Viaggio nella Baltimora di The Wire, e non solo

Il luogo non è tutto, certo, se è condito da interpretazioni degne da Emmy Awards o da trame da capogiro. Al di là delle poche eccezioni, infatti, ciò che ha da sempre attratto l’uomo verso un libro o, in questo caso, un telefilm, è la possibilità di esserne parte attiva, e cioè di entrare volta per volta nei diversi meccanismi narrativi cercando di farsi spazio fra misteri, situazioni lasciate in sospeso, ricordi, simbologie. A questo punto diventa logica la risposta sul perché i polizieschi, i thriller – o comunque qualsiasi genere a tinte ‘gialle’- riscuotano un così facile e subitaneo successo, tanto da farci sentire addirittura la necessità di sperare che qualche personaggio ci lasci le penne, che succeda – insomma- l’unica cosa che a volte può tenere vive l’attenzione e le emozioni. D’altronde, dal lato dei fan, non bastano morti, sangue, qualche uscita di scena o una frase a effetto per lasciare il segno.

Sulla scia di quanto iniziato nelle precedenti uscite, ritorniamo quindi ad esplorare i luoghi più belli e suggestivi dei telefilm. Un fattore da non sottovalutare e che inconsciamente critichiamo ogni volta che ci mettiamo davanti allo schermo.

– La Baltimora di The Wire

Con bella vista direttamente sull’Oceano Atlantico, che fa della città un importante scalo commerciale, Baltimora è la capitale dello Stato del Maryland e probabilmente gli amici di vecchia data la ricorderanno come il centro delle avventure della squadra del detective McNulty, in The Wire (2002-2008).

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Il detective James McNulty (The Wire).

È una città indipendente, dal momento che è soggetta alla diretta autorità dello Stato, piuttosto che di qualche contea; sui giornali si fa conoscere ormai da un po’ di tempo come la seconda metropoli, dopo Detroit, col più alto tasso di crimine. Storia già sentita, perché The Wire l’ha immortalata in tutta la sua realtà, dal traffico di droga e i più comuni delitti di strada, alla corruzione di sindacati, mass media e grosse autorità pubbliche.

In occasione dell’inizio della maratona televisiva della serie lo scorso dicembre, in alta definizione su HBO, un giornalista del Baltimore Sun – tale Justin Fenton– ha ben pensato di realizzare un piccolo reportage dove si evince la trasformazione che hanno avuto negli ultimi anni alcuni dei luoghi presi come spunto per le prime puntate di The Wire.

Eccone alcuni:

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Lo chiamano The Pit, ma è meglio conosciuto come il quartier generale dello spaccio di droga condotto dai Barksdale (The Wire, Prima Stagione).

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– The Citadel, Gaffney (Carolina del Sud):

Nella nona puntata della prima stagione di House of Cards, con la buona compagnia della moglie, Frank Underwood va a inaugurare la biblioteca dell’Accademia Militare dove ha studiato da giovane, e che da quel momento porterà il suo nome. E così, mentre lo vediamo ripercorrere a notte fonda gli stessi locali dove ha trascorso il suo passato, scopriamo lati nascosti del nostro sempre serio e sobrio protagonista, come la debolezza di una sbronza e il ricordo di una vecchia relazione omosessuale. Ebbene, siamo andati a scoprire di quale Accademia Militare si trattasse e ne abbiamo scoperto il nome.

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La notte di sbronze di Frank Underwood e i suoi vecchi amici, all’interno della Sentinel (1×09).

Charleston, infatti, esiste la Citadel, uno tra i collegi militari più importanti di tutti gli Stati Uniti d’America e a cui la serie fa evidente riferimento con il nome fasullo di “The Sentinel”, dati gli evidenti costi che il riferirsi ad un’istituzione così importante avrebbe portato alla produzione.

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La Citadel, Charleston (South Carolina).

A questo proposito, infatti, Charles McDougall, che ha diretto l’episodio in questione, ha dichiarato che le riprese della Sentinel sono state fatte alla Johns Hopkins University, proprio nella Baltimora poi non così tanto sporca e terrificante come forse pensiamo.

Nicola Puca

Fonte media: ilpost.it