Pesci pulitori? No grazie…

Chiunque si sia anche lontanamente avvicinato al mondo dell’acquariofilia ha sentito parlare di loro, i famigerati pesci pulitori, pesci ritenuti capaci di nutrirsi di feci, detriti e qualsiasi altro agente inquinante presente nella vasca… nulla di più sbagliato. Tali pesci, maltrattati nel 99% degli acquari, difatti sono pesci che da adulti raggiungono dimensioni ragguardevoli e che pertanto meritano un trattamento adatto alle loro abitudini. Inoltre bisogna sfatare il mito per il quale essi si nutrirebbero degli scarti di altri pesci nonché delle loro feci, ANZI essi necessitano di una dieta accurata e di una buona componente algale per sopperire alle loro necessità. Esaminiamo dunque gli svariati e sciagurati pesci pulitori che vivono negli acquari

Pesci pulitori dal Sud America con furore

La straganza maggioranza dei “pesci pulitori” presenti in commercio ha origine nel sudamerica e in particolare nel Rio delle Amazzoni. Tale fiume presenta delle caratteristiche chimico- fisiche quali ph molto acidi, presenza di tannini elevata e pochi sali sciolti in acqua che sono totalmente ignorate da molti fra coloro che decidono di acquistare questi robusti seppur esigenti pesci d’acquario. Trattiamo dunque ora alcune di queste specie

Corydoras: i corazzati dell’acquariofilia

pesci pulitori
Tipico habitat dei corydoras, caratterizzato da fondali sabbiosi, ricchi di detriti e molti tannini disciolti nell’acqua

I Corydoras spp. sono un gruppo di piccoli pesci gatto corazzati diffusissimi in acquariologia. Purtroppo la loro estrema diffusione ha fatto sì che venissero trattati come animali di categoria B, senza alcuna considerazione delle loro reali necessità. Innanzitutto per assicurare loro una serena e piacevole lunga vita è necessario abbassare il ph dell’acqua fra 6,5-7 ( come nei loro paese d’origine). In più, essendo dei pesci gatto e avendo come tali i baffi, bisogna utilizzare come substrato della sabbia finissima che permetta a questi pesci di grufolare alla ricerca di cibo. Purtroppo tale loro attività è costata loro l’attribuzione della nome di pesci pulitori, in quanto si confonde il loro smuovere il substrato, attività utile fra l’altro per l’ossigenazione del fondo, con il nutrirsi di feci e altri detriti sul substrato.  La loro dieta infatti dovrà essere complessa e varia, anche per favorire la riproduzione.

Ancystrus e Plecostomus: simili ma non troppo

pesci pulitori
Plecostomus allevati in laghetto nel Sud America per le loro dimensioni

Il tipico negoziante scriteriato e senza alcun rispetto per gli animali nonché per il cliente, non esiterà a vendere al neofito dell’acquariologia una di queste due specie di pesci, spacciandole per alghicida naturale. Ciò corrisponde solo in parte a realtà, poiché tali pesci si nutrono solo di un determinato tipo di alghe, ovvero quelle verdi, lasciando le altre troppo coriacee per le loro bocche. Tali specie inoltre, nel momento in cui non trovino vegetali da cui trarre nutrimento, non tarderanno a deturpare la flora della vasca, non ignorando nemmeno la fauna più lenta o debole, divorandola in una sola notte. Tali pesci definiti pesci pulitori inoltre, nutrendosi molto, hanno un metabolismo veloce, sporcando molto la vasca con le loro deiezioni. La loro dieta per scongiurare dunque qualsiasi problema andrà curata con attenzione, alternando verdure bollite e pellet per pesci erbivori, con giorni di digiuno per evitare eccessivi detriti di natura organici. Se abbiamo analizzato da un punto di vista metabolico la loro totale incompatibilità con la definizione di pesce pulitore, non vanno dimenticate le loro dimensioni. Gli ancystrus sono pesci di taglia relativamente contenuta, mentre le specie del genere Plecostomus posso raggiungere dimensioni ragguardevoli, incompatibili con buona parte delle vasche di appassionati.

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Ancystrus albino maschio con i baffi, elemento per la distinzione dei sessi

Asia: pulitori eterogenei

Così come l’Asia presenta ambienti eterogenei, così anche gli abitanti di tali ambienti si differenziano in maniera sostanziale. Purtroppo però il trattamento riservate loro è lo stesso e non si tiene ancora una volta conto delle loro necessità

Crossocheilus Siamensis

I Crossocheilus siamensis per quanto possano essere considerati fra i migliori mangia alghe in circolazione, non sono assolutamente dei pesci pulitori anzi, come già detto per i pesci amazzonici, tendono a sporcare. Come gli ancystrus, anche essi raggiungono dimensioni ragguardevoli e hanno un tasso di crescita davvero veloce. L’unica pecca di tali animali è la loro reattività e mobilità, che li rende inadatti ad essere ospitati in vasche piccole e con specie timide o lente, che potrebbero essere infastidite dai loro costanti e veloci guizzi. Le condizioni chimiche dell’acqua ideali per loro sono un ph intorno al 7 e una buona dose di sali disciolti. Un bel video con le giuste descrizioni per la vita di questo pesce:

 

Gastromyzon, pesci da roccia

Un’altra classe di pesci asiatici definita come mangia alghe o pesci pulitori, sono i Gastromyzon spp. Dal corpo appiattito, essi necessitano delle stesse proprietà chimico-fisiche dell’acqua dei Crossocheilus, ma di correnti d’acqua molto forti. Infatti essi abitando nei ruscelli asiatici, hanno sviluppato un corpo che aderisce quasi interamente alle rocce dei fiumi, impedendo loro di essere trascinati dalla corrente ma al tempo stesso permettendo loro di vivere in acque costantemente ossigenate e fresche. Tale aspetto viene chiaramente ignorato da buona parte degli acquariofili e pertanto i tassi di mortalità di questi pesci sono altissimi. Ecco un video sull’habitat naturale dei Gastromyzon:

Si invita chiunque voglia accostarsi al mondo dell’acquariofilia di informarsi bene sulle specie che intende acquistare per progettare vasche belle alla vista ma anche confortanti per i pesci.

Stefano Capodanno