Inverno: poesia dell’anima fredda di Gennaio

Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.

Cercavano il miglio gli uccelli
ed erano subito di neve;
così le parole.
Un po’ di sole, una raggera d’angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d’aria al mattino.

(S. Quasimodo, da “Acque e Terre”)

Le notti d’inverno ci fanno diventare aria, immersi nel pulviscolo di nebbie e cristalli di neve. L’inverno è un canto di nostalgia e malinconiche memorie, come le orme sulla terra bianca. Ha la magia di una poesia, l’inverno, fatta di lunghe ombre e flebili luci del giorno.

Dicembre è il mese del solstizio d’inverno (nell’emisfero boreale): esso è il giorno in cui il sole raggiunge il suo punto più basso sull’orizzonte e, poi, inizia a risalire, fino al giorno dell’equinozio di primavera. Eppure, nonostante le festività “invernali” che ricorrono in questo mese, il mito e il folklore pullulano di figure “fredde” associate a Gennaio, vero portatore dell’Inverno, con tutti i suoi culti e le sue simbologie.

Siamo agli albori di Gennaio, l’Inverno comincia a tingere con i suoi colori i paesaggi e antiche usanze e tradizioni ritornano a vivere…

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I colori dell’inverno

Inverno: le figure del “freddo”

L’etimologia della parola inverno deriva dalla radice sanscrita him– = freddo, nel latino hiems = inverno, freddo, gelo; o anche nel latino him-ernum (sottinteso tempus), divenuto hibernum. Anche nel greco antico χειμών (cheimon) = freddo, inverno abbiamo traccia di tale radice. Inverno, quindi, significa tempo che appartiene (il suffisso -ernum indica appartenenza) al freddo, stagione gelida.

La differenza tra estati calde e inverni freddi trova una affascinante risposta nel mito norreno. In un passo del Vafþrúðnismál (poemetto in forma dialogica, incentrato su una gara di sapienza tra Odino e il gigante Vafþrúðnir) leggiamo:

…Da dove l’inverno è venuto,

e la calda estate,

in principio tra gli dèi sapienti?

Vindsvalr si chiama,

colui che fu il padre di Vetr,

e Svásuðr di Sumar.

(testo tratto da bifrost.it)

Il gigante Svásuðr era il padre di Sumar «estate». Egli viveva una vita così felice che da lui prese nome ciò che era ameno e piacevole. Il padre di Vetr «inverno» era un gigante di nome Vindsvalr (mentre per altri era Vindlóni); egli era figlio di Vásaðr. Essi erano parenti severi e d’animo freddo e Vetr aveva il loro stesso temperamento.

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Jack Frost

I giganti sono dotati di una forza sovrumana, rappresentano le energie del caos e l’aspetto distruttivo della natura. Si narra di un gigante di nome Fornjótr, che regnava sulle gelide terre del Finnland e del Kveland. Egli aveva tre figli, che diedero origine ad una famosa discendenza: Logi, «fiamma», del quale si ritiene abbia il dominio sul fuoco; Kári, «vento», che, alla stessa maniera di Eolo, governa i venti; infine Ægir, il «mare». Nella mitologia norrena Kàri aveva un figlio di nome Frosti, considerato il signore del gelo. Alcuni studiosi ritengono che il Gigante del Gelo abbia dato origine ad una delle figura più famose del folklore: Jack Frost.

La letteratura del Novecento ha presentato Jack Frost come una figura elfica, aiutante di Babbo Natale, incaricato di creare le condizioni climatiche tipiche dell’Inverno, portando gelo e neve sulla Terra. Una variante dell’Old Man Winter, Jack ha il compito di diffondere il gelo attraverso felci di cristallo, che si possono scorgere sulle finestre nelle fredde mattine d’inverno. Un vero artista dell’Inverno che, come tutti gli spiritelli, possiede un carattere difficile: infatti, in primavera crea pozzanghere di acqua, mentre in autunno fa cadere le foglie, preparandosi per la sua stagione preferita.

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La Cailleach

Tra le figure del “freddo” va ricordata la Regina dell’Inverno, Cailleach. Si tratta di una divinità antichissima, che ha il compito di combattere la Primavera e di gelare il suolo con il suo bastone. L’Irlanda e la Scozia sono costellate da luoghi che ne riprendono il nome o che ricordano vicende che la vedevano protagonista. Cailleach opera tra Samhain e Beltane, opponendosi a Brìghde, che governa la stagione estiva. La Regina dell’Inverno ha il potere di condizionare la durata dell’Inverno: si racconta che il giorno di Santa Brigida d’Irlanda (1° febbraio), la Cailleach può prolungare l’inverno rendendo questa giornata soleggiata, per poter raccogliere legna sufficiente a far fronte al freddo dei mesi successivi.

