Anfibi: un dualismo vincente

Che siano baciati da principesse in cerca dell’amore o protagonisti di miti e leggende, gli anfibi hanno sempre occupato l’immaginario collettivo come specie viventi in un costante limbo fra terra e acqua. In effetti, il loro dualismo e le loro strategie di riproduzione e di sopravvivenza sono ciò che stanno sempre di più appassionando gli erpetofili di tutto il mondo, anche al fine di preservare determinate specie a rischio. Gli anfibi inoltre sono ottimi alleati per la lotta ad alcune malattie infettive, nutrendosi di insetti che veicolano gli agenti patogeni e sono  indicatori biologici della salute ambientale. Elenchiamo dunque quali sono i “principi azzurri mancati” più apprezzati .

Anfibi, due grandi classi

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Una Agalychnis callidryas, un abitante delle foreste pluviali

Gli Anuri

Col termine Anura s’intende un anfibio dal corpo tozzo, zampe molto lunghe e soprattutto privo di coda. A tale classe appartengono rane, rospi e raganelle. Esse hanno avuto un’adattabilità evolutiva strabiliante, riuscendo a conquistare numerosi ambienti, dalle zone desertiche sia calde che fredde, dalle cime delle foreste fino ad arrivare alle acque di alcuni fiumi e stagni.

Gli Urodeli

A questa classe appartengono i tritoni e le salamandre, ovvero specie pretamente adattate alla vita acquatica o semi-terrestre. Le dimensioni di alcuni di questi animali variano molto e vanno dai pochi centimetri (es Cynops orientalis) a i metri (es Andrias davidianus)

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Mastodontico esemplare di Andrias davidianus

Le specie più diffuse fra gli appassionati

Xenopus Laevis

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Xenopus ipomelanica venduta come “souvenir” dei negozi di animali

Fra tutti gli anfibi, le Xenopus sono sicuramente le più conosciute. Originarie del Sud Africa, esse necessitano di acquari monospecifi loro dedicati, con un “litraggio” non inferiore ai 60 litri, una manutenzione attenta in quanto, nutrendosi di tutto e in grande quantità, esse sporcheranno altrettanto pertanto l’igiene andrà controllata, anche ai fin di un corretto controllo su eventuali infezioni per le nostre ranocchie.

Come sopra detto, esse sono fameliche e dunque la convivenza con pesci andrà evitata perché essi verranno ritenuti prede e questi anfibi andranno stabulati con esemplari di uguali dimensioni affinché non si verifichino atti di cannibalismo su esemplari più piccoli. Purtroppo queste rane( definite  “ranocchie albine“) vengono vendute senza il minimo scrupolo da molti negozianti, noncurati delle necessità e della famelicità di questi anfibi.

 Bombina orientalis

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Bombina Orientalis

Chiamata anche ululone ventre rosso, la Bombina è un simpatico anuro originario dell’ Asia Orientale. La loro stabulazione sarà molto semplice, con un terracquario, ovvero una teca avente una zona sommersa e una emersa per permettere il passaggio di questi anfibi dall’acqua alla terra comodamente, con  dimensioni 40 cm di lunghezza x 25-30 cm di larghezza per una coppia. L’alimentazione comprenderà insetti di vario tipo, che potranno essere offerti sia di giorno che di notte, essendo una specie generalmente sempre attiva. La temperatura delle nostre case sarà perfetta per le nostre rane, evitando il freddo e il caldo eccessivo. Caratteristica dei maschi di questa specie è il loro verso per corteggiare le femmine, da qui “Ululone“. Ascoltate il video e capirete perchè.

https://www.youtube.com/watch?v=_Gi0H0NLHoY

Le Dendrobates

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Un terrario ricco di piante e con un layout tropicale sarà un’accogliente casa per queste delicate rane

Originarie del Sud America, queste specie presentano una varietà cromatiche e un etogramma davvero spettacolare che ha spinto molti appassionati ad avvicinarsi a questi anfibi. Esse vengono definite anche “rane punta di freccia” in quanto gli Indios cospargono le punte delle loro frecce col veleno secreto con le mucose della pelle di questi anfibi.

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La sgargiante colorazione mostra la grande tossicità della loro pelle

La loro stabulazione è adatta solo ad erpetofili esperti, in quanto la temperatura e l’umidità andranno curate nei minimi dettagli per scongiurare l’insorgenza di problematiche che nel 99% dei casi causano la morte dei soggetti. Inoltre la loro alimentazione sarà a base di Droposhilae sp. il cui allevamento è fra i più complessi per gli insetti da pasto.

Di questi anfibi vengono allevate molte specie tra cui:

  •  Dendrobates azureus
  • Dendrobates leucomelas
  • Dendrobates tinctorius

 Pleurodeles Waltl

Uno fra gli Urodeli più conosciuti e apprezzati, è una specie originaria della penisola iberica e delle zone limitrofe dell’Africa.anfibi Raggiungendo dimensioni ragguardevoli per una salamandra(20-30 cm di lunghezza), l’acqaurio dovrà avere almeno una capienza di 100 litri. Essi sono principlamente acquatici, pertanto la zona emersa sarà inutilizzata. La parte immersa invece andrà curata nei minimi dettagli, ovvero il fondale dovrà essere più sabbioso possibile così da non causare occlusioni all’animale se ingerito per errore durante i pasti. Si può anche optare per un fondo privo di qualsiasi materiale. Andranno inseriti invece tronchi con molte piante acquatiche in modo tale da permettere una qualità dell’acqua ottimale (non bisogna inserire filtraggio in quanto le correnti d’acqua forti destabilizzano gli animali) e così facendo i Pleurodeles avranno anche degli appigli su cui riposare. L’alimentazione sarà composta letteralmente da tutto ciò che riesce ad entrare nella loro capiente bocca, da pellettati per pesci ad insetti vivi. Interessante metodo di difesa di questi animali è la capacità di estroflettere le loro costole per pungere la gola dell’animale che vuole predarle o le mani dell’ignaro erpetofilo che ha per la prima volta a che fare con questi anfibi.

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Costola estroflessa per pungere l’aggressore

Alla luce di ciò, gli anfibi , ad eccezione di alcune specie più adattabili, sono animali molto delicati e si invita chi vuole cimentarsi nel loro allevamento di informarsi presso allevatori competeneti per le specie a cui si è interessati.

Stefano Capodanno