Cinecomics: l’incontro tra cinema e fumetto

I Cinecomics: l’incontro tra cinema e fumetto

Con il boom del fumetto supereroistico a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, il sogno di molti giovani lettori era probabilmente quello di rivedere le storie dei loro personaggi preferiti prendere forma e movimento sul grande schermo.

Negli anni ’70 nelle sale venivano proiettati capolavori del cinema come L’Esorcista di Friedkin, Il Padrino di F.F. Coppola e più tardi Guerre Stellari di Lucas. Negli stessi anni, la DC Comics pubblicava il primo issue di “The Swamp Thing” e la Marvel piangeva la morte di Gwen Stacy sulle pagine di “The Amazing Spider Man #121“. Si trattava di anni molto importanti per cinema e fumetti.

Tuttavia si dovette aspettare il 2002 per vedere l’arrivo del Ragnetto e della sua storica nemesi, il Green Goblin, sul grande schermo. Spider Man di Sam Raimi fu un successo planetario che registrò oltre 820 milioni di dollari di incassi totali. Per molti della generazione degli anni ’90 quel film rappresentò anche l’occasione pe prendere per la prima volta in mano un fumetto Marvel.

Lo stesso personaggio di Batman è stato fonte d’ispirazione per numerosi lungometraggi a partire dal 1989 con due film di Tim Burton, seguito da atri due di Joel Schumacher e una trilogia scritta e diretta dal britannico Christopher Nolan, che prende il nome de “La Trilogia del Cavaliere Oscuro”.

In entrambi i casi, il successo più importante dei cinecomics è stato quello di aver riportato, in maniera fedele o meno, degli universi narrativi il cui dinamismo e le cui atmosfere potevano, in precedenza, essere solo immaginate.

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La Trilogia del Cavaliere Oscuro nella quale l’attore Christian Bale veste i panni dell’Uomo Pipistrello

E proprio sulla “questione fedeltà” delle storie che prendono vita sul grande schermo si è lungamente discusso arrivando alla constatazione che, a quanto pare, la maggior parte dei lettori apprezzi sceneggiature che vadano a ricreare situazioni ed avvenimenti delle grandi storie a fumetti.

Questo perché le vicende delle più famose saghe fumettistiche costituiscono la vera e propria ossatura dei personaggi. Mettere in scena dei grandiosi effetti speciali non basta per convincere gli appassionati: le origini e il carattere dei personaggi sono molto più importanti e perciò la realizzazione di un cinecomic rappresenta un onere non di poco conto.

L’adattamento deve quindi trarre una forte ispirazione dalle saghe che hanno plasmato il personaggio in misura maggiore ed allo stesso tempo cercare di ricrearne le stesse atmosfere avvalendosi di interpretazioni credibili dal punto di vista recitativo e fisionomico.

Progettare un cinecomic diventa ancora più problematico se si pensa al fatto che su ogni supereroe, o meglio su ogni personaggio del mondo fumettistico americano, aleggiano una serie di diritti cinematografici, contesi molto spesso da diversi Studios di produzione.

I cinecomics sono quindi da considerarsi delle trasposizioni “ad hoc” o dei prodotti paralleli al fumetto capaci di ritagliarsi una propria indipendenza all’interno dell’arco narrativo su carta?

Quello che è sicuro, è che i cinecomics rappresentano un’occasione per far avvicinare molte persone alla “nona arte”. La stessa Marvel, con i maxiprogetti delle “Fasi” del Marvel Cinematic Universe, ha cercato di creare un filo conduttore anche all’interno dei film rifacendosi al canone che si ritrova nei fumetti.

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Iron Man di Jon Fraveau è il primo lungometraggio del franchise Marvel Cinematic Universe della “Fase Uno”. Ad interpretare Tony Stark è Robert Downey Jr. , apprezzato anche per la sua somigliante fisionomia.

Il più grande rischio in agguato è quello di presentare personaggi che, per  ragioni di sceneggiatura, non posseggano tutte le sfaccettature riscontrate nei fumetti diffondendo, nell’opinione comune, idee totalmente diverse su di loro rispetto agli elementi di partenza. Lo stesso Tony Stark, interpretato in maniera quasi simbiotica da Robert Downey Jr. , ai più può apparire come uno sregolato playboy, testardo e arrogante, mentre nei fumetti la sua verve da miliardario viene bilanciata da un’enorme altruismo misto ad un’irrefrenabile ambizione e ad una grande sete di conoscenza.

Inside Cinecomics: una riflessione sul rapporto tra cinema e fumetto

Se i Cinecomics presentano ovvi punti di connessione con le grandi saghe a fumetti essi trovano un’accoglienza contrastante: per alcuni risultano un eccellente modo per far sì che le avventure dei supereroi possano prendere vita, per altri sono delle opere da considerarsi “ispirate” ai fumetti ma da essi ben distinte.

La rubrica “Inside Cinecomics“, dopo questo primo numero introduttivo, si occuperà di analizzare i protagonisti dei cinecomics più celebri, in particolare quelli appartenenti al Marvel Cinematic Universe, cercando di coglierne gli elementi essenziali e di istituire un confronto dialettico con i loro corrispondenti fumettistici nel quadro di un’analisi che miri ad un approfondimento del complesso rapporto tra cinema e fumetto.

Gioacchino D’Antò