Adele e Saverio: un amore spezzato a Catanzaro

Leggende che nutrono il cuore e la mente

Adele

Ognuno di noi, durante la propria crescita, ha avuto il piacere e la fortuna di ascoltare qualche leggenda e racconto antico incentrato su diverse tematiche quali l’amore e il destino.

Adele e Saverio.

Racconti di questo genere “strizzano l’occhio” al nostro lato più ingenuo, profondo e sognante, facendoci credere fermamente che, nonostante tutto, qualcosa di magnifico ed inspiegabile possa accadere nella vita di tutti i giorni. Proprio per questo, per l’effetto straordinario che hanno sulla nostra persona, tali leggende son destinate ad essere narrate di generazione in generazione.

Racconti, narrazione

Pertanto, tra le leggende italiane che godono di un certo interesse, si ricorda una leggenda calabrese ispirata ad una storia realmente accaduta; una storia che narra l’amore di due giovani, Adele e Saverio, appartenenti alla aristocrazia catanzarese. Il racconto si pone fra la fine degli anni 1830 – 1840 a cavallo del periodo storico carbonaro-rivoluzionario.

Un giovane amore ostacolato

Adele, figlia del già allora defunto marchese De Nobili, era una splendida fanciulla di appena vent’anni. La giovane età e il fato le fecero posare gli occhi su Saverio Marincola, figlio dell’omonima casa nobiliare; tra i due si instaurò subito una forte intesa e presto si innamorarono

Erano soliti incontrarsi furtivamente per cercare di preservare la loro relazione che non poteva esser vista di buon grado dalle rispettive famiglie in quanto divise profondamente da due tendenze politiche differenti: la famiglia De Nobili, infatti, era sostenitrice del governo borbonico, mentre la casata dei Marincola era progressista e rivoluzionaria.

Ogni sera, il giovane innamorato incontrava Adele sotto la sua finestra per dedicarle delle sentite promesse d’amore che sigillava con dei baci innocenti, puri.Adele

Accadde però che, durante una di quelle sere, il maggiore dei fratelli di Adele si accorse di quanto stava accadendo tra sua sorella e il figlio dei Marincola. Preso dall’ira interruppe quel magico incontro e decise di sfidare a duello Saverio; quest’ultimo cercò di difendersi quanto meglio, ma appena potette fuggì, visto che nel frattempo gli altri due fratelli di Adele erano accorsi in aiuto del fratello maggiore.

Da quella sera Adele venne reclusa nella sua stanza, ma ciò non fermò Saverio che, accecato dall’amore, riuscì ad escogitare un modo per poter rivedere la sua giovane amata senza dover affrontare di nuovo l’ira dei familiari.

Saverio ogni notte arrivava sotto il palazzo De Nobili in sella al suo destriero, i cui zoccoli erano ferrati d’argento in modo tale che il suono emesso durante il galoppo fosse unico e di conseguenza totalmente diverso da quello degli altri cavalli. Adele, non appena udiva quel particolare suono, si affacciava alla sua finestra per poter stare assieme al suo Saverio e godere del loro giovane amore.

Tutto proseguì senza troppi intoppi per almeno sei mesi, ma una sera accadde che, Saverio, di ritorno dalla zona di Catanzaro Lido, dove aver ispezionato alcuni latifondi, venne ucciso da alcuni sconosciuti nei pressi della salita di rione Samà. Dopo aver appreso tale notizia, Adele smise di mangiare, dormire e avere contatti col mondo esterno.

Nel frattempo le indagini andarono avanti e la magistratura riuscì ad identificare i colpevoli dell’omicidio: erano stati i fratelli della povera Adele. I tre fuggirono salpando verso l’Isola di Corfù e Adele, addolorata, decise di lasciare il palazzo per imbarcarsi per Napoli, dove sarebbe stata accolta dal Convento delle “Murate Vive”. Prese i voti e visse il resto della sua vita lì.

Successivamente, il più giovane dei fratelli cercò di farsi perdonare dalla sorella andandola a trovare a Napoli, ma ella si rifiutò categoricamente di incontrarlo.

Adele, la suora fantasma

Adele suoraDopo la morte di Adele, numerose sono state le testimonianze riguardo l’apparizione di una figura spettrale vestita da suora che si aggira nel Palazzo De Nobili con l’aspetto angoscioso e dolorante di una donna che ha sofferto per tutta la vita. 

Inoltre, molti impiegati del Comune di Catanzaro, anche durante il giorno, hanno ammesso di esser stati disturbati da rumori improvvisi (come lo strano trascinarsi di catene) e spostamenti di oggetti.

Luna Scotti

Sitografia

http://www.calabriaturistica.it/leggende.php