani sono stati uccisi dai bracconieri ( per buona parte provenienti dal Mozambico, stato che solo dallo scorso anno, durante il quale sono stati sterminati 1338 rinoceronti, sta cominciando a prendere provvedimenti per tamponare il commercio illegale dei corni ) così suddivisi: 20400 rinoceronti bianchi; 5055 rinoceronti neri; 3345 rinoceronti indiani; 100 rinoceronti di Sumatra e soltanto 58 rinoceronti di Giava.
Tentativi di salvaguardia
I tentativi di riproduzione effettuati in zoo e bioparchi sono sin ora falliti, risultando anzi controproducenti, la maggior parte degli esemplari allevati in cattività dei quaranta individui originari di un gruppo di rinoceronti di
![feto di rinoceronte](http://www.lacooltura.com/wp-content/uploads/2016/03/Rhino-Poaching-1-300x119.jpg)
sumatra morì inspiegabilmente nel giro di pochi anni, ed il primo piccolo venne alla luce soltanto venti anni dopo l’inizio del progetto, rendendo lo stesso un buco nell’acqua; ben più efficaci potrebbero rivelarsi i metodi estremi che si stanno sfruttando recentemente in Sud Africa: rimuovere i corni ai rinoceronti ( senza i quali non rappresentano alcun valore agli occhi dei bracconieri ); fornire ogni gruppo o singolo esemplare di guardie armate che lo sorveglino notte e giorno e, sopratutto, rinforzare i controlli degli scambi commerciali con la Cina, obbiettivo chiaramente molto difficile da raggiungere, considerando la profonda radicazione del governo e delle imprese cinesi sul territorio Africano.
Tra le varie associazioni che si occupano della salvaguardia dei rinoceronti, oltre a WWF e IUCN, va evidenziata la International Rhino Foundation, che dal 1993 si occupa della tutela di questi magnifici animali, grazie anche alle donazioni private.
Ruggero Amato