Le radici del rock britannico
Così come negli States, il rock in terra britannica si afferma fra i più giovani, desiderosi di abbracciare una controcultura opposta alla tradizione dominante. Già negli anni cinquanta emerge il fenomeno dei cosiddetti “teddy boys“, i ragazzi dai capelli lunghi impomatati, jeans e stivali. Prima dell’affermarsi del rock autoctono sono gli artisti stranieri, soprattutto statunitensi, e i jazzisti a farla da padrone.
Le radici del rock britannico risalgono al blues: i Rolling Stones, gli Animals, i Cream e i Led Zeppelin fonderanno il blues con il rock ‘n’ roll statunitense dando via ad un mix vincente. Dall’altra parte c’è anche la diffusione, a Liverpool, del fenomeno Merseybeat. Si tratta del mondo da cui emergeranno i Beatles.
La Beatlemania
Quello dei Beatles è un successo crescente. Sono al primo posto nella classifica britannica dei singoli, e in autunno partono per il loro primo tour inglese. Il 13 ottobre debuttano al “Sunday Night At The London Palladium“, programma televisivo inglese. All’esterno del teatro giovani adolescenti sono in preda all’isteria: è la nascita ufficiale della “Beatlemania“.
La Beatlemania coinvolge anche la stampa: il Sunday Times definisce i Beatles “la più grande entità compositiva dai tempi di Beethoven“; il loro successo colpisce anche la famiglia reale, che assiste al loro concerto tenuto al Prince Of Wales Theatre. Al contempo sta emergendo il gruppo antitesi dei Beatles: i Rolling Stones, per cui si ripetono le medesime scene di isteria giovanile.
Il 1964 è l’anno della consacrazione definitiva: I Want To Hold Your Hand, il nuovo singolo dei Beatles, finisce al primo posto nella classifica statunitense. Il rock britannico sta per conquistare gli States.
La British Invasion
Il trionfo negli States è un sogno di tutti i rocker di oltremanica: il rock è made in USA, e avere successo negli Stati Uniti significa raggiungere il massimo picco possibile nella propria carriera.
Il gruppo di Liverpool sbarca a New York il 7 febbraio 1964, accolta da 50000 fan: è la British Invasion. La società americana è scossa dall’arrivo del rock britannico, decisamente diverso rispetto a quello autoctono. La prima apparizione televisiva dei Beatles negli States allo show di Ed Sullivan fa incollare 73 milioni di americani davanti alla TV. Si dice che quel giorno il tasso di criminalità di New York fosse sceso ai minimi storici: anche i malviventi volevano seguire i Beatles in televisione. I Beatles registrano tre puntate televisive e tengono un mini-tour di tre concerti, uno a Washington e due a New York: la Beatlemania ha ormai colpito anche gli States.
I Beatles sono solamente i primi britannici ad invadere gli States: altre band del Regno Unito come Animals, Kinks e Rolling Stones sono trainate dal successo del quartetto di Liverpool. Al contempo, band statunitensi come i Byrds subiscono l’influenza dei gruppi inglesi.
L’impatto della Beatlemania non riguarda solo l’aspetto musicale: i Beatles influenzano la moda statunitense, sempre più giovani adottano il look capelli a caschetto/pantaloni stretti/stivali di camoscio/giacche senza collo, ispirandosi alla band inglese.
Le conseguenze della British Invasion
Al contempo la British Invasion segna definitivamente l’appropriazione britannica di uno dei principali prodotti della cultura statunitense. Da allora l’evoluzione del rock seguirà le direttrici britanniche: Progressive, Glam, Hard Rock, Heavy Metal, Punk sono tutti generi che senza l’apporto inglese non sarebbero mai nati.
Mentre i brasiliani perfezionavano un trademark inglese, il football, i britannici limavano un’invenzione americana con le proprie tradizioni musicali, diventando i maestri del rock.
Davide Esposito
Bibliografia
Alla ricerca del Beat, Beatlemania e British Invasion in Storia del Rock, Hoepli, Milano 2014