Ravi Shankar, il maestro di George Harrison

I Beatles e la musica indiana

Ravi Shankar , George Harrison
Ravi Shankar con George Harrison

Tutti gli appassionati di musica rock sono a conoscenza del fatto che i Beatles, oltre ad essere autori di alcuni tra i classici più amati da intere generazioni, sono stati tra i pionieri di una strumentazione innovativa, spesso poco conosciuta dal popolo occidentale, in un genere che aveva fatto della vincente combinazione basso-batteria-chitarra il suo marchio di fabbrica. In particolare, già nel dicembre 1965 (anno di pubblicazione di Rubber Soul, sesto album del quartetto di Liverpool) fa la sua comparsa per la prima volta, nel brano di Lennon Norwegian Wood, uno strumento che rimarrà indissolubilmente legato alla figura di George Harrison: il sitar.

Il più schivo dei Fab Four venne a contatto con lo strumento indiano già sul set di Help! e fu introdotto per la prima volta al mondo della musica classica indiana durante un tour americano nel ’65 da David Crosby  dei Byirds. Ma chi insegnò al chitarrista inglese la tecnica che gli permetterà di comporre in futuro capolavori come “Within you,without you”, cambiando profondamente il sound dei Beatles?

Ravi Shankar, Il Maestro del sitar

Harrison incontrò per la prima volta Ravi Shankar nel Giugno del ’66 a Londra e divenne suo allievo. Nato a Varanasi (India), Shankar aveva trascorso parte della sua giovinezza in tour tra Europa e India come membro del corpo di danza di suo fratello Ubady. Nel 1938 abbandona il ballo per dedicarsi al sitar e, dopo aver concluso gli studi, nel 1944 inizia il suo lavoro di compositore e direttore musicale per l’All India Radio.

Affermatosi come virtuoso del sitar, nel 1956 è impegnato in un tour negli Stati Uniti e in  Europa in cui propone il suo repertorio di musica classica indiana e che gli dona grande popolarità tra il pubblico del Vecchio e Nuovo continente. Quando nel 1965 incontra per la prima volta Geroge Harrison, Ravi Shankar è ormai il musicista indiano più famoso e apprezzato al mondo, e proprio la collaborazione col chitarrista dei Beatles lo porterà a calcare i palchi dei più importanti festival del tempo.

Il successo e gli ultimi anni

Dopo i successi di Montrey (1967) e Woodstock(1969) The godfather of World music − così lo definisce lo stesso Harrison in un’intervista − nel 1971 organizza con il suo allievo e amico il celeberrimo Concert for Bangladesh, concerto di beneficenza al quale partecipano, oltre agli stessi Shankar ed Harrison, diversi artisti di livello internazionale tra cui Clapton e Bob Dylan.

Tra il ’74 e il ’76 incide i due album Shankar Family & Friends (1974) e Ravi Shankar’s Music Festival from India (1976) (prodotti entrambi da George Harrison) dal discreto successo che saranno poi inclusi, quasi quarant’anni più tardi, nella raccolta  Collaboration, mentre gli anni ’80 e ’90 lo vedono impegnato soprattutto in veste di ospite in numerosi Festival.

Dopo un’intensa attività politica, solo negli ultimi anni  il guru del sitar ha raggiunto nuova notorietà grazie alla figlia (mai riconosciuta) Norah Jones, cantante pop di successo.

Scomparso del 2012 all’età di 92 anni, Ravi Shankar ha così silenziosamente scritto una delle pagine più importanti della storia della musica rock recitando un ruolo importantissimo nella crescita dei Beatles. il suo nome, nonostante sia stato uno dei padri della World music e il primo a far conoscere il suono del sitar al pubblico europeo, rimarrà inevitabilmente legato alla fama del suo più famoso amico e allievo.

Juri Accardo