Castel Nuovo e la leggenda della Regina Giovanna

Dalla ricca tradizione popolare di Napoli emerge un’immagine di importanza storica e di ispirazione per numerose  leggende, legata soprattutto alla dimora reale di Castel Nuovo. Poco più di cinquecento anni fa moriva la regina Giovanna II di Napoli, l’ultima discendente del casato angioino. castel nuovo Regina Giovanna

La voce popolare ha  trasformato la regina Giovanna in una figura misteriosa, straordinariamente affascinante per  la sua folle crudeltà. Molti uomini, personaggi illustri e ambiziosi, o semplicemente popolani  di bell’aspetto, ebbero l’onore di scivolare nelle grazie della Regina Giovanna, trascorrendo folli notti d’amore.

castel nuovo Regina GiovannaLa tradizione popolare la tramandò come una sorta di mangia-uomini e, secondo tali racconti, fu letteralmente così.  Pare, infatti, che gli amanti della Regina Giovanna, una volta portati a compimento i suoi desideri, sparissero misteriosamente. Il trucco? Una botola segreta all’interno di Castel Nuovo, che ospitava un coccodrillo, il quale aveva l’arduo compito di mantenere intatta la reputazione della sovrana. La famigerata cella del coccodrillo ha alimentato nei secoli la storia del castello.

Castel Nuovo possiede delle segrete sotterranee adibite a prigioni, in particolare due locali: uno noto con il nome di prigione della congiura dei baroni, l’altro fossa del miglio, una profonda buca nella quacastel nuovo Regina Giovannale venivano gettati i prigionieri, la cui sorte era decisa dal famelico coccodrillo.

Una descrizione del raccapricciante buco avernale la si può anche leggere nella Storia dei Borbone di Napoli (libro IV, capitolo 7) di Alexandre Dumas: «[…] Da questa bocca dell’abisso, dice la lugubre leggenda, uscendo dal vasto mare, appariva un tempo, l’immondo rettile, che ha dato il suo nome a quella fossa.»

Il mostro fu scoperto dalle guardie in seguito alle indagini che si svolsero sulle misteriose scomparse dei prigionieri. Si dice che fu il re aragonese Ferrante a disfarsi del rettile tramite un trabocchetto: il coccodrillo fu pescato attraverso un’ancora e una coscia di cavallo, secondo alcuni avvelenata, e, una volta ucciso, fu imbalsamato e posto all’entrata di Castel Nuovo. Molte stampe dell’Ottocento raffigurano, infatti, il Maschio Angioino con la carcassa di un grosso animale appesa all’ingresso della fortezza.

Il mito del coccodrillo napoletano ha destato nuovamente interesse con la scoperta di uno scheletro, avvenuta nel 2004 durante gli scavi della metropolitana, in piazza Municipio. Il ritrovamento dello scheletro ha attircastel nuovo Regina Giovannaato l’attenzione di tutti quegli studiosi e curiosi che esplorano la città di Napoli partendo dalle radici. In verità, non tutti credono alla favola del coccodrillo della regina Giovanna; per alcuni si tratta delle ossa di un cetaceo. Che l’enigma del coccodrillo sia stato realmente risolto resta ancora da vedere. Intanto, se vi capitasse di visitare Castel Nuovo, attenti a dove mettete i piedi.

Sitografia:

http://archiviostorico.corriere.it/2004/marzo/21/Napoli_spunta_coccodrillo_della_leggenda_co_9_040321028.shtml

http://www.ilmediano.it/apz/vs_art.aspx?id=2186

A. Dumas, Storia dei Borbone di Napoli, http://www.repubblicanapoletana.it/menuborboni.htm

Giovannina Molaro