Un’altra divinità dell’inverno è Ullr, un culto tra i più antichi nell’area norrena. Nell’iconografia più nota, Ullr è rappresentato con un arco e gli scii; infatti, uno degli appellativi a lui attribuito è proprio Önðuráss “dio sciatore”. Ullr era un abile sciatore, tanto che nessuno poteva competere con i suoi sci, fatti di ossa.

L’anima di Gennaio: riti, simboli e leggende

Il mese di Gennaio apre le porte all’anno nuovo: non a caso il nome deriva dal dio romano Giano, il Cerus Manus del carmen saliare, colui che apre e innova. Giano è la divinità bifronte, che rappresenta il prima e il poi. Capodanno è “il giorno di Giano”, una sorta di passaggio temporale dal passato al futuro. Nell’Antica Roma, il 5 gennaio era festeggiata sulla Velia la “Vittoria e Conquista”. La magia di Gennaio era celebrata nelle Carmentalia dell’11 e 15 del mese, in onore di Carmenta, la divinità oracolare venerata dalle madri come datrice di buon destino ai neonati; carmen deriva da kan-men ossia “canto magico”.

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La luna del lupo

Sin dall’antichità, Gennaio è un mese magico, ricco di simbologie e rituali. In questo mese la natura è sottoposta al momento più freddo dell’anno: la terra è ricoperta di neve e gli animali vanno in letargo; i paesaggi sono silenziosi e si avverte il respiro del mondo.

A Gennaio sorge la Luna del Lupo. È la prima luna piena dell’anno, definita così per ricordare il momento in cui branchi di lupi si avvicinavano ai villaggi in cerca di cibo, nelle fredde notti d’inverno. Si sentivano ululare sopra le montagne, nella notte gelida di luna piena. Per i celti, il lupo simboleggia il potere della luna: il lupo va a caccia del sole per divorarlo. La Luna del Lupo può essere considerata una metafora dell’esistenza: come i lupi, animali leali, che si dedicano alla cura del proprio branco, così gli uomini nel mese di Gennaio sono chiamati a dedicarsi alla famiglia, soprattutto dopo le festività. La tana riscaldata con la luce del camino, i racconti, i giochi con i più piccoli, sono gli insegnamenti da trarre dalla vita dei lupi, per cui questo Esbat giunge a ricordarcelo.

Legati al mese di Gennaio sono:

  • La betulla, che, secondo la tradizione, ha il potere di rivelare i segreti della trasformazione e della crescita della vita nei boschi; infatti, anche se in questo mese la natura sembra essere “a riposo”, essa è continuamente attraversata da flebili attività. Nella magia, la betulla viene associata a pratiche di protezione ed esorcismo. Inoltre, come pianta della fertilità, veniva piantata nei pressi della propria dimora durante il solstizio d’inverno.
  • L’onice è una pietra che, usata come talismano, ha la capacità di lenire il dolore e di migliorare la memoria.

Concludiamo l’analisi di questa stagione con una delle leggende invernali più famose, i giorni della merla:

In un lontano Inverno, alla fine di Gennaio, quando la campagna era ricoperta di neve e gli alberi spogli, e i rametti delle siepi erano spezzati dal vento gelido, una merla cercava un riparo per se e per i suoi figlioletti. Non un angolo riparato dal vento, scorgeva la merla, non un tegola di un tetto sotto cui rintanarsi. La gente se ne stava in casa, intorno al fuoco, e dai camini usciva un fumo scuro. Per non morire di freddo, la merla dal piumaggio candido, portò i suoi piccoli sulla bocchetta di un camino. L’aria fuligginosa non era piacevole, ma almeno era tiepida. Tre giorni durò il grande freddo, e quando rispuntò un timido sole, la merla uscì dal camino con i suoi piccoli. Ma cosa era successo? Le loro piume erano tutte nere, come la fuliggine che avevano respirato.

È da allora, infatti, che i merli sono neri, e che gli ultimi giorni di gennaio, i più freddi di tutto l’inverno, sono detti “i giorni della merla”.

Buon Inverno!

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Giovannina Molaro

Sitografia:

http://www.ilcerchiodellaluna.it/central_Dee_Cailleach.htm

http://xsacerdotessediavalonx.jimdo.com/esbat/luna-del-lupo-gennaio/