Cinema italiano

Sciantosa napoletana: Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa

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Il termine sciantosa a Napoli derivò dal termine francese chanteuse, cioè cantante. Le chanteuse in Francia si esibivano nei tabarin, nei cabaret o nei café chantants, quindi nei teatri napoletani molte cantanti francesizzarono il loro nome e spacciandosi per francesi intrattenevano i clienti con le loro movenze, le loro grazie, i loro vestiti vaporosi e piumati e i gioielli. Molte di queste cantanti furono la causa di amori folli e passioni travolgenti. Alcune hanno fatto la storia della canzone e del teatro napoletanoNinì Tirabusciò è la donna che inventò la “mossa”.

Come nasce la figura della sciantosa

Mentre i napoletani esportavano all’estero la figura della malafemmena, Napoli importava da Parigi la figura della sciantosa. Arrivò in Italia con il café chantant, una forma di spettacolo che metteva insieme la canzone, la macchietta, la parodia e il balletto. Il primo teatro napoletano in cui si diffuse fu il Salone Margherita e tra le sciantose nostrane più famose ricordiamo Anna FougezElvira Donnarumma. Il termine “sciantosa” nacque tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento come italianizzazione del francese chanteuse (come già scritto sopra), perciò la sciantosa doveva atteggiarsi e dare l’impressione di essere una diva straniera, doveva essere esuberante e al contempo chic, una donna forte e seducente.

Locandina del “Salone Margherita”, primo cafè chantant

I nomi delle sciantose più note

Tra le sciantose più famose ricordiamo: Ester Clary (Ester Palumbo di Salerno) che debuttò a 19 anni, nel 1912 con “Ah, ll ‘ ammore che fa’fa’”(di Murolo – De Curtis), Olimpia D’Avigny, che ebbe come cavalli di battaglia “Era de Maggio” e “Marechiaro”, Gina de Chamery che rese famosa “‘O surdato ‘nnammurato”. Ricordiamo ancora Armand ‘Ary, “chanteuse parisienne” delle “Follies Bergéres” che portò al successo “A Frangesa” che fu scritta per lei da Mario Costa e poi Ria Rosa, la sciantosa che si fece bastonare per difendere i propri ideali, quando cantò contro la pena di morte di Sacco e Vanzetti.

Lilì Kangy e Ninì Tirabusciò

Monica Vitti interpreta Ninì Tirabusciò

La figura della sciantosa ispirò anche due famosissime canzoni: Lilì Kangy (Giuseppe Capurro-Salvatore Gambardella) e Ninì Tirabusciò (Aniello Califano- Salvatore Gambardella). Lilì Kangy del 1905 canta la storia di Cuncetta che, nata nel Vicolo Conte di Mola, diventa sciantosa e da quel momento tutti la considerano una diva: «Basta ca ʼa veste è corta,/tutto se po’ aggiustà !». Ninì Tirabusciò fu portata al successo nel 1911 dalla romana Maria De Angelis, in arte Maria Campi, che inventò anche la storica “mossa”.

La “mossa” della sciantosa

La “mossa” è il colpo d’anca tipico delle sciantose napoletane. Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa è un film del 1970, scritto e diretto da Marcello Fondato. È da questo film che è nata la tendenza della “mossa” che tutte le donne napoletane conoscono. Il film è liberamente ispirato alla vita di Maria Campi, la diva di varietà, celebre per aver inventato il movimento d’anca chiamato “mossa”, il film racconta quindici anni di vita e cronaca italiana, dall’assassinio di Umberto I da parte dell’anarchico Gaetano Bresci fino allo scoppio della Grande guerra.

Serena Autieri interpreta Elvira Donnarumma in “La Sciantosa”

In un’intervista, di recente, Serena Autieri ha dichiarato che «La mossa la inventò Maria Campi e fu lei a farla conoscere. Un momento di grande sensualità, e lei la faceva con ironia. La mossa rappresentava il momento di svago di quegli uomini che con una scusa qualunque, un caffè o una partita a carte, si andavano a rinchiudere nei café chantant ad ammirare il seno e le gambe che le vedette mostravano. Io la rifaccio in chiave moderna e buffa, agghindata con tutta quello che una sciantosa deve avere, piume, gioielli e strass».

Solo un anno fa, infatti, Serena Autieri ha riportato in scena “La Sciantosa” immedesimandosi in Elvira Donnarumma. Ciò vuol dire che la “mossa” è diventata davvero un modo per arricchire e colorare ancor di più la canzone napoletana ed è entrata nei cuori di tutta Italia e non solo della Campania.

Nonostante siano passati molti anni, la “mossa” è ancora attuale e moderna. Il termine sciantosa si è così diffuso che oggi si usa, soprattutto a Napoli, non solo per indicare le cantanti di varietà, ma per indicare, in senso generale, la donna affascinante, seducente, vanitosa, ammaliante che con le sue curve e il suo modo di camminare ruba i cuori degli uomini.

Come nasce la “mossa”?

Nella canzone di Ninì Tirabusciò, interpretata da Angela Luce, a parlare dei suoi desideri è una donna che, stufa di suo marito, decide di mettersi a cantare:

«Chillu turzo ‘e mio marito/nun se pò cchiù suppurtá!/ Ll’aggi”a cósere ‘o vestito./Mm’aggi”a mettere a cantá! /Tutto è pronto! Stó’ aspettanno na scrittura p”a firmá./Nun appena che mm”a danno/vaco fore a debuttá!».

Per il debutto sceglie il nome di Ninì Tirabusciò e non si preoccupa del talento perché dice di conoscerne tante che, non migliori di lei, sono tornate ricche dalle tournée:

«Ne cunosco tante e tante/ca nun só’ cchiù meglio ‘e me/e cu ‘e llire e cu ‘e brillante/só’ turnate da ‘e tturné».

E poi spiega che per cantare basta alzare la gonna, muoversi un po’ e avere una raccomandazione:

«Aíz”a vesta, smuóvete/E’ ll’epoca ch”o vvò/ Oh! Oh! Oh!… /Pe’ cantá nun serve ‘a voce/è ‘o partito ca nce vò’…/Dai il tuo cuore ‘ncopp”a piazza/ai più ricchi abituè/Vide po’ si ‘un fanno ‘a mazza/ll’ate artiste ‘nnanze a te./E’ chesta ‘a vera tattica/‘e na sciantosa ‘e mo…/Oh! Oh! Oh!».

Quindi, per essere “sciantosa” e per fare “la mossa” bisogna “alzare la gonna”, mostrare le proprie bellezze e poi muoversi tanto, facendo risaltare l’anca e dando una spinta ai fianchi, valorizzandoli.
Il termine sciantosa, man mano, ha cominciato ad assumere anche connotazioni negative proprio per questo suo aspetto legato alla provocazione, ad esempio Totò nella sua canzone “Scettico napoletano” accosta la figura della sciantosa a una malafemmena, ma qui preferiamo ricordare la caratterizzazione positiva e artistica del termine.

Siate “sciantose” ma non per provocare, bensì per piacervi.

Raffaela De Vivo

Bibliografia:

L. FRUCI, Mala Femmena, Donzelli editore, Roma, 2009.

Sitografia:

http://caffeletterariopuntoedu.blogspot.it/2006/03/la-sciantosa-ovvero-un-pezzo-di-storia.html

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/03/01/napoletana-verace.html

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Raffaela De Vivo

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