Perfect Villain IV: Ozymandias

“My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!”

Ozymandias
I “super” eroi presenti nel fumetto. Da sinistra a destra: Spettro di Seta, Dr. Manhattan, Gufo Notturno, il Comico, Ozymandias, Rorschach.

Watchmen è un romanzo a fumetti ambientato in una realtà alternativa in cui l’esistenza di un superuomo (il Dr. Manhattan) ha fatto progredire l’umanità in maniera diversa da quella che conosciamo modificandone anche la storia: le auto elettriche sono una realtà già negli anni ’60 e gli Americani hanno vinto la guerra del Vietnam.

Sul mondo aleggia però, più vivo che mai, il timore di una guerra atomica tra Unione Sovietica e Stati Uniti d’America, scongiurata unicamente dall’esistenza di Manhattan, legato agli americani e vero e proprio”deterrente nucleare” vivente.

Questa situazione conduce di riflesso ad una tragica constatazione: i “super” eroi hanno fallito. Nonostante essi abbiano sconfitto i “super” criminali infatti non sono riusciti a risolvere i problemi del mondo. Per questo motivo verranno disprezzati e messi al bando dal Decreto Keene.

La guerra nucleare, contro cui neanche il quasi onnipotente Manhattan (unico personaggio nell’opera dotato di reali superpoteri) potrà nulla, sembra essere ormai alle porte: l’orologio dell’Apocalisse infatti si avvicina sempre più alla mezzanotte, simbolo dell’estinzione della razza umana.

N.B. L’articolo contiene anticipazioni sulla trama di Watchmen.

Un eroismo meno vistoso

“Il mio nuovo mondo prevede un eroismo meno vistoso. Il vostro eroismo da Boy Scout è fuori luogo. Cosa avete ottenuto? Il vostro unico trionfo è non essere riusciti a salvare la Terra…”

Ozymandias
Se Ozymandias vuole salvare il mondo, il Comico pensa sia impossibile: egli predice quindi, per Adrian, un futuro da uomo più intelligente… della cenere.

Queste sono le convinzioni che guidano Ozymandias, vero Villain del fumetto. In un mondo devastato da se stesso, dove il super eroe non può nulla, l’unica salvezza può arrivare da un eroismo più nascosto, più sottile e, soprattutto, atipico.

Adrian Veidt, vero nome del vigilante, non ha intenzione di conquistare il mondo, non ha in mente di dominare l’economia o cose simili. Lui, il mondo, vuole salvarlo.

Benchè il disprezzo reciproco con il Comico (un altro dei vigilanti in maschera) fosse noto, Ozymandias non poteva che reputarlo intelligente, a suo modo. Il Comico vedeva “l’orrore nel mondo”, vedeva quanto “è orribile l’umanità”: e nel disprezzo del Comico per l’umanità Adrian vede l’unica via per la sua salvezza.

Ucciderne uno per salvarne cento

Ozymandias
Il Comico scopre i piani di Ozymandias: persino per un uomo dalla scarsa morale come lui essi sono spaventosi

Ozymandias capisce: il Comico aveva ragione, l’uomo è un animale violento che si distruggerà con le sue stesse mani. La scoperta dell’atomica gli ha inoltre fornito un modo per accelerare la propria stessa estinzione. Non è incarcerando o uccidendo un criminale che ci può salvare, poichè il problema è insito in ogni individuo.

L’unico modo di salvare l’umanità è porre fine alle guerre, ma se la violenza è una componente intrinseca dell’uomo come è possibile sradicarla? Adrian capisce che ciò è impossibile. L’unica soluzione praticabile è quella di deviare questa violenza contro un bersaglio diverso, una pericolosa razza aliena la cui sola esistenza funga da collante per l’umanità.

Il nemico comune creato da Ozymandias

Ozymandias
Il “calamaro alieno” creato da Ozymandias per convincere i vari governi ad unirsi contro un nemico comune.

Mosso da queste convinzioni e dalla grande quantità di mezzi a propria disposizione, Adrian progetta la creazione di un enorme “calamaro psichico” che possa apparire come un essere alieno in grado di instillare nell’umanità il terrore per un’imminente invasione.

Ed in effetti, il suo piano funzionerà: i governi di tutto il mondo metteranno da propria parte le reciproche ostilità per far fronte a questa nuova “minaccia comune”.

