Carte Napoletane: il significato dei segni

Le Carte Napoletane sono tra le carte da gioco più diffuse nel Mezzogiorno. Gli aspetti esoterici connessi alle carte napoletane derivano direttamente dai Tarocchi, dai quali ereditano il potente influsso simbolico, legato principalmente all’attività della cartomanzia. Dietro l’uso comune di queste carte da gioco, si nasconde un mondo fatto di simbologia e mistero, un’antica sapienza alla portata di pochi eletti.

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Caravaggio, I bari, olio su tela, 1594 (Fort Worth, Kimbell Art Museum).

Carte da gioco: l’origine e la diffusione in Europa

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Carte da gioco cinesi

L’origine delle carte da gioco risulta ancora oggi sconosciuta. Una delle prime testimonianze proviene dall’antica Cina, sotto la dinastia Tang, quando un funzionario della corte donò all’imperatore delle tavolette d’avorio, riguardanti principalmente l’attività della divinazione. Le carte si diffusero in tutto il regno, non solo come strumento di gioco, ma per alcuni studiosi esse venivano utilizzate come denaro reale.

Con molta probabilità le carte giunsero in Europa attraverso gli Arabi, che le appresero dagli Indiani, passando per la Spagna e l’Italia Meridionale nel corso del XIV secolo. Le carte arabe, Haib o anche Naibi, erano note in Italia come insegnamento di principi morali; esse raffiguravano le condizioni della Vita, le Nove Muse, le Scienze e le Virtù. Dalle Naibi deriverebbero le carte dei Tarocchi, genitori delle nostre Carte Napoletane.

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Carte mamelucche

Sull’origine delle carte da gioco la rosa delle ipotesi è molto ampia. Alcuni ritengono che esse derivino da quelle dei Mamelucchi egiziani, che riportavano quattro semi: Jawkân (bastoni da polo), Darâhim (denari), Suyûf (spade) e Tûmân (coppe). Ogni seme conteneva dieci carte, numerate da 1 a 10, e tre figure (o carte di corte) chiamate malik (re), nā’ib malik (viceré o deputato del re) e thānī nā’ib (secondo o sotto-deputato).

Una seconda teoria riconduce l’origine delle carte dai lingotti romani, i quali riportavano un sole, una spada, un bastone ed una coppa. Tale ipotesi, sostenuta da Padre Daniel nel saggio: Origine du jeu de piquet, trouvé dans l’histoire de France, in “Journal de Trevoux”, 1720, si baserebbe sull’esistenza di antichissime monete romane chiamate assi queste, le quali risulterebbero quasi sconosciute. Teoria, quindi, che si poggia su fondamenta poco solide.

Le Carte Napoletane sono di origine spagnola. La loro datazione va collocata intorno al XIX secolo, come si nota dalle figure presenti sulle singole carte, che presentano acconciature tipiche dell’epoca. Inoltre, il mascherone grottesco centrale del tre di bastoni è il Gatto Mammone, una creatura magica di invenzione popolare, che nel Medioevo veniva associato al diavolo, mentre nel cinque di spade sono riconoscibili scene di semina.

L’arte della divinazione con le Carte Napoletane

Fin dal suo primo giorno in questa vita, l’uomo ha cercato di interpretare l’inspiegabile attraverso segni ed eventi, considerati veicoli di rivelazioni. Da questa volontà di accedere ad una dimensione occulta, arcana del sapere, nasce l’antica arte della divinazione, presente in molte religioni e culture.

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Albert Anker, la Cartomante, 1880

L’ansia del futuro, la volontà di conoscere il destino, ha spinto l’uomo di ogni epoca a rivolgersi ad un depositario di sapere occulto. Antichi re si rivolgevano agli oracoli per conoscere le sorti della guerra che si accingevano a combattere. Nella Roma antica, le decisioni pubbliche o religiose erano affidate ai Libri sibillini, una trascrizione di responsi oracolari ai quali potevano accedere solo i viri sacris faciundis, ossia i sacerdoti addetti. Con l’avvento del Cristianesimo, i depositari di questa conoscenza sono stati etichettati come stregoni e giudicati eretici.

