Quanto si parla d’amore?
Ma soprattutto: quando si parla d’amore?
Si parla d’amore spesso per mitizzarlo, per raccontare di uomini coraggiosi che hanno solcato mari e scalato montagne in onore di Amore stesso, abituando ognuno a questa idea, costringendo tutti a credere che l’amore sia sempre avvolto da un’aura poetica e romantica.
Ma in fin dei conti, ridotto ai minimi termini l’amore può essere anche “do ut des”, il piacere che siede nella poltrona della noia e della solitudine per scacciarle, una qualsiasi coperta che scalda le spalle sempre poggiate contro il freddo e umido muro del mondo.
Non mette mai radici, arriva solo per andare via, non stringe, intreccia e lascia respirare, ma si poggia piano, senza fare rumore: gode del sole e alla prima pioggia va via.
Come può un inguaribile romantico come Dylan Dog capire che forse non è vero,che forse non ha mai davvero amato (quasi) tutte le sue donne, che ha solo goduto della loro compagnia, soddisfatto i propri piaceri e concluso lo sporco affare prima della noia?
A suon di torture ovviamente!
“Il cuore degli uomini” è davvero un albo speciale, è la totale messa in discussione dei sentimenti di Dylan e delle sue convinzioni.
“Quanti cuori hai spezzato Dylan, quanti sorrisi capovolto?” si chiede l’indagatore dell’incubo passeggiando tra le strade affollate di Londra.
“Quanto amore hai dato senza mai risparmiarti… e quanto ne hai preteso?” ancora si chiede dopo aver lasciato la sua ragazza.
In questo numero inizia una vera e propria crisi per Dylan: l’amore è tutto, in ogni albo si celebra il suo buon cuore , in ogni albo emerge dalle sue parole un velo di dolcezza riservato a quasi ogni donna, a quasi ogni amante.
Ma forse questo velo di dolcezza è solo un velo di dolcezza e non amore, è solo interesse e piacere, non amore.
E’ solo l’interesse di un uomo, “bestia feroce e senza pietà”, pronto a mangiare un altro cuore, il cuore sincero ed innamorato di un’altra donna.
Ed è proprio questo che il padre di Dora, (ex) fidanzata di Dylan, cerca di fargli capire, legandolo ad una sedia e torturandolo.
Il cuore della vicenda si svolge in quella stanza, tra urla, sogni ,visioni e violenza.
Quello che accadrà fuori sarà ancora più drammatico, ma rappresenterà anche l’unica soluzione.
Dylan inizialmente resisterà ad ogni singolo colpo nella certezza dei propri sentimenti, ma alla fine cadrà, cadrà e capirà.
Ne “Il cuore degli uomini” il detective dell’incubo raggiungerà gli abissi più profondi della propria anima, camminerà in stanze piene di specchi e ricordi e comprenderà le parole di quell’uomo e vedrà cosa è realmente: un mangiatore di cuori.
La sceneggiatura è contraddistinta da una magnifica icasticità che emerge particolarmente in determinati momenti della storia, dove sono espressi concetti attraverso parole la cui scelta non poteva essere migliore: sintetiche, veloci e dirette, che dobbiamo alla penna di Roberto Recchioni.
(Non si sa se sia un caso il Darth Vader in prima pagina).
I disegni di Pietro dall’Agnol sono perfetti per la trama della storia e adatti alle tinte tetre a tratti evanescenti.
Sopratutto quest’ultimo aspetto si presenta particolarmente suggestivo grazie all’ampio uso delle tinte scure e del calibrato gioco tra i grigi tipico de “Il cuore degli uomini”.
Questo numero determina una vera e propria rottura tra prima e dopo, determina la consapevolezza che tutti i baci e gli abbracci non devono essere necessariamente amore, che le sue paure ed inquietudini reali devono avvicinarsi ad un profilo sentimentale reale.
Corinne Cocca
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