Birdman: al di là e al di qua della soglia

Birdman, film candidato a nove premi Oscar tra cui quello di miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura originale e vincitore di due Golden Globe.

La maggior parte delle scene si svolgono a teatro, nei camerini e nei corridoi, i quali sembrano i corridoi di un labirinto; il labirinto della mente dei protagonisti.

Il film è formato da due pianosequenza (finti), il primo blocco lungo circa 1h e 30 m viene interrotto da una serie di inquadrature dal sapore onirico per poi riprendere con un altro pianosequenza che dura fino alla fine.

Tale struttura è stata voluta e pensata dallo stesso regista con l’obiettivo di far sentire lo spettatore intimamente legato ai personaggi e alle storie: «in realtà ognuno di noi vive in un piano sequenza»1.

Vi è poi la colonna sonora di Antonio Sanchez che, attraverso l’uso di un solo strumento, ci accompagna per tutto il film con ritmi che sottolineano la tensione crescente e la carica di adrenalina di alcune scene.

Il protagonista del film è Riggan Thomson, un attore che tenta con tutte le sue forze di scrollarsi di dosso l’immagine che lo ha reso famoso, il supereroe Birdman. Ha rinunciato a suo tempo a un ultimo film nel quale avrebbe dovuto impersonarlo e inevitabilmente cade nel dimenticatoio, è un attore fallito.

Il ruolo del protagonista, non a caso, è stato affidato a Michael Keaton, il quale ha egli stesso dovuto aver a che fare con una problematica simile avendo impersonato Batman (1989-1992, regia di Tim Burton).

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«Insomma, chi cazzo sei te?! Odi i blogger, odi Twitter, non hai nemmeno una pagina Facebook! Sei tu quello che non esiste! […] tu non sei importante, abituati.» è con questa frase di Sam che capiamo che il reale si è confuso con il virtuale, un virtuale che a un certo punto arriva a soppiantare il reale.

Dalla scena in cui il Riggan entra seminudo a teatro (dopo essersi chiuso fuori) comincia a cedere, indietreggia. Lui che fino ad allora si era tenuto a debita distanza da tutto ciò che poteva intaccare la sua integrità, lui che voleva essere il migliore solo ed esclusivamente grazie alla sua arte, senza blockbuster e senza social-network. Comincia a piegarsi.

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Le parole che recita ci risultano pesanti come macigni, perché ormai gli si cuciono addosso, sono sue, gli appartengono. È lui quello che non è amato, è lui che costantemente soffre perché sente che in lui gli altri non vedono altro che miseria.

«Che problemi ho? Perché la gente non si degna di amarmi? […] volevo solo essere quello che tu volevi… e ora passo ogni ora a sognare di essere qualcun altro»

Ma quelle parole appartengono a tutti, la telecamera, lungo tutto il film, segue i protagonisti in una vorticosa danza. Tutti sono afflitti dalla stessa problematica: tutti, anche noi, abbiamo a che fare con la paura di non essere amati; la paura di non essere all’altezza di un personaggio, quello che ci creiamo noi stessi.

Da brivido la scena nella quale anche Mike dimostra definitivamente che soffre anche lui dello stesso disturbo: Mike e Lesley sono a letto e stanno per entrare in scena; Mike tenta davvero di fare del sesso, proprio lui che nella realtà ha problemi di erezione, dice che così è più reale. Senza che ce ne accorgiamo i due sono sul palco. Ancora una volta realtà e finzione si alternano senza stacchi.

Birdman è un film che è ricco di elementi che ci appaiono come dei punti interrogativi: il protagonista possiede davvero quei poteri? O è tutto frutto di un disturbo mentale? A queste domande non riusciremo a dare una risposta, il reale si dimostrerà sempre intrecciato intimamente al virtuale.

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I protagonisti non solo hanno travalicato la soglia, non sanno (e non sappiamo) più distinguerla.

Il reale e il virtuale si alternano senza più linee di demarcazione, diventano una cosa sola.

Splendida la scena finale: Riggan è ricoverato in ospedale dopo essersi sparato in viso distruggendosi il naso, ma ciò che importa è il risultato: lo spettacolo è andato bene, ha avuto finalmente il successo che aspettava da una vita.

Riggan va allo specchio.

Si guarda.

Si toglie la maschera.

Si riconosce: è Birdman.

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«Finzione! Finzione! Urlano gli attori, mentre il Padre risponde: Ma quale finzione, realtà! Realtà, signori, realtà!»

Sei personaggi in cerca d’autore, Pirandello.

Cira Pinto

Link dell’intervista: https://www.youtube.com/watch?v=dIcCMxUEW4s&feature=youtu.be

1 González Iñárritu, durante l’intervista fattagli da Claudio di Biagio. Link a fine articolo.