Pietro Battaglia: il sanguinoso volto dell’Italia

Pietro Battaglia torna in edicola con il terzo numero della miniserie dal titolo “Battaglia Muro di piombo”.

Con la sua copertina rosso sgargiante la testata fa subito parlare di sé per l’elegante e velato modo di presentare una pagina rossa di sangue della storia italiana: la strage di Ustica, il dramma misterioso e discusso di una giornata come tante, semplice, veloce, di routine trasformata per sempre in tragedia collettiva.

Verificatasi a largo delle coste siciliane nel giugno del 1980 con la morte di ben 81 passeggeri del volo di linea Dc 9 Bologna-Palermo, la strage ha segnato le anime di molti spingendoli a non dimenticare, piuttosto a raccontare.

Pietro Battaglia

Pietro Battaglia, ancora una volta spietato assistente della morte

.2:0.0.0.0.0.0″>”Quella notte lo spietato mondo degli interessi imbraccia il fucile dell’incredibile crudeltà e nel cielo più nero spara, spara all’impazzata contro vittime innocenti ossimoricamente colpevoli di essere saliti su quel maledetto aereo trentacinque anni fa”.

Una notevole aura di mistero avvolge la triste storia di Ustica che vede ancora il coinvolgimento del duro Pietro Battaglia. Questa volta il vampiro siciliano si trova al centro del mirino, al centro della storia, portando sulle spalle il peso di omicidi ed di cadaveri che nella realtà sarebbe stato meglio appartenessero proprio alle sue mani piuttosto che a quelle di altri.Pietro Battaglia.2:0.0.0.0.0.0″>Quella notte lo spietato mondo degli interessi ha imbracciato il fucile dell’incredibile crudeltà e nel cielo più nero ha sparato all’impazzata contro vittime innocenti ossimoricamente colpevoli di essere salite su quel maledetto aereo trentacinque anni fa.

Leggendo le piccole pagine appena ruvide di questo volume si ha la sensazione di affrontare grandi silenzi o inudibili boati, forti e stridenti tanto da render sordi. L’effetto straniante è rafforzato dalla forza delle immagini scaturite dalla matita di Francesco Francini.

L’assetto grafico, più intenso che mai, fa da colonna portante alla sceneggiatura (Giovanni Masi) densa e corposa particolarmente in determinati punti, come nell’inquietante esclamazione:

“ Siamo intoccabili. Lo siamo sempre stati. Lo saremo per sempre.”Pietro Battaglia
L’orrido gusto per lo splatter è pienamente soddisfatto dalle viscide budella fuoriuscite dai corpi, dal rumore del collo spezzato dal cappio troppo stretto e dal sangue denso e purpureo.

Lo stesso personaggio di Pietro Battaglia è delineato con tratti più spigolosi ma meno duri al punto da far sembrare il suo corpo ancora più vigoroso e forte del solito.

Anche i canoni noir sono maggiormente rispettati con  inquadrature in primo piano che delineano il protagonista così come i forti contrasti tra i grigi ed il sanguigno e sanguinario sesso delle prime pagine.

Inquietantemente pensare che gran parte di ciò che si vede nella storia sia stato realtà, che tutti i morti siano veri e che molti attori gravitanti attorno alla vicenda siano stati costretti al suicidio. E, al di fuori del mondo di Battaglia, tutto ciò perde qualunque poeticità.

Corinne Cocca