La Pasqua napoletana è un revival di sapori antichi. La pastiera è il dolce pasquale forse più conosciuto al mondo, ma certamente non è l’unica portata contemplata durante il pranzo.
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La pastiera è il dolce per eccellenza della cucina napoletana. Essa ha origini molto antiche, risalenti addirittura alla
Come si è passati dalle uova alla ricetta ‘moderna’? Molto probabilmente la ricetta sarà stata perfezionata nel corso del tempo grazie al paziente lavoro delle suore, a cui fanno capo una moltitudine di prodotti di pasticceria.
Chiunque abbia assaggiato la pastiera di grano -differente rispetto a quella di tagliolini- è stato sicuramente colpito non solo dal suo sapore ricco e saporito, ma soprattutto dal profumo intenso di fiori. Tra gli ingredienti, infatti, ci sono le scorze d’arancia, la vaniglia e la cannella, che insieme col il resto, danno quel qualcosa in più.
Il vero casatiello tipico per la pasqua napoletana è fatto con le uova intere nell’impasto, messe lì più che altro come guarnizione, a
Da parte si tagliano dadini di formaggio e di salame, che verranno poi aggiunti alla pasta. Ne verrà fuori una ciambella di golosità che metterà d’accordo tutti i parenti riuniti per Pasqua.
Il casatiello può essere servito come antipasto insieme alla fellata, ovvero affettati tipici della gastronomia campana, comprendenti il salame napoletano, capicollo, formaggio e mozzarella.
Il pranzo pasquale continua con la minestra maritata, un altro piatto tipico campano, che si usa cucinare nelle feste. La definizione di ‘maritata’ deriva dal connubio di carne e verdura, che per l’occasione si maritano. Le verdure più usate secondo la tradizione sono le scarole e la cicoria, cotte in insieme alla carne, generalmente di maiale.
La seconda portata del pranzo contempla l’agnello. Il piatto più controverso dell’intero pranzo pasquale a causa di molte remore etiche e morali che negli ultimi decenni hanno angustiato gli animi.
Vedere un così tenero agnellino bearsi felicemente sul prato fa pensare che sia una vera barbarie mangiarlo, ma vogliamo soprassedere in questa sede sul problema agnello sì, agnello no; spieghiamo, invece, quale tradizione si cela dietro.
Consumare carne di agnello a Pasqua è una tradizione di origine cristiana, dove esso simboleggia Gesù Cristo, che come un agnello sacrificale subì la passione, accettandola con umiltà. L’agnello è dunque il paradigma della cristianità nella sua interezza, contemplante l’esaltazione del più debole che, attraverso il suo sacrifico s’innalza agli occhi di Dio.
Dicevamo che nell’ultimo periodo sono nate diverse controversi su questo punto. E sulla scia delle diete vegetariane e vegane, delle feroci proteste degli animalisti, il fenomeno si sta contendendo. Esso, però, non è scomparso del tutto, e la settimana santa è appena iniziata; cosa ci ritroveremo nel piatto la domenica della Pasqua napoletana?
Roberta Fabozzi
http://it.wikipedia.org/wiki/Minestra_maritata
http://it.wikipedia.org/wiki/Agnello_pasquale_%28Nuovo_Testamento%29
http://it.wikipedia.org/wiki/Pastiera_napoletana
http://grandenapoli.it/il-vero-casatiello-napoletao-ricetta/
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