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Odisseo consulta Tiresia

La divinazione ha diversi metodi di espressione, tra i quali la cartomanzia. L’interesse per l’occulto e un vero sviluppo di questa pratica si registra proprio nel secolo dei lumi, quando la ragione diventa l’unico mezzo di conoscenza contro l’ignoranza e la superstizione. Con la figura di Etteilla (parrucchiere francese discepolo di Court de Gebelin) si ha storicamente l’inizio della cartomanzia, che pubblicò nel 1770 un manuale con il quale spiegava l’arte di predire il futuro attraverso le carte da gioco francesi.

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I Tarocchi di Etteilla

Nella cultura partenopea la divinazione, in particolare la cartomanzia, viene associata alle “fattucchiere”. Le vecchie cartomanti napoletane si facevano portatrici di significati segreti, misteriosi, racchiusi nei simboli delle carte napoletane. Le fattucchiere tramandavano questi segni divini per via orale, tanto che è difficile stabilire il significato nascosto di ogni singola carta. Inoltre, il passaggio di questo sapere antico avveniva tra pochi eletti, spesso legati da vincoli di sangue.
Secondo una tradizione, le fattucchiere erano solite purificare il mazzo di carte per renderlo proprio, vietando ad altri di toccarlo. Inoltre, la stesura delle carte napoletane doveva avvenire su di una tovaglietta che resterà per sempre la stessa.

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Cartomante

La simbologia dei semi e i significati divinatori

La cartomanzia, nonostante la commercializzazione odierna, fa parte della nostra tradizione. Le Carte Napoletane sono cariche di significati occulti, i cui segni si fanno portatori di messaggi misteriosi.
Oswald Wirth, esoterista e scrittore svizzero, uno dei più noti studiosi dei Tarocchi, fornì un’interpretazione esoterica dei semi disegnati sulle carte:

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I semi delle carte napoletane
  •  Bastoni: simbolo fallico, di comando e di virilità, può rappresentare il bastone augurale o la  bacchetta magica. Il bastone è emblema della potenza generatrice maschile: il Padre;
  •  Coppe: per la sua forma richiama la femminilità, la fertilità e, per estensione, la Madre;
  •  Spade: simboleggia sia la forza difensiva, sia quella offensiva. Richiama l’unione degli opposti,  maschile e femminile, e l’azione penetrante del Verbo;
  •  Denari: è espressione dell’azione spirituale, che riconduce la Trinità all’unità.

I messaggi divinatori espressi dalle Carte Napoletane mutano a seconda della loro posizione (diritto o rovescio) e della loro combinazione (metodo a due o a tre carte).

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Asso di Bastoni

Ad esempio, l’Asso di Bastoni, simbolo fallico, associato nella mitologia al culto di Priapo, assume significati diversi a seconda della sua posizione: al diritto, indica un’idea innovativa, preannuncia qualcosa di nuovo; al rovescio può significare impotenza o fallimento delle unioni sentimentali. Questa carta, preceduta dal Quattro di Denari può indicare letto d’amore, mentre con le carte di Spade indica risvolti negativi.

Interessante è anche la carta del Due di Coppe. Il numero de indica l’unione carnale e spirituale. Richiama alla mente i Dioscuri, Castore e Polluce, due gemelli uniti indissolubilmente. Al diritto la carta è portatrice benefica, collegata all’amore, all’amicizia o alla fratellanza, mentre al rovescio inverte il suo aspetto positivo, indicando separazione.

Molti sono i significati divinatori nascosti nelle Carte Napoletane, alcuni dei quali sopravvivono per tradizione orale, altri rimarranno per sempre custoditi nel sapere dei pochi prescelti, lontano da quella fiumana del progresso, che ha reso questo simbolismo marginale e, spesso, un gioco.

Rispondere ai principali quesiti esistenziali è un’impresa ardua, alla quale l’uomo non si arrenderà mai. Cambieranno le epoche, muteranno i mezzi, ma l’essere umano non smetterà mai di interpretare i segni per indovinare il proprio destino.

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Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? , Paul Gauguin, 1897

Giovannina Molaro

Bibliografia:

G. Martini, Leggere le carte napoletane. Una finestra sull’infinito, SIGMA libri, 2007

Sitografia:

http://predire.vos.it/carte_napoletane/index.php

http://it.wikipedia.org/wiki/Carte_da_gioco_italiane#Carte_napoletane

http://lachiomadiberenice.forumfree.it