Ravioli Uèstern è un e-comic nato nell’aprile 2008, diventato poi una serie cartacea edita dalla Nicola Pesce Editore nell’ottobre 2009. Si tratta di uno dei primi casi di strisce a fumetti diventate famose grazie alla diffusione via web. Noi de La Cooltura abbiamo intervistato il suo giovane autore, Luca Piersantelli, per saperne di più.
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Sì, certo!
Nì… nel senso: puoi usarlo per mandare messaggi, o per rigirarli, o comunque per fare inchieste o analisi o che-cazzo-ne-so-io, però ci vuole un background, una consapevolezza o comunque una certa sensibilità di chi legge per dargli quella spinta in più e farlo diventare “qualcosa”. Le mie vignette a favore della ricerca scientifica, ad esempio, un po’ risentono dell’alto livello di ignoranza nel paese, e non saranno certo i miei scarabocchi a cambiar la situazione. Ma se, nel mio piccolo, tra un battuta su Pinocchio che si fa le seghe e gli prende fuoco la mano, e un’altra con Gesù che fa le bolle di sapone dalle stigmate, riesco a spammare concetti di divulgazione scientifica ad un pubblico che altrimenti difficilmente se ne interesserebbe, allora ecco che non ho proprio fatto da “funzione sociale”, ma da tramite tra due soggetti che poi se la risolveranno tra loro. Non è “funzione sociale”, è “augurio di funzione sociale”. Nel mio piccolissimo, ripeto, con tutti i limiti di sintesi che il genere umoristico impone. La mia vignetta “FRantumando CAttivo” è un esempio di cosa intendo.
È un medium molto diversificato, quindi a volte è una cosa, a volte è un’altra, altre volte ancora è il nulla, ma il più delle volte è tette.
L’amore per i fumetti, in primis. Poi boh, la gente ride e a volte ringrazia pure, non c’è altro motivo per continuare a fare fumetti se non questo, per me. E non è poco: è tutto.
Ce ne sono un sacchissimo, anche se non riesco a comprarne quanti ne vorrei… è il paradosso del fumettista: guadagni talmente poco (se guadagni) che non puoi più leggere una ceppa (polizia postale, tappati le orecchie: escludendo le scan on-line). Comunque, per risponderti, ti dico solo i primi 3 che mi vengono in mente: Transmetropolitan, Oceania Boulevard e Kobane Calling.
Boh. Cioè, diventare famoso in rete significa diventare famoso in rete, non significa diventare fumettisti. Non è una cosa cui ambire, per quel che mi interessa (infatti almeno tre volte al mese mi viene la tentazione di chiudere la pagina facebook). È bello invece quando avviene il contrario, cioè quando il fumettista diventa famoso in rete, ma sono pochi quelli che capiscono la differenza.
Niente. Non è importante. Se vuoi ce lo diciamo vicendevolmente davanti ad una birra.
Tre volumi chiamati appunto “Ravioli Uèstern” (roba vecchia), poi “La BIBBIA 2” che ho scritto e disegnato insieme a Davide La Rosa e, da maggio, il nuovo fumetto che sto finendo questi giorni, che si intitolerà “[CIT.]”. Ma, soprattutto, puoi trovare i miei debiti da saldare (fottuti, costosissimi cartonati francesi).
Sì!
Davide Esposito
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