” Signori, sono innocente di tutto ciò di cui vengo incolpato. Auguro che il mio sangue possa consolidare la felicità dei francesi. ” Queste sono ricordate come le ultime parole del sovrano di Francia Luigi XVI ghigliottinato il 21 Gennaio 1793 in piazza della Rivoluzione a Parigi.
Ma come ci si è arrivati a tale condanna? Perché condannarlo a morte dopo 4 anni dalla presa della Bastiglia e l’inizio della Rivoluzione francese?
Il processo di eventi e fatti che ha visto il sovrano salire sul patibolo è stato lungo e tortuoso. Un primo importantissimo elemento di giudizio fu la forte politica reazionaria attuata prima e dopo gli Stati generali. Davanti all’aumentare del malcontento cittadino a Parigi e per la sicurezza e la tenuta degli Stati generali, il sovrano fece convergere nella capitale vari reggimenti dell’esercito. Questi ultimi furono protagonisti di vere e proprie mattanze contro diversi focolai di protesta divampati nei quartieri parigini, tra cui quello di Saint-Antoine dove perirono più di 300 persone.
Tra il 5 e il 6 Ottobre 1789 una grande folla, tra cui si contavano soprattutto donne, si diresse a Versailles guidata dal generale Lafayette. Luigi XVI si era infatti rifiutato di firmare e convalidare i primi atti dell’Assemblea Nazionale Costituente, tra cui si menzionavano l’abolizione dei diritti feudali, dei privilegi fiscali della nobiltà e del clero e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.
Divenuto espressione del potere esecutivo con il varo della Costituzione del 1791, Luigi XV
Davanti a queste posizioni, i cordiglieri di Danton e i giacobini di Robespierre, divenuti ormai maggioranza nell’Assemblea, riuscirono ad imporre l’arresto di Luigi XVI, la sospensione dei suoi poteri. Infine convocarono una Convezione Nazionale eletta a suffragio universale che avrebbe dato una nuova Costituzione al paese.
Il 7 Novembre 1793 ebbe inizio il processo a Luigi XVI, durante le arringhe i più infervorati per una condanna del re furono Louis-Antoine Saint Just e Robespierre. Quest’ultimo affermò “Io esprimo, a malincuore, questa fatale verità, ma Luigi deve morire perché la Patria viva”.
Il 15 Gennaio 1793, tutti e 707 i deputati votarono unanimamente la colpevolezza del sovrano rispetto all’accusa di cospirazione contro la libertà. Con un margine abbastanza ridotto di voti, 387 contro 334, Luigi XVI fu condannato a morte per ghigliottina, condanna poi eseguita il 21 Gennaio 1793.
Dario Salvatore
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