2015: ecco i tre migliori album

Oggi LaCOOLtura vi propone un’analisi dell’annata musicale e i tre album che hanno segnato il 2015 nella maniera più assoluta.

Il 2015 ormai è alla sua naturale conclusione ed in fin dei conti si può giudicare come una buona annata dal punto di vista musicale, soprattutto per i lavori pubblicati nel primo semestre.

Ma quali sono i tre album che hanno tracciato un segno indelebile? Se siete a corto di idee con i regali di Natale e volete sorprendere qualcuno con un bel CD moderno, questo è l’articolo che fa per voi, perché è tempo di trarre un bilancio senza fare alcuna classifica. Se la dovessimo fare, non sarebbero soddisfacenti le posizioni per i Beirut e per i Coldplay, che con i loro ritorni non raggiungono neanche una sufficienza piena, presentando album più per la loro soddisfazione che per la nostra.

Pollice in su invece per i graditi ritorni dei Foals, che con What Went Down hanno fatto grandi passi evolutivi, e per i Tame Impala e per Florence and The Machine, che rispettivamente con Currents e con How Big, How Blue, How Beautiful riescono a mantenere il loro altissimo livello produttivo non variando la linea stilistica che contraddistingueva i precedenti successi. Per i più nostalgici sarà stato sicuramente gradito il ritorno dei Blur, con un album non particolarmente eccezionale ma gradevole ed ovviamente è impossibile non inserire in questo discorso Adele, con album coerente al personaggio ormai creato e con una hit chiacchieratissima in questi mesi che porteranno alla cantante londinese un 2016 impegnativo. Per quanto riguarda l’emotività dell’album, Vulnicura di Bjork è di un altro livello, anche se meno pubblicizzato.

Per gli amanti della musica italiana, mettendo per un secondo da parte il fenomeno commerciale di Lorenzo Fragola The Kolors , c’è stata grossa fermentazione nella zona indie: basti pensare all’Egomostro di Colapesce, ai due Endkadenz dei mai banali Verdena e al sorprendente Mainstream di Calcutta, sicuramente migliore album del secondo semestre del 2015, che avremmo potuto inserire volentieri nella breve lista dei tre album dell’intero anno se non fosse stato per DIE di IOSONOUNCANE, da cui parte la pole position de La COOLtura.

2015

#IOSONOUNCANE, DIE (30 marzo 2015)

Album italiano dell’anno, lavoro assolutamente straordinario che consacra il ragazzo conosciuto in precedenza per La Macarena su Roma, album che fece il botto nel lontanissimo 2010. DIE riesce ad essere completamente diverso dal primo lavoro, più curato, meno politicamente impegnato ma allo stesso tempo più coraggioso. Jacopo Incani in arte IOSONOUNCANE è riuscito a mettersi sulle spalle il peso del cantautorato italiano ed a unirlo nella contemporaneità del nostro tempo, nel viaggio di un carnale naufragio e di una storia d’amore tra minimalismo, beat elettronici, sintetizzatori, chitarre classiche e canti popolari sardi. Il 2015 è stato l’anno del Cane.

2015

#Kendrick Lamar, To pimp a Butterfly (16 marzo 2015)

Ovviamente per IOSONOUNCANE abbiamo premiato l’arte aldilà della fama. Con Kendrick Lamar parliamo dell’esatto opposto. Con To pimp a Butterfly l’ormai star globale del rap è riuscita a entrare persino nel cuore del presidente degli Stati Uniti D’America Barack Obama, che ha indicato una sua canzone come brano dell’anno.

Kendrick ha conquistato non “solo” il presidente, ma anche la giuria dei Grammy Awards, accumulando ben undici nomination, quasi un record, visto che meglio di lui ha fatto solo un certo Micheal Jackson nel 1984. Sicuramente ha influito su di lui il buon ascendente di Taylor Swift: la canzone “Bad Blood” che vede Lamar collaborare con la bionda più popolare d’America ha fruttato su YouTube più di mezzo miliardo di visualizzazioni. Kendrick Lamar è ben più che una semplice moda del momento, è l’artista che ha saputo condannare con le sue canzoni gli incresciosi episodi di razzismo che hanno travagliato l’America, come i fatti di Ferguson, ha saputo raccontare la contemporaneità non solo della comunità afro-americana, ma anche dell’artista medio, del pensiero dell’uomo, con forti critiche alla società. Che il genere vi piaccia o meno, Kendrick Lamar ha conquistato il 2015 e non vi è dubbio che gli anni a venire saranno d’oro per lui.

#Sufjan Stevens, Carrie & Lowell (31 marzo 2015)

2015

Abbiamo parlato di artisti che sono usciti fuori dagli schemi e di artisti che hanno voluto continuare il loro percorso stilistico: esattamente al centro c’è Sufjan Stevens con Carrie & Lowell, undicesimo album dell’artista americano, probabilmente il più bello dei suoi lavori. Viaggio tra vita e morte, tra fede e famiglia, riesce ad essere sia personale (parlando dei propri genitori e della propria vita) sia universale, parlando a cuore aperto con il mondo, conquistando il 2015 con la sua semplicità (chitarra acustica e tastiera, nulla più) in un momento storico in cui sembra impensabile fare qualcosa del genere che non sia contaminato da frammenti della contemporaneità di cui siamo circondati.

Insomma, in ordine sparso, il nostro 2015 è stato caratterizzato da IOSONOUNCANE, Kendrick Lamar e Sufjan Stevens, rispettivamente con DIE, To Pimp A Butterfly e Carrie & Lowell: davvero niente male.

Per voi invece quali sono stati i tre album dell’anno? Fatecelo sapere commentando l’articolo!

Diego Sbriglia