Castagno: un santuario di tradizioni e simbologie

Il Castagno è una pianta arborea che ha una storia molto antica, risalente addirittura a 60 milioni di anni fa. Studi di paleobotanica hanno dimostrato che in Italia centrale intorno al 1000 a.C. si registrava una presenza di pollini di castagno pari all’8%, con un aumento nel periodo d’espansione dell’Impero romano e all’inizio dell’era cristiana.

La simbologia dell’albero

L’albero è un elemento naturale che ha da sempre avuto un legame mistico, ancestrale, con l’uomo. Metafora della vita, l’albero simboleggia l’immortalità, la ciclicità dell’esistenza, in quanto attraversa le sue stagioni vitali, dalla nascita al periodo prospero durante il quale dona i suoi frutti, sino alla morte e alla rinascita.

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Divinità degli alberi

Per gli Antichi, l’albero rappresentava il collegamento tra il cielo e la terra, un mediatore cosmico tra il mondo spirituale e quello fisico. Diverse religioni attribuiscono all’albero una valenza mistica e magica, inteso come equilibrio armonico tra gli elementi e come simbolo dell’uomo in quanto sinonimo di vita: le radici nel terreno determinano il legame dell’individuo con le proprie origini, la propria storia; il tronco è il presente, mentre la chioma simboleggia il futuro, che porterà in dono i suoi frutti.

Nella storia dell’umanità, diverse specie di alberi sono diventati depositari di valori morali e religiosi, utilizzati come personificazioni del divino, entrando successivamente a far parte della simbologia cristiana: ad esempio, la vite era consacrata a Dioniso ma divenne il simbolo dello spirito del Cristianesimo e il vino il sangue di Cristo versato per la redenzione dell’uomo. Anche il Castagno, con i suoi frutti, è protagonista di questa simbologia articolata, che si mescola ad antiche tradizioni e leggende popolari.

Castagno: l’albero del pane

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Per la capacità dei suoi frutti di sfamare intere popolazioni montane, il castagno si avvalse del titolo di albero del pane: le castagne, bollite, arrostite, nella zuppa, essiccate e trasformate in farina, erano alla base di molte ricette antiche, sopravvissute ancora oggi.

La tradizione del consumo di caldarroste a Napoli è testimoniata già ai tempi di Marziale, il quale nel De re hortensi assegna alla città il primato nell’arrostire le castagne.

L’importanza della coltivazione di castagni sul suolo italiano risale ad un passato non recente, documentata da diverse norme di tutela delle selve castanili per salvaguardare la salute degli alberi e la raccolta dei frutti, come dimostra uno statuto comunale emanato a Spoleto nel 1545. Il castagno continua ad occupare una posizione privilegiata anche in età contemporanea; l’albero del pane viene celebrato durante la stagione autunnale da numerose sagre diffuse principalmente sul suolo campano e pugliese: Summonte, Bagnoli, Montella, Cervinara (e non solo) ospitano ogni anno nei propri borghi prodotti gastronomici alla castagna, tra musiche e danze popolari, in un’atmosfera che rievoca il passato del castagno come simbolo di sostentamento, senza dimenticare il suo carattere mistico e simbolico.

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La raccolta delle castagne

Usanze e simbologie del Castagno

La tradizione popolare è ricca di usanze e leggende legate al castagno e ai suoi frutti. Alcuni detti antichi suggeriscono di far dormire i bambini in culle fatte di castagno per farli crescere forti e sani, in quanto possiede la proprietà di allontanare gli spiriti in modo da permettere sonni tranquilli. I rametti di castagno venivano spesso usati per produrre talismani di protezione, che venivano donati ai viaggiatori, insieme ad un incenso ottenuto con foglie e corteccia essiccate.

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Castagne

Nella tradizione popolare italiana, il Castagno è simbolo di previdenza e generosità, per la sua capacità di donare frutti in grado di garantire un sostentamento per l’intera stagione invernale. L’usanza di consumare castagne durante il giorno dei morti deriva probabilmente dal loro periodo di raccolta, che ricorre durante questa festività.