Ma a quale prezzo? Il teletrasporto di questo “alieno” nel centro di New York, volutamente imperfetto, ne causa l’esplosione e la conseguente decimazione della popolazione cittadina.

La sottile linea tra bene e male

Per Rorschach il gesto di Adrian è malvagio: secondo la sua filosofia non può esserci alcun compromesso, neanche di fronte all’Apocalisse. Il mondo intero deve conoscere la verità celata dal finto alieno, anche a costo di perdere la pace appena conquistata. Gli altri eroi in maschera non sono dello stesso parere poichè ciò vanificherebbe le morti di milioni di persone.

Ozymandias, dal canto suo, non è contento di ciò che ha dovuto fare: lo ritiene semplicemente un gesto necessario, che qualcuno avrebbe dovuto compiere. Le sue azioni non sono spinte dalla malvagità, il suo fine è salvare l’umanità da se stessa, senza alcun tornaconto personale.

Il piano di Ozymandias

Ozymandias
“Non sono un cattivo da fumetto”; con questa frase Ozymandias conclude la spiegazione del suo piano.

Ma in tutto ciò, cosa ha fatto Ozymandias e, soprattutto, come?
Il suo piano per salvare l’umanità aveva tre nemici ben individuabili: il Comico, il Dr. Manhattan e Rorschach.

Il primo viene ucciso da Ozymandias all’inizio del fumetto, naturalmente senza che la sua identità venga rivelata; Rorschach addirittura attribuirà il delitto ad un killer che ha come bersaglio i vecchi vigilanti mascherati. Ciò lo porterà ad avvisare anche Ozymandias stesso che, per sviare i sospetti dalla propria persona, assumerà un sicario che tenterà di ucciderlo per poi essere da lui eliminato.

Per liberarsi di Rorschach farà sì che la polizia gli tenda un’imboscata nella casa di un loro vecchio nemico, Moloch, riuscendo a farlo arrestare.

Il problema principale però risiede nel Dr.Manhattan che, a causa dei suoi poteri e della capacità di vedere contemporaneamente passato, presente e futuro, è impossibile da eliminare fisicamente o da incarcerare. L’unico modo di aggirarne le abilità è confondere le sue visioni (con un flusso di tachioni) e manipolare gli eventi in maniera che sia lui stesso a lasciare la Terra esiliandosi altrove. Secondo gli psicologi, infatti, Manhattan è molto distaccato dalle vicende umane e solo una rottura con la sua ragazza, unita ad un forte stress emotivo, lo porterebbe ad andare via dal pianeta. Il forte stress è fornito dalla notizia, naturalmente falsa, che la sua presenza ha provocato il cancro a tutte le persone che gli sono state vicine. Naturalmente la malattia in realtà è stata causata nelle vittime dallo stesso Ozymandias per favorire l’esilio dell’eroe.

Nel finale il programma e gli obiettivi di Ozymandias vengono spiegati fin nei minimi dettagli a Rorschach e Gufo Notturno che tentano di impedirne la messa in atto. Ma anche stavolta Adrian è un passo avanti ed i loro sforzi si rivelano vani, come magistralmente sintetizzato dalle glaciali parole che hanno reso Ozymandias un personaggio immortale:

“Non sono un cattivo da fumetto. Pensi che vi avrei esposto il mio piano magistrale se ci fosse stata la minima possibilità che voi due avreste potuto pregiudicarne la riuscita? L’ho fatto trentacinque minuti fa”.

Eroe o criminale?

Ozymandias, quindi, si pone come salvatore del mondo: un progetto encomiabile anche se venato di presunzione. Egli combatte per la sopravvivenza dell’intera razza umana, il suo unico scopo è la fine delle guerre. Vuole porsi come “leader”, come colui che guiderà gli umani in un mondo migliore, ma non per sete di potere quanto per reale convinzione che egli sia oggettivamente l’uomo più adatto a tale compito.

Ciò nonostante, il suo piano prevede un grande spargimento di sangue, al punto da rendere difficile considerarlo un eroe; allo stesso modo però la purezza degli obiettivi rende impossibile considerarlo un criminale tout court.  L’apparente mancanza di moralità, la lucida capacità di calcolo che gli permette di sbarazzarsi di ogni intralcio, i metodi poco ortodossi ed il grande carisma lo rendono però, senza alcun dubbio, un vero e proprio villain perfetto.

 Marco Giusto