Tra le usanze più diffuse vi era quella di lasciare alcune castagne sul tavolo della cucina come cibo per i defunti. In alcune zone del Ticino, le castagne lessate venivano offerte in occasione del rito del battesimo, insieme a frutta e vino. L’abitudine di distribuire castagne avveniva anche prima o dopo il matrimonio, oggi sostituita dall’usanza di donare confetti agli invitati.

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Il Castagno

Dal punto di vista simbolico, il castagno rappresenta l’unione del maschile e del femminile: l’uno determinato dalla maestosità della chioma e dalla possanza del tronco; l’altra dal frutto, che determina il nutrimento e, dunque, la vita. L’albero di castagno raffigura la celebrazione della vita nella sua semplicità e concretezza. Nella simbologia araldica, il castagno rappresenta la virtù nascosta (come il suo frutto) e la resistenza (come il suo legno).

Nella magia è simbolo di longevità ed è molto usato per rendere stabili le unioni e per dare forza ad un rituale. Infatti, le castagne con il riccio sono decorazioni comunemente usate sull’altare per la festa di Samhain.

Un ramoscello di castagno legato con un filo d’argento è un talismano per chi parte per un lungo viaggio: gli assicura il ritorno a casa. Il talismano verde adatto come portafortuna alla donna che si sposa è costituito da quattro rametti di castagno legati con un nastro azzurro. Nei paesi dell’Est quando gli sposi lasciano le rispettive case paterne per andare ad abitare da soli, devono camminare su un tappeto di foglie di castagno.

Due passi nella leggenda…

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Riccio di castagna

Il Castagno dei Cento Cavalli. Esisteva sulle pendici dell’Etna un enorme castagno che, secondo i contadini, aveva circa quattromila anni. La leggenda narra che in una notte tempestosa vi trovò riparo la Regina Giovanna I d’Aragona con tutto il suo seguito di cento cavalieri e dame, durante la quale si sollazzò con più cavalieri sotto le fronde del castagno.

Perché il frutto si apre a croce. Gli uomini della montagna, esasperati dalla scarsità di cibo, decisero di scendere a valle dove tanti e fecondi erano i frutti della terra. Sant’Ubaldo tentò di convincerli che a valle vi era sì abbondanza di cibo, ma anche nebbia e malaria. I montanari non vollero ascoltarlo, così il santo pregò Dio sotto un grande albero affinché mandasse a quella gente il pane. Subito dall’albero si staccò un frutto che cadde al suolo, ma era ricoperto di spine. S. Ubaldo benedisse la piccola sfera spinosa e quella improvvisamente si aprì a croce svelando tre piccoli frutti scuri e rotondi.

Antico Oroscopo Celtico degli Alberi: sotto il segno del Castagno

dal 15 al 24 maggio dal 12 al 21 novembre

Per gli Antichi Celti, la personalità e la determinazione del carattere di un individuo erano collegate al periodo in cui si nasce. Ogni albero sacro della tradizione celtica rappresentava la personalità umana. I nati sotto il segno del Castagno amano aiutare la collettività, riescono ad adattarsi a diverse situazioni e prediligono essere di supporto agli altri. Quando riescono a trovare un ideale da seguire, diventano una vera e propria fonte di potenzialità e capacità. Allo stesso tempo hanno una grande fiducia negli altri e spesso preferiscono agire senza apparire.

Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, conosce la verità. (Herman Hesse)

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Giovannina Molaro

Bibliografia:

Dizionario Araldico di Piero Guelfi Camjani, Ed. Manuali Hoepli

I grandi alberi, tra simbologia e mito di Moris Lorenzi

Sitografia:

http://www.itspoleto.gov.it/progetti/marroni_come_castagne/storia/storia_del_castagno.htm

http://simbolisignificato.it/simboli-astrologia/zodiaco-alberi